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Ciao, sono un appassionato di orto su terrazzo.
Ho un problema con i miei pomodori (cuore classico) in vaso. Purtroppo da alcuni giorni c’è una caduta di tutti i fiori presenti sulla pianta.
Di cosa si tratta?
Ecco le foto dei miei pomodori:

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Grazie.
(Michele)

Risposta

Ciao Michele,
il fenomeno della cascola dei fiori del pomodoro – leggi l’articolo linkato – può essere originato da diversi fattori: climatici, patologici o semplicemente fisiologici, cioè quando la pianta decide naturalmente di abortire qualche fiore perchè non ancora in grado di portare avanti la fruttificazione.
Se tu hai trapiantato i pomodori in terra giustamente concimata e riservi a loro trattamenti a base di rame e zolfo, irrighi le piante con regolarità ma non troppo e le stesse non subiscono stress tipo termici..insolazioni…La pianta dovrebbe ristabilire la sua normalità e quindi tornare a fiorire, mantenendo però intatti i fiori e frutti poi.
Salute e buon orto.

Salve,
sono alluce marrone, vostro periodico domandiere, 63 anni, orto in località Cava dei Tirreni, Salerno.
Si possono inserire in una fila di pomodori piantine di fagioli o fagiolini?
Ps: i cassoni realizzati con i video di mara e gli orti dipinti sono stati un grande successo aumentando la produzione invernale…Ora vi ho seminato le patate.
Grazie sempre dei preziosi consigli, ciao!
(Saverio – Cava dei Tirreni – Campania)

Ciao Saverio,
certo che ci ricordiamo di te…bentornato!
Le colture che ci proponi da consociare sono certamente affiancabili ma con il dovuto rispetto delle distanze, considerato cioè il loro ingombro spaziale…almeno 5ocm fra le file…perchè tu possa passarci bene a piedi.
Salute e buon orto.

Nadia Noseda è una che di pomodori se ne intende. Possiede i semi di circa 1.200 varietà e nonostante dica di avere solo un piccolo orto vicino a Como, ogni anno trova spazio per coltivare 150-160 varietà, una pianta per ogni varietà, facendo molta attenzione a non ibridarle tra loro, tanto da isolare con delle buste di velo le varietà più sensibili. Nadia i pomodori li cura, li studia, li seleziona (magari qualcuno lo mangia pure :)))) e poi li espone alle mostre dedicate a questo straordinario ortaggio. Una per tutte la Mostra del Pomodoro a Villafranca in Lunigiana dove moltissime delle varietà esposte nell’ultima edizione erano proprio sue.

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Pomo OrtoNell’orto c’è sempre da imparare, soprattutto se a dare consigli è Nadia Noseda, esperta collezionista di pomodori.

Nadia, che nel suo orto vicino a Como custodisce circa 1200 varietà di pomodori, dice che grazie alle sue tecniche di coltivazione i pomodori non si ammalano (beata lei!!!), tuttavia se proprio dovesse succedere d’incappare in un anno particolarmente piovoso e la peronospora fosse difficile da contrastare, ci consiglia di ricorrere all’infuso di erba salvia.

. Le dosi per l’infuso di erba salvia sono queste: 150 gr sommità fiorite o 200 gr di foglie in 10 litri di acqua. Portare l’acqua a 80°, spegnere e aggiungere la salvia. Lasciare raffreddare, filtrare e dare l’infuso puro sulle piante.

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A fine estate l’orto non ha una gran bell’aspetto! E’ vero che i toni del verde tornano ad essere predominanti e finalmente ci rilassiamo una volta terminata l’emergenza ‘secco’ quando tutto sembrava morire di sete! Ma a ben guardare il verde delle foglie dei nostri ortaggi non è mai del tutto verde: spesso appare velato di bianco o macchiato di ruggine. Nel primo caso abbiamo a che fare con l’oidio o il mal bianco (che attacca quasi tutte le cucurbitaceae: cetrioli, meloni, zucche, zucchine, ma anche carciofi, bietole e carote) e nel secondo caso con la peronospora (che predilige le solanaceae come pomodori, patate, melanzane ma anche la vite, le rose e i gerani).

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PomodoNon c’è ortaggio che sia amato, ammirato, mangiato più del pomodoro. Almeno in Italia! Quando arriva la buona stagione il richiamo del pomodoro diventa irresistibile e che si abbia un orto di qualche ettaro o un vaso di 25 cm di diametro, viene voglia di piantarne almeno uno per poterlo coltivare con cura e alla fine affettarlo su di un piatto e gustarlo con un filo d’olio buono e qualche chicco di sale.

Non è quindi un caso che la Mostra Nazionale del Pomodoro, arrivata quest’anno alla sua quinta edizione, stia riscuotendo un gran successo.

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Sono un pensionato abitante in provincia di Roma,
che con alcuni amici ci divertiamo a coltivare l’orto con varietà di ortaggi diverse, e curare (ci proviamo) alcune piante da frutto.
Siamo sicuri che con il vostro aiuto riusciremo a fare qualcosa in modo almeno sufficiente.
Abbiamo piantato: Melanzane, Peperoni, Zucchine, Pomodori di varietà diverse (ciliegino, piccadilly, tondo liscio di montecarlo e sammarsano) in settori diversi tenendo conto della tecnica della consociazione.
Ebbene, Tutto è proceduto bene, tranne che con i Pomodori Sammarsano e i Peperoni corno di toro e altre varietà che presentano marciume apicale. Il trattamento di Irrigazione e concimazione è stato lo stesso e per questo desiderei sapere la causa.
Un grazie e un saluto cordiale.
(Natale – Lazio)

Risposta

Ciao Natale,
la coperativa di amici che avete creato per coltivare l’orto ci comunica davvero tanta energia vitale, i nostri complimenti per codesta modalità creativa e sana di stare insieme!
Quello che alcuni tuoi prodotti presentano si chiama marciume apicale – leggi l’articolo che trovi nel link – e non è una malattia bensì una carenza minerale di calcio nel terreno che la pianta manifesta in codesta maniera e alcune varietà di pomodoro e peperone sono più sensibili che altri.
Per ovviare tale problema ti suggerisco di: irrigare le piante più regolarmente, evitando sbalzi idrici; preparare il terreno prima dei trapianti con anche terriccio e stallatico buono per ottenere un impasto sempre più fertile e morbido specialmente nei terreni argillosi da rendere disponibile il calcio che comunque può essere presente; durente tutta la fase di crescita delle piante puoi fornire loro, per via fogliare, del calcio, che compensa le carenze.
Avanti così!
Salute e buon orto.

Pomodori semiEstate è tempo di raccolta! Ma nell’orto si è previdenti e quando raccogliamo dobbiamo già pensare alle semine future e destinare una parte del raccolto alla conservazione dei semi. Adesso è molto di moda fare da soli i propri semi e in ogni angolo d’Italia le fiere e le mostre di scambio semi si moltiplicano sempre più, ma è una moda molto intelligente perché oltre a risparmiare e ottenere sementi a costo zero, possiamo in questo modo conservare e tramandare gli ortaggi tipici di una determinata zona, coltivare quelli più adatti al nostro territorio e contribuire così alla cosiddetta biodiversità!

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Orto giugnoCi sono tre operazioni che non possiamo fare a meno di compiere nell’orto di giugno: sarchiare, rincalzare e pacciamare. Tre verbi che all’orecchio di una persona comune potrebbero risultare incomprensibili, ma che ogni orticoltore dovrebbe conoscere e compiere con facilità. Sono parole antiche che i contadini di una volta usavano frequentemente: mia madre le pronunciava spesso quando si preparava ad andare nel campo, ma ancora oggi risultano utili e attuali. Finalmente c’è qualcosa che non passa di moda!

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Salve
sono impiegato, con il passatempo dell’orto, cosi’ come mio padre, adesso lui e’stanco vista l’eta’, ed io vorrei, senza presunzioni di sorta, proseguire sulla sua stessa strada, producendo, con sacrificio, fatica….., e , talvolta, con immense delusioni, il fabbisogno alimentare per i familiari, usando solo e soltanto, la natura…..
A Reggio Calabria, si è sempre detto e scritto, di essere, a livello climatico, sotto l’effetto del Mar Mediterraneo, quindi clima temperato, io non ne sono tanto convinto, comunque, a parte ciò, proseguo con la mia domanda….
“ogni anno, seminavo il pomodoro, dopo la seconda quindicina di gennaio, adesso, anzi, da qualche anno, lo semino dalla seconda quindicina di febbraio in avanti, quanto tempo passa tra la semina e il trapianto possibile in orto?”
Grazie,
(Giuseppe -Reggio – Calabria)

Risposta

Ciao Giuseppe,
il tuo progetto di tramandare la tradizione dell’autosostentamento coltivando l’orto biologico di famiglia è varamente lodevole ai nostri occhi!
Immaginiamo che la semina tu la faccia in una serra fredda, cioè non riscaldata da caldaie, giusto?
Per questo la distanza di tempo che indicativamente intercorre fra la semina e il trapianto è di circa 3 mesi, se la semina è a metà gennaio, mentre la distanza si riduce a 2 mesi, se la semina la fai a metà febbraio, immaginando che il trapianto in pieno campo lo farai dalla metà di aprile in avanti.
Salute e buon orto.

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