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Abito a Civitanova Marche e dalle finestre e dai balconi di casa vedo il mare. Ogni anno pianto il peperoncino in fioriera che è molto generoso con me  e tutto il condominio mi invidia!

La mia domanda è questa. Amo molto la pimpinella nell’insalata e trovando una bustina di semi l’ho piantata, ma a distanza di 10 giorni sono spuntate delle piantine filiformi che si sono accasciate. Ho sbagliato qualcosa? Grazie per tutti i preziosi consigli!

(Giò – Civitanova Marche)

Risposta

Prima di risponderti Giò devo confessarti una cosa: anch’io ti invidio, non solo per i peperoncini, ma anche per il mare che vedi dalla finestra! Siccome vorrei che tu fossi felice anche per la pimpinella (Sanguisorba minor) eccoti alcuni consigli. Quando una piantina fila dopo dieci giorni dalla semina e poi si affloscia, possono esserci due ordine di problemi: il primo che ha avuto poca luce,  il secondo che gli hai dato del concime e lei è cresciuta troppo in fretta, mentre il suo fusto non era adeguatamente preparato a sorreggere il peso. In fase di semina non dare il concime, caso mai somministralo quando la crescita è più avanzata. Se credi che possa dipendere da qualcos’altro riscrivimi dandomi qualche informazione in più sulla modalità della semina. Un dettaglio in più non guasta mai!

Seme o piantina? E’ un bel dilemma, soprattutto per chi è alle prime armi. A mio avviso bisogna sempre affidarsi a quello che è il proprio istinto: se vi fa impazzire l’idea di usare il seme per vederlo germogliare e crescere dal nulla, fatelo. Come non dovete sentirvi in colpa se invece scegliete la strada più facile dell’acquisto delle piantine.

In ogni caso voglio aiutarvi segnalandovi quali sono le piante di cui è più facile gestire il ciclo ‘seme-germogliazione’ e per quali invece è meglio limitarsi al trapianto delle ‘semenzali’ (ovvero giovani piante) se non si ha già un po’ di esperienza.

Piante facili partendo dalla semina: aglio, basilico, carote, cicoria, erba cipollina, fagioli, fagiolini, lattuga, maggiorana, menta, piselli, ravanelli, sedano, spinaci, topinambur, zucca, zucchine.

Piante di cui è meglio acquistare la piantina da trapiantare se non si è esperti: anguria,  asparago, carciofi, cavoli, cipolle, finocchio, melanzane, melone, peperoni, pomodori, porri, rosmarino, salvia.

I vantaggi del primo caso sono: una più ampia scelta di varietà, piante più sane (in quanto voi avrete condotto il gioco e sapete esattamente con chi avete a che fare), spesa inferiore e, per chi è veramente appassionato, grande divertimento.

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E’ possibile coltivare in vaso i pomorini sardi? In caso affermativo, è facile reperirne i semi e poi prendersene cura? Mi sembra il momento adatto per farlo. Grazie mille

(Roberta 81)

Risposta

Hai scelto proprio l’ortaggio giusto! I pomodori in genere sono molto adatti al vaso e quelli sardi in particolare modo, quindi hai due possibilità: primo procurarti i semi (li trovi veramente in qualsiasi consorzio agrario, ma anche in vivaio) e all’inizio della primavera seminarli  al coperto in vasetti di torba o in semenzaio; secondo,  se non hai un locale abbastanza caldo e luminoso, puoi comprare delle piccole piantine pronte al trapianto, ma per questa operazione devi aspettare fine aprile.

Se sei decisa per l’utilizzo dei semi devi ricordarti che vanno diradati appena possibile e, quando le piantine selezionate avranno 3 o 4 foglie, trapiantale in un vasetto più grande. Soltanto quando saranno alte circa 20 cm. e  la stagione sarà veramente mite potrai metterle a dimora all’aperto, poiché i pomodori sono molto sensibili al freddo. Vedrai le soddisfazioni non mancheranno!

E’ cugino del sedano, ma è più facile da coltivare. Il sedano rapa ha un buon sapore, a metà strada tra il sedano e le nocciole, può essere usato a crudo in insalata oppure cotto. Eccovi una ricetta per gustare al meglio la sua polpa bianco crema.

Per riuscire a metterlo nel piatto però bisogna prima saperlo coltivare. Non è esattamente quello che si dice un ortaggio veloce: il suo ciclo vegetativo può superare i 100 giorni, ma come sapete la fretta non è amica dell’orto.

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Brr…che freddo!!! Per noi, non certo per i cavoli. Questi ortaggi, appartenenti alla famiglia delle crucifere o brassicacee, non temono le basse temperature, anzi queste spesso ne esaltano il sapore. Ne esistono di moltissime varietà: cavolfiore, cavolo broccolo, verza, cappuccio, rapa, di Bruxelles… Forse è per questo che ogni tanto ci scappa un:  macché cavolo vuoi? Nell’imbarazzo della scelta optiamo in questa sede per il cavolfiore.

Posizione e suolo – Il cavolfiore predilige il clima temperato-freddo,  ama il terreno ricco di humus e teme molto la siccità all’inizio del suo ciclo vitale.

Semina – La si effettua solitamente in semenzaio tra maggio e luglio, alla profondità di 1 cm., e si trapianterà in piena terra 40 giorni dopo, quando avrà messo la sesta foglia e avrà raggiunto i 20 cm. di altezza. Le distanze di impianto si aggirano intorno ai 50-60 cm. sulla fila e 60 cm tra le file.

Avvicendamento o rotazione – Non ripiantate il cavolfiore sullo stesso terreno prima che siano trascorsi tre anni e avvicendatelo con: fave, piselli, fagioli, ecc.

Cure colturali – Tenete l’area ben diserbata e concimate il terreno qualche mese prima della messa a dimora. Annaffiate con abbondanza, soprattutto agli inizi, ma anche successivamente per evitare che i piccoli fiori si aprano e si distacchino tra l’uno dall’altro. Per trattenere l’umidità nel suolo è utile pacciamare.

Raccolta – Si pratica dall’autunno all’inizio della primavera a scalare, quando le infiorescenze sono bianche e compatte. Fate un taglio netto, comprendendo anche qualche foglia per coprire  e proteggere la stessa infiorescenza.

CONSIGLIO PREZIOSO! L’abbinamento con salvia, rosmarino, pomodoro e sedano allontana la cavolaia. Se ancora non conoscete questo insetto vuol dire che non avete mai posseduto un cavolo (senza offesa) e allora potete scoprire cosa sia nella categoria ‘avversità e malattie’, nel post ‘parassiti e antiparassitari naturali’.

Per saperne di più vai su Fondazione Bonduelle: Ritratti delle verdure

Dicembre: il gelo è alle porte. Lo sapete che sono proprio le gelate a dirci quando è meglio seminare? Conoscerne le date è cosa importantissima, ma come fare? Non dico di essere come mia madre, da sempre abituata a vivere a stretto contatto con la natura, che guarda il cielo, annusa l’aria e capisce quando ci sarà la prossima gelata e in base a quello si muove nell’orto. Per noi comuni mortali la cosa migliore è iniziare, se ancora non lo abbiamo mai fatto, a guardare con occhi attenti gli eventi metereologici, segnarli su un calendario e con gli anni diventare degli esperti conoscitori del clima della nostra zona, con tutte le varie oscillazioni ed eccezioni. In base al nostro ‘calendario delle gelate’ organizzeremo le semine, proprio come facevano i vecchi ortolani: quelle estive le faremo dopo quella che si suppone essere l’ultima gelata primaverile o in tarda estate per le zone a clima mite. Gli ortaggi primaverili si semineranno invece 4/6 settimane prima dell’ultima gelata prevista, mentre le semine autunnali andranno programmate 8/12 settimane prima delle gelate invernali.

Per i neofiti: seguite le previsioni del tempo a livello locale e cercate aiuto nel sito dell’ARPA (Agenzia regionale protezione ambientale: è organizzato su base regionale e può darvi una mano.

Lo so il tutto sembra molto aleatorio, ma in fondo chi coltiva l’orto sa accettarne gli imprevisti e i misteri.

foto di Gilmoth da flickr

Non sarà il massimo per l’alito, ma per la cucina è indispensabile. Questa è la stagione ideale per seminare l’aglio nelle regioni centro-meridionali, in quelle più fredde è meglio attendere la primavera, almeno che non abbiate un angolo protetto, ma il procedimento sarà lo stesso. La semina autunnale garantisce tuttavia bulbi di maggiore dimensioni.

Ecco la semina in quattro mosse:

1 Livellate il terreno per evitare avvallamenti e ristagni idrici

2 Scegliete i bulbilli (spicchi) più esterni, quelli più grossi e turgidi, con la forma più arcuata

3 Passateli velocemente in un bagno di ossicloruro di rame (lo si può trovare sotto forma di polvere diluibile in acqua in qualsiasi consorzio agrario), per disinfettarli e prevenire marciumi. Lasciateli asciugare prima di interrarli.

4 Seminateli, con la punta rivolta verso l’alto, ad una profondità di 3/5 cm. ad una distanza tra loro di 10/15 cm. e tracciate file distanti 25/30 cm.

foto di Claudio Cicali da Flickr

Frutto simbolo dell’autunno, ha mille forme e dimensioni, ma sia che si voglia usare per farne lanterne di Halloween, che per insaporire zuppe e minestroni, occorrerà conoscerla meglio.

Posizione e suolo – Le zucche preferiscono posizioni aperte e soleggiate, ma tollerano anche la mezz’ombra. Amano terreni fertili e ricchi di materiale organico.

Semina – Dopo avere preparato il suolo, aggiungendo letame o compost, seminate in maggio-giugno direttamente a dimora con la tecnica delle postarelle: mettete 3 semi nella stessa buchetta con la punta rivolta verso il basso per favorire la formazione di radici, ad una profondità di circa 2-3 cm. Una volta avvenuta la germinazione, quando vedrete che le piantine hanno già due o tre foglie, si può procedere al diradamento, ovvero conservare in ogni postarella la piantina più vigorosa e togliere le altre. Dovranno trovarsi a circa 1,5m l’una dall’ altra, stessa distanza va mantenuta anche tra le file.

Cure colturali – Diserbare con cura, soprattutto agli inizi, evitando di disturbare le piante, quando poi la vegetazione sarà ben sviluppata non ce ne sarà più alcun bisogno. Irrigate regolarmente in estate fino al completo ingrossamento dei frutti, poi sospendere. Evitate di bagnare le foglie.

Raccolta – Le zucche sono pronte quando le foglie appassiscono e il peduncolo si dissecca. I primi frutti si possono già raccogliere a settembre, tuttavia se volete conservarle lasciatele sulla pianta fino all’inizio delle piogge. Fra semina e raccolta lasciate passare 12 settimane.

ATTENZIONE! Per evitare marciumi eseguite la rotazione delle colture (aspettate 4 anni prima di riseminare la zucca nello stesso posto) ed evitate l’acqua in eccesso.

Per saperne di più vai su Fondazione Bonduelle: Ritratti delle Verdure

foto di fabiofotografie da flickr

Alcune varietà di ortaggi insalate, spinaci, carote, piselli e fagioli mal sopportano il trapianto. Quindi meglio seminarli direttamente.

La semina peraltro consente di vivere l’emozione di veder spuntare la pianticella. Cercate di procurarvi semi freschi (le bustine hanno la data di scadenza). Praticate dei fori nel terreno in ciascuno dei quali metterete 3 o 4 semi e umidificate. Fatelo a primavera inoltrata in modo che ci sia il calore sufficiente per la germinazione. Le piccole piante, una volta germinate, andranno diradate  se sono troppo numerose, in questo caso lasceremo, pere ciascun foro, la piantina più robusta

La stessa procedura vale anche se seminate in un semenzaio, cioè una piccola parte di terreno rialzato e protetto dal freddo. Una volta che i germogli saranno diventati piccolissime pianticelle saranno pronte per il trapianto.

(foto di mahalie da Flickr)

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