Coltiviamo l’anguria nell’orto, ma non devono mancare né il caldo né l’acqua

L’anguria: conosciamo la pianta

Oggi parliamo di anguria (Citrullus lanatus) o, come viene chiamata dalle mie parti, cocomero.

L’anguria è un frutto estivo che si coltiva negli orti insieme alle verdure ed è parente stretta di melone, zucca, zucchina, cetriolo, cioè piante da orto della famiglia botanica delle cucurbitacee.

Anguria - InOrto
Anguria tagliata a metà - InOrto

Sono tutte piante che amano il caldo e il sole, e ovviamente l’acqua. Una caratteristica che le accomuna è che necessitano di ampio spazio per crescere, quindi ci è molto utile progettare fin da inizio anno dove coltivare le nostre angurie, ritagliando loro la superficie necessaria.

L’anguria è una pianta erbacea a portamento strisciante, per questo vuole tanto spazio nell’orto, perché una volta messa la piantina, tenderà a “camminare” e ad invadere quello che c’è attorno.

I fiori dell’anguria sono gialli come quelli delle altre cucurbitacee e sono api e bombi che si occupano di impollinarli, rendendo possibile la fruttificazione.

Possiamo scegliere tra molte diverse varietà di anguria e optare per quelle che incontrano i nostri gusti.

Anguria in fase di crescita - InOrto

Clima, terreno e concimazioni

L’anguria predilige il clima temperato-caldo e una posizione aperta e soleggiata. La temperatura ottimale si aggira dai 21° ai 29°. Il terreno deve essere ben sciolto, con elevata capacità idrica, ma permeabile e ricco di sostanza organica.

Questo significa che dovremo provvedere a stendere una concimazione di fondo, come letame, compost o terricciato misto a pollina, sappiate inoltre che l’anguria è ghiotta di fosforo e potassio. Il terreno ideale tenderà all’acido, ovvero con Ph che va da 5,5 a 7 (e non diteci che non siamo precisi!).

Consociazione

L’anguria in teoria si sposa bene con molti ortaggi, tra cui lattuga, cipolle, carote, spinaci, ravanelli, pomodori, ecc. Ma il fatto che occupa così tanto spazio rende un pochino complesso praticare delle vere e proprie consociazioni. Diciamo che la striscia, o il rettangolo di orto in cui mettiamo le angurie potrebbe trovarsi senza problemi accanto a uno di questi ortaggi.

Semina e trapianto nell’orto

Semina diretta

Sappiate che l’anguria, una volta seminata, occuperà il vostro orto per circa 90-150 gg, a seconda della varietà e delle condizioni climatiche.

Se semineremo direttamente a dimora nell’orto dovremo aspettare, al Sud, l’inizio della primavera, mentre al Nord attenderemo aprile/maggio. Metteremo 3/4 semi per buchetta, con una distanza di circa 1 m – 1,5 m tra una buca e l’altra (le piantine appena sviluppate andranno diradate lasciandone 2 per ogni buca). Se prevediamo di fare due file, lasciamo circa 1,80-2 m tra una fila e l’altra. Poniamo infine il seme ad una profondità di circa 3 cm.

Anguria su telo nero da pacciamatura - InOrto
Anguria a fette - InOrto

Semina delle piantine in semenzaio

Se invece semineremo in semenzaio protetto (ovvero al riparo) potremo preparare i vasetti (10 cm di diametro) con le nuove piante già in febbraio: 2 o 3 semi per vasetto, ponendo il seme a una profondità di circa 1 cm.

Ci conviene optare per un buon terriccio soffice per le semine, ma non occorre concimarlo.

La germinazione avviene in 4-15 gg e la temperatura ottimale, perché questa avvenga in fretta, dovrà aggirarsi sui 28° (quindi calduccio), ma soprattutto non dovrà scendere sotto ai 20°, altrimenti la germinazione potrebbe venire compromessa.

Per il trapianto dovremo aspettare il mese di aprile, o comunque almeno 20-30 giorni dalla semina, quando le giovani piante saranno alte almeno 10 cm e avranno sviluppato 4 o 5 foglie.

Durante la loro crescita avremo cura di annaffiarle regolarmente, ma senza esagerare. Inoltre, nelle ore calde è opportuno far girare aria nel semenzaio, in modo da evitare la condensa per troppa umidità.

Cure colturali per l’anguria

La concimazione, come abbiamo visto, la effettueremo in fase di impianto (4 q di letame o composto maturo ogni 100mq di terreno)

Pacciamatura

La pacciamatura è fondamentale per l’anguria, per evitare di dovere scerbare (togliere le erbacce) in continuazione. Sarà impossibile zappare tra gli steli dell’anguria, così ramificati e intricati, e l’erba potrebbe veramente invadere tutto. Possiamo scegliere tra:

  • i teli neri, da stendere prima della semina o trapianto, e in questo caso ci faremo i buchi alle distanze adatte
  • paglia, foglie, erba: possiamo sistemare questi materiali tra le piantine già presenti, ricordando che è necessario uno strato bello spesso (almeno 10 cm) perché la pacciamatura sia efficace.

Irrigazioni

Sulle annaffiature bisogna capirsi bene: l’anguria può stare anche dove il clima è caldissimo, ma non può stare senza acqua! Inoltre questo frutto, eccetto qualche varietà, ha una radicazione piuttosto superficiale, quindi richiede ancora più acqua, perché con il caldo l’acqua, soprattutto in superficie, evapora in fretta. Annaffiamo l’anguria normalmente in fase di germinazione, aumentiamo l’apporto di acqua in fase di sviluppo (soprattutto se le temperature sono elevate) e sospendiamo le annaffiature almeno una settimana prima della raccolta, altrimenti i frutti perdono sapore e diventano acquosi.

Prevenire le avversità

Fin da subito è utile prevenire danni da afidi e malattie fungine con qualche trattamento preventivo con le farine di roccia, come zeolite e basalto. Questi fini minerali apportano anche micronutrienti preziosi.

Nel caso di afidi però potremo irrorare anche del sapone molle, che li debella senza lasciare inquinanti.

Raccolta dell’anguria: capire quando è matura

Qui arriva la difficoltà, perché è veramente difficile capire quando un’anguria è matura e solo l’esperienza potrà veramente esserci di aiuto in questo compito! Per il melone le cose sono un po’ diverse perché a maturazione profuma deliziosamente e lo sfondo diventa giallo, quindi è molto più semplice azzeccarci.

Per prima cosa potremo raccoglierla a scalare durante l’estate per circa un mese.

– il primo segnale, della sua avvenuta maturazione, ci sarà dato dal disseccamento del viticcio vicino al frutto e da quello delle foglie più vecchie;

– il secondo dalla leggera depressione che si formerà sulla buccia intorno al peduncolo;

– Il terzo sarà la scomparsa della patina cerosa (pruina) che ricopre la buccia dell’anguria, che con la maturazione tenderà a scomparire e l’anguria diventerà bella lucida e se ne gratteremo la buccia con un unghia, questa tenderà a scalfirsi;

– Infine la parte del frutto che poggia al terreno prenderà un colore giallo intenso, ma proprio a questo proposito ho un consiglio da darvi qui sotto!

– quanto al suono sordo o non sordo, che l’anguria percossa dovrebbe emettere, sicuramente io non ho buon udito, perché secondo questo metodo per me sono tutte pronte all’inizio di  giugno!

Consiglio in più sulla coltivazione dell’anguria

Appena i frutti inizieranno ad ingrossarsi (e anche se dovesse piovere troppo) mettete sotto di esse un mucchietto di paglia, affinché risultino sollevate da terra e non corrano il rischio di rovinarsi al contatto del suolo. Inoltre per evitare il formarsi delle ingialliture sul lato che poggia verso terra, quando saremo giunti alla fase di maturazione, una volta alla settimana dovremmo ruotarle (mi raccomando con molta cautela per evitare di staccarle dal peduncolo). Solo così il sole le farà maturare in modo uniforme!

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