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Salve,
sono un pensionato 70enne, abitante a Marzio (VA), 800 mt s.l.m.
Totalmente neofita con l’orto e le piante da frutto: la mia domanda è:
quale è il momento migliore dell’anno per fare una talea della vite e piantarla?
(Giancarlo – Marzio – Varese)

Risposta

Ciao Giancarlo,
viva i neofiti totali come te, benvenuto a in orto!
La stagione ottimale per fare le talee legnose di vite è l’inverno pieno, dopo la potatura delle stesse.
Ti suggerisco di tenerla in vaso a radicare bene per tutta la primavera ed estate per poi metterla a dimora in autunno.
Tienici aggiornati sulle tue talee.
Salute e buon Orto!

Salve,
sono un “contadino” autodidatta da appena un anno, con l’avvicinarsi dell’età  della ragione, ho comprato un piccolo appezzamento di 1000 mq. di terreno molto drenante e cerco di ricavarne qualcosa per la famiglia.
Vorrei piantare dei piselli però, considerando che questo periodo piove sempre, non ho molte possibilità di lavorare il terreno; in alternativa posso creare delle piantine e poi trapiantarle sul terreno, appena ho la possibilità di farlo?
Grazie.
(Luca)

Risposta

Ciao Luca,
che simpatico che sei, grazie che ci racconti della tua vita, inoltre apprezziamo molto la tua voglia di fare praticamente qualcosa di buono per la tua famiglia.
Riguardo la coltivazione dei piselli l’ottimale sarebbe che tu li seminassi direttamente in pieno campo, che le piantine nate direttamente in terra crescono meglio…si stressano meno. Se le piogge s’interrompono dovresti avere tempo necessario per preparare la terra – i solchi – e i dovuti sostegni per la pianta che verrà, considerato il fatto che per seminare i piselli hai tempo fino a tutto dicembre e anche gennaio secondo me. Comunque se decidi di seminare prima nei vasetti e trapiantare poi ti suggerisco di farlo direttamente in dei vasetti di torba: riempili di terriccio da orto, metti al loro interno al massimo due semini per vaso, poi quando saranno appena germinati potrai trapiantarli nell’orto, in pieno campo, ad una distanza fra loro di 5-8 cm.
Salute e buon orto!

Salve,
sono un vecchietto di 62 anni e per passione mi occupo di giardinaggio, avendo un pezzetto di terreno di circa 600 mq.vicino casa mia.
Abito a Scalea in provincia di Cosenza, lavoro ancora come artigiatno nel settore trasporti.

Siccome vorrei fare una bella piantagione di more, un solco di circa 30 metri, volevo sapere se è giusto, come mi è stato detto, che i rami potati bisogna metterli nell’acqua e aspettare che crescono le radici.

Vi allego due foto, nella prima foto ci sono due piante che hanno incominciato a fruttificare da metà luglio fino a metà agosto e adesso si sono seccate:

GINO-MORE2

L’altra foto invece si sono caricate tantissimo ma sono rimaste rosse e piccole e già  a luglio hanno incominciato a seccare, però sotto ci sono tanti rami nuovi senza frutto:

GINO-MORE

Chiedo un consiglio: se potando queste piante posso ripiantarle in un’altro terreno e che concime devo usare, perchè fino adesso non ho mai messo concime.
Grazie.
(Gino – Cosenza)

Risposta

Ciao Gino,
che bella la tua passione parallela al tuo lavoro…tutta salute!
Dalle foto che ci invii si capisce bene che le tue piante di more sono – seccate in pianta – ovvero hanno subito un attacco da parte di un patogeno fungino – Peronospora o Verticillum – che ne ha seccato i rami e le foglie, adesso però alcune piante hanno iniziato a rimettere rami nuovi dalla ceppaia che è rimasta viva. Per questo ti suggerisco di:
1- eliminare tutti i rami secchi delle piante ancora vive, lasciando i verdi
2 – eliminare alla radice tutte le piante secche
3 – trattare con poltiglia bordolese le piante verdi come prevenzione a nuovi attacchi fungini
4 – scava adesso il tuo nuovo solco di trenta metri mischiando alla terra dello stallatico maturo
5 – in novembre effettua il nuovo trapianto nel solco già pronto.
6 – nelle stagioni vegetative di primavera e autunno, quando i patogeni fungini sono più attivi, farei un piano di trattamenti preventivi con poltiglia bordolese…uno ogni 15 / 20 giorni.
Vedrai che riuscirai a mangiare delle belle more carnose, tienici aggiornati!
Salute e buon orto.

Il granoturco o mais (Zea mays) è un po’ la sentinella dell’orto, sia per altezza che per presenza: armoniosa e austera al tempo stesso. In termini di progettazione direi che è, insieme al girasole, il vegetale che dà verticalità e colore all’orto. In termini di consumo poi è fantastico! Potere assaporare le proprie pannocchie fresche è veramente una soddisfazione impagabile.

Salve,
abito a Ravenna, ho 66 anni e sono pensionato.
Ho acquistato l’anno scorso due vasetti di piante di zafferano che ho piantato in un vaso, non ho ottenuto nessun fiore, ed ora le piante sono come da foto:

Come devo comportarmi per riutilizzare i bulbi che saranno nel terreno?
Grazie
(Alberto – Ravenna)

Risposta

Salve Alberto,
la pianta dello zafferano – Crocus sativus L. – è una coltura di montagna. I bulbi – cormi – di tale essenza vegetale si trapiantano in estate – quando la vegetazione epigea (cioè le foglie filiformi) diventa secca. I fiori fuoriescono nell’autunno successivo e a seguire poi si formeranno le foglie, che rimarranno verdi fino alla successiva estate. Se tu hai rispettato le operazioni, che ti ho elencato qua sopra, avresti dovuto avere i fiori in autunno, altrimenti credo che la causa di una mancata fioritura possa ricondursi ad un’esposizione del vaso poco assolata. A questo punto ti consiglio di aspettare la successiva estate per dividere i bulbi ed effettuare un nuovo trapianto…per così aumentare la tua produzione di zafferano, casalingo. Per avere però informazioni complete e specifiche su come coltivare lo zafferano – in piena terra o nel vaso – ti suggerisco la lettura di questo articolo che ho allegato nel link.
Salute e buon zafferano!

AngcocoOggi parliamo di anguria (Citrullus lanatus) o, come viene chiamata dalle mie parti, cocomero. Perché parlarne a febbraio se è un frutto prettamente estivo? Semplice: primo perché se ne parlo a giugno è troppo tardi per pensare di coltivarla in estate, secondo perché un lettore ce lo ha chiesto espressamente e questo per noi é sempre un valido motivo per affrontare un nuovo argomento.

Iniziamo col dire che l’anguria appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, una famiglia molto illustre nell’orto, perché vi appartengono tutti ortaggi curiosi, di importanza e dimensioni considerevoli: cetrioli, meloni, zucche e angurie. Tutti bisognosi di terreni ricchi, freschi e acqua a sufficienza.

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Salve,
sono casalinga e amante da sempre del verde, di qualsiasi genere. Nonostante i continui traslochi ho sempre cercato abitazioni con orto e giardino, adesso, dopo l’ennesimo trasloco,  avrò bisogno dei vostri consigli per l’espianto di agrumi:
ho un limone ed un’arancio che tolti due anni fa’ dai conchini l’ho piantati a terra, ora per motivi di cambio residenza vorrei ripiantarli nelle conche; che mese ritenete più adeguato per espiantarli? Attualmente hanno ancora foglie e frutti!
Grazie per l’interessamento.
(Paola)

Risposta

Salve Paola,
i traslochi sono periodi “indimenticabili” della nostra vita, anche per le piante che ci seguono a ruota..sia noi che esse dobbiamo riabituarci ad una nuova casa.
Riguardo alla tua domanda ti dico che il periodo migliore per strapiantare e rinvasare poi gli agrumi è la primavera inoltrata – da metà maggio in avanti -, quando cioè le piante sono in vegetazione e il clima è abbastanza caldo da non far soffrire gli agrumi.
Forza Francesca!
Salute buon trapianto e… trasloco

CardiE’ tempo di cardi! Il cardo (Cynara cardunculus) è sicuramente un ortaggio invernale. E anche se non lo abbiamo nell’orto, perché le nostre semine non sono state così previdenti, certamente lo avremo in cucina per la preparazione di qualche gustosa ricetta.

Ma se abbiamo abbastanza spazio, perché privarsi di averlo nell’orto, quando le sue foglie bianco e argento sono così decorative e riempiono di luce i cupi e spenti orti invernali! I fiori sono altrettanto spettacolari, spuntano a partire dal secondo anno, quando la pianta è ormai giunta al ‘capolinea’ quanto a commestibilità, e hanno ciuffi di un brillante viola acceso. Anche nei fiori, come nelle foglie, il cardo assomiglia molto al carciofo, ma a differenza di quest’ultimo non forma grumi commestibili: del cardo si mangiano infatti le coste, che se imbiancate a ‘mestiere’, diventano tenere e prelibate, amarognole e gustose al tempo stesso.

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Stevia fioriQuesta volta parliamo di qualcosa di dolce. Un dolce buono e naturale. Un dolce che non fa male. Parliamo della Stevia Rebaudiana, un’erbacea perenne originaria del Sud America, conosciuta per le sue proprietà dolcificanti, infatti le sue foglioline sono ricche di steviolo, un dolcificante che non influisce sui livelli di insulina e quindi adatto anche ai diabetici e, udite, udite, è privo di calorie e quindi la fa in barba a qualsiasi dieta! Ma questo non significa che il suo potere dolcificante sia scarso, anzi: è molto ma molto, superiore a quello del normale zucchero!

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