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Cara Nara, ci conosciamo già, abito a Trana(To) ho un piccolo orto ed un meraviglioso giardino ben organizzato, con una fioritura alternata e continuativa (non sono mai senza fiori) fino ai primi geli. Sono solo a 450 mt di altitudine però con forti escursioni notte/giorno specialmente in primavera (infatti gli ortaggi più comuni li impianto a maggio anzichè marzo/aprile) ed anche l’autunno è precoce (ricordi i finocchi che trapianto a fine giugno altrimenti la brina me li rovina?).

Ecco la mia domanda: per la semina dei fiori sia annuali che perenni, bisogna seguire la luna calante o crescente? Perchè pur avendo una discreta esperienza e tanta passione, ci sono dei fiori che proprio non vogliono nascere nel mio giardino, nonostante ripetuti tentativi: lavanda nana di montagna (vegeta e si sviluppa bene dai piantini di 2-3 anni ma non a seminarla) garofanini perenni (nani), la Gypsophila (idem come la lavanda) ed altri.

Premetto che li semino in un contenitore che riparo nelle ore notturne (fino a quando la temperatura non è stabile sui 14 ° – 15°) e che uso terra di bosco, sabbia di fiume e compost (poco poco). Inoltre che i semi sono di buona marca. Grazie per la risposta e..continuerò a leggerti.

(Mariuccia – Trana)

Risposta

Ciao Mariuccia, che piacere leggerti! Mi sembra di capire che il tuo orto-giardino va a gonfie vele, ormai sei diventata espertissima, dovrai dare tu delle lezioni a tutti noi! In ogni  modo i fiori in genere vanno seminati a luna crescente, ma quello che posso aggiungere riguardo alle tue semine è che sono quasi tutti semi piccolissimi, semi che stanno bene in superficie, quasi per niente interrati, se non con un leggero strato di sabbia finissima. Meglio non interrarli che interrarli troppo, questo è il messaggio! Dopo sarà sufficiente che tu inumidisca il terriccio del vasetto tutti i giorni con il nebulizzatore, senza esporre i vasetti al sole diretto e fare attenzione (se metti un nylon per coprirli) che non si formi la condensa.  Queste sono le mie raccomandazioni. Adesso sta a te…Fammi avere notizie!

La patata è un po’ come il pomodoro (oltretutto appartengono ambedue alla famiglia delle solanaceae): si usa tantissimo, piace a tutti e chiunque abbia un pezzo di terra prima o poi non potrà fare a meno di coltivarla!

Da qualche anno ho un piccolo orto che coltivo in maniera biologica.

Se la luna CALANTE è indicata per le colture IPOGEE cioè quelle che si sviluppano nelle radici come mai voi consigliate la semina delle Carote in luna CRESCENTE (epigee)?

(Antonio)

Risposta

Ciao Antonio, hai ragione c’è una contraddizione in questo, ma è proprio così o almeno così vuole la tradizione. La carota fa eccezione e pure essendo una pianta da radice, va seminata in luna crescente. Ho controllato ovunque e solo pochissimi ne consigliano la semina in luna calante e forse perché hanno fatto la tua stessa deduzione.

Ti linko la scheda della carota dall’Almanacco Barbanera che forse è il più autorevole in questo senso e come vedrai consiglia la semina in luna crescente. La spiegazione è che la luna crescente accelera la crescita dei vegetali e siccome la carota è un ortaggio lento (come quasi tutte le ombrellifere) viene seminato con la luna ascendente.

Non basta prendere una patata e metterla nel terreno per fare nascere una nuova pianta! Oddio, con molta fortuna potrebbe anche succedere! Ma nell’orto non possiamo affidarci alla fortuna per avere buoni raccolti, quindi è meglio capire fin da subito come fare per evitare errori e iniziamo preparando correttamente le patate da semina, una volta scelta la varietà e stabilito quando seminarle.

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Se stiamo stufi degli ortaggi che vanno ripiantati ad ogni stagione il Rafano, Cren o Barbaforte (Armoracia rusticana) fa al caso nostro. Il Rafano è un ortaggio perenne molto facile da coltivare, ha un bellissimo fogliame scuro molto decorativo e fiorellini bianchi riuniti in racemi (mazzi).

Appartiene alla famiglia delle crucifere (come i cavoli per intendersi), ma del rafano viene usato il rizoma (la parte sotterranea). Si adatta bene ai climi freschi e forse per questo è molto diffuso in Trentino-Alto Adige, ma si può coltivare anche in pianura o nelle zone pre-appenniniche a patto di non fargli ‘soffrire il caldo’ e mantenere il suolo fresco.

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Il periodo di semina della patata è molto lungo, varia in base alla zona dove abitiamo e in base alla varietà colturale prescelta. Iniziamo col dire che la patata non teme il freddo, ma il caldo e la siccità.

Ho per il carciofo una simpatia innata. Sarà perché sono nata a Empoli, luogo che dà il nome ad una specifica varietà di carciofo, il cosiddetto carciofo empolese, o perché vivo in Val di Cornia, altro luogo dove  esiste un’altra varietà tipica, il violetto della Val di Cornia, fatto sta che dove vado io il carciofo è di casa.

Il Rabarbaro (Rheum) appartiene alla famiglia delle Poligonacee è una delle poche piante perenni  del nostro orto, infatti insieme al carciofo e all’asparago è una delle poche piante che non vanno riseminate ogni anno. E già questo è un bel vantaggio!

L’altro aspetto positivo è la precocità: il rabarbaro è fra le prime piante dell’anno ad offrire all’orticoltore le prime soddisfazioni! E poi c’è l’aspetto estetico che non va assolutamente trascurato: le sue coste rosse, le foglie verde intenso, talvolta rigate di rubino, sono molto decorative (il Rheum Palmatum è forse quello più ornamentale).

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In Toscana le fave (Vicia faba) si mangiano appena colte, crude con il formaggio. ‘Pecorino e baccelli’ (perché così si chiamano le fave sulle rive dell’Arno) sono una vera prelibatezza per dare il benvenuto alla bella stagione.

Ma per averle disponibili in primavera bisogna seminarle adesso e non in tutti i posti è possibile la semina autunnale…

Quando si seminano le fave – A sud o nelle zone a clima mite si seminano all’aperto in novembre, anche se qualche piantina verrà mangiata dai topi e qualcuna non resisterà al freddo, la maggior parte arriverà sicuramente a destinazione, ovvero sulla nostra tavola in primavera.

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Riccia o liscia? Di indivia ce n’è per tutti i gusti: riccia a foglie increspate o scarola con foglie più dritte e lisce. E moltissime sono le varietà sia della riccia (Bianca Riccia, Pancalieri, Riccia d’inverno, ecc,) che della scarola (Casco d’oro, Cuore Pieno, Jeti, ecc,)

Pur essendo del tutto simili, quanto a terreno, coltivazione e raccolta, l’indivia riccia è meno resistente al freddo. Alcune varietà possono essere raccolte durante l’autunno e l’inverno a patto di proteggerle, perché le brinate precoci e le gelate invernali potrebbero danneggiarle. Per un consumo tardivo è meglio quindi scegliere varietà resistenti al freddo e prevedere delle piccole coperture se il termometro dovesse scendere di troppo sotto lo zero.

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