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Salve
sono un agente di commercio e vivo in mansarda ho da qualche anno la passione per l’orto;  pochi giorni fa ho comprato un vaso 80cm di diametro e 80 di profondita’ per mettere una vite di due anni.

Vorrei sapere che tipo di concime utilizzare e in che quantita’, visto le dimensioni del vaso.

in attesa di una risposta ringrazio distinti saluti.

(Savino)

Risposta

Salve
Complimenti per la tua nuova passione!
Per la tua pianta di vite ti consiglio di allestire innanzitutto un bel fondo di drenaggio – il drenaggio lo realizzi mettendo sul fondo del vaso della argilla espansa che trovi nel tuo negozio agrario di fiducia – , visto le esigenze naturali della stessa Vitis vinifera.
Per il  terreno di coltura ti do questa ricetta: 50% terra di origine minerale – la terra vera cioè – 30% di terriccio e 20% di stallatico di origine biologica, il concime! Comunque nel caso non riesci a trovare tutto utilizza i normali terricci che puoi acquistare nel tuo consorzio agrario di fiducia.
Impasta bene il tutto e disponi nel tuo bel vaso.
La vite è una pianta rustica e vedrai che ti darà grandi soddisfazioni.

Buona Fortuna e facci sapere!

Ho qualche vite in giardino lasciatami in eredità dai miei.  Sono tutte abbastanza vecchie (oltre i 50 anni) più alcune comprate adesso ed è il primo anno che fanno qualche piccolo grappolo di uva nera. Abito a Francavilla Bisio (AL) patria del Cortese di Gavi. 

Ma veniamo alla mia domanda: l’anno passato le viti hanno preso una malattia diagnosticata come botrite. L’uva che potrebbero fare è solo per uso personale e domestico .

Ho dato il verderame, la poltiglia bordolese, il concime come consigliatomi da un negozio di agraria mio amico..

Quest’anno cosa posso fare per evitare il disastro dello scorso anno?

Ringraziando per la risposta porgo distinti saluti

(Maurilio – Francavilla Bisio – Al)

Risposta

Ciao Maurilio, ho parlato con il mio amico Michele che ha un cantina in Maremma ed è un coltivatore molto attento e in gamba. A suo parere i rimedi che hai utilizzato sono tutti giusti, ma il problema è che vanno fatti a scopo preventivo e non quando la pianta ha già manifestato i sintomi della malattia.

Per questo lui mi ha suggerito di fare i seguenti trattamenti preventivi, tutti ammessi in agricoltura biologica, a bassa tossicità ma comunque efficaci. Il primo trattamento che lui farebbe alla ripresa vegetativa, ma prima della nascita delle foglie, è a base di olio bianco contenente anche tracce di rame (verifica con il tuo negozio di agraria quale è il prodotto con queste caratteristiche), che disinfetta il legno dai residui dei funghi precedenti.

Dopodiché dovrai partire con i trattamenti a base di rame quando spuntano le prime foglie (più o meno quando appare la terza foglia). Da quel momento e per tutto il mese di maggio, i trattamenti rameici dovrebbero essere ripetuti ogni 8 giorni (ma giudica tu quanto vuoi insistere), se piove poco dopo, il trattamento andrà ripetuto.

Da giugno in poi potrai diradare e ad agosto finalmente sospendere, logicamente se la stagione è quella che normalmente ci attendiamo!

Se hai ancora bisogno scrivi, ma aspettiamo comunque una tua nuova e-mail per sapere come è venuto il vino! Un saluto Nara

Se disponiamo di un po’ di spazio sul balcone, prendersi cura di una vite ci darà grande soddisfazione. E’ una pianta dal fascino senza tempo, la cui coltura e cultura è quanto mai attuale. E anche se noi la utilizzeremo solo per coprire una pergola o per realizzare un lungo festone, nel coltivarla ci sembrerà di partecipare ad un rito vitale e ancestrale.

Ma quali sono le varietà più indicate alla coltivazione sul balcone e quindi in contenitore?

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Vi invio una terza domanda perchè il mio alluce marrone (i miei piedi sporchi quando torno dall’orto) mi sta prendendo la mano.

Con l’uva del mio piccolo filare come si può fare in casa il vino con lo stretto indispensabile?

Inoltre, le barbatelle che mi avete consigliato l’anno scorso vengono su bene ma una è rimasta piccola (alta 30 cm). Come posso aiutarla?

Grazie come sempre per il vostro prezioso aiuto.

Ciao dal mio alluce marrone.

(Saverio – Cava dei Tirreni)

Risposta

Ciao Saverio, ho provato a chiedere anche ad altri amici orticoltori il perché una delle tue barbatelle sia rimasta più piccola rispetto alle altre, e tutti sono concordi nell’individuare la causa nell’esecuzione dell’impianto. Vale a dire che molto probabilmente quella più piccola è stata interrata maggiormente: talvolta anche solo qualche centimetro può fare la differenza. Come dice il mio amico Giovanni: “le radici delle barbatelle devono sentire il suono delle campane”, vale a dire che non devono essere interrate troppo a fondo!

Quanto a fare il vino con l’uva del tuo filare non so quanto possa valerne la pena, occorre avere conoscenze approfondite e molta esperienza, nonché accurate nozioni chimiche per arrivare ad un risultato perlomeno accettabile. Questo non significa che tu non possa provare, ma certamente è una prova che richiede molta dedizione e professionalità.

Però oltre al vino, con l’uva del tuo filare, puoi fare il succo d’uva, la marmellata d’uva e il mosto d’uva, in rete puoi trovare centinaia di ricette di questi tre prodotti, tutti eccellenti e dalle molteplici proprietà organolettiche.

Saluto e stringo volentieri il tuo alluce marrone. A presto!

Abito a Varese, sono appassionata di animali (ho 3 gatti) e mi piace tantissimo dedicarmi al mio piccolo terrazzo e all’orto. Vorrei approfondire la mia conoscenza di piante selvatiche, ma non conosco nessuno in zona che mi insegni a riconoscerle, oppure organizzi un corso specifico.

Ho un piccolo orto (circa 30 mq) con un contenitore adibito a compostiera, ombreggiata ai tempi da un alberello di fico nato spontaneamente. Il mio vicino ne ha purtroppo estirpato le radici, poichè a suo dire invadevano la sua parte di terreno adibita anch’essa ad orto.

Cosa potrei piantare in alternativa, es. un rampicante fruttifero, che però non dia fastidio al vicino?

(Silvia – Varese)

Risposta

Cara Silvia, se hai davvero idea di usare un rampicante, significa che dovrai prevedere anche una pergola su cui farlo arrampicare, che potresti utilizzare per ombreggiare la tua compostiera. In questo caso non avrei dubbio e sceglierei una bella pergola di uva della qualità che più preferisci, fai andare qualche tralcio anche verso l’orto del vicino e offrigli qualche bella ciocca succosa e dolcissima, chissà forse diventerà più disponibile! Un’altra possibilità è il kiwi: è bello, è vigoroso e resiste bene anche in pianura Padana. Il Kiwi se attecchisce bene diventa però un po’ più invadente. Nell’incertezza usali tutti e due, non mancheranno di darti soddisfazioni!

Dimenticavo di dirti che se vuoi sapere qualcosa di più sulle piante selvatiche puoi seguire il blog di questa mia amica: si chiama il Giardino delle Naiadi, è una vera esperta e sicuramente ti piacerà (scrivigli e chiedi a lei se conosce qualcuno nella tua zona) . E poi spero presto di avere il tempo di dedicare uno spazio anche su InOrto alle piante spontanee. Per il momento ti invio un saluto e ti auguro Buon Orto!

Mi chiamo Gianna,  sono una casalinga, abito a  Bisceglie  e ho tre figli un marito ed una nipotina.

Vorrei sapere quando è il momento migliore per potare la vigna.

(Gianna – Bisceglie)

Risposta

Cara Gianna, proverò ad essere sintetica anche se non è facile quando si parla della potatura della vite. Esistono due tipi di potature, una di allevamento e l’altra di produzione.

Le potature di allevamento, che si effettuano i primi tre anni, servono  per dare alla pianta la forma desiderata (cordone verticale, cordoni orizzontali, pergola Guyot, tendone, forma libera, ecc.). Solitamente se ne fa una subito dopo l’impianto e le altre quando la pianta è a riposo a fine inverno.

Dal terzo anno, quando la pianta inizia a produrre, è invece importante fare le potature di produzione indirizzate soprattutto alla fruttificazione. In questo caso parliamo di potatura a secco e di potatura a verde.

La potatura a secco si effettua quando la pianta è a riposo, nelle zone a clima mite dopo la vendemmia in concomitanza con la perdita delle foglie, nelle zone dove il clima è più freddo la sposteremo a fine inverno. Durante questa potatura si elimineranno i tralci che hanno già fruttificato e si definiranno quelli che dovranno fruttificare l’anno successivo, lasciando molte o poche gemme a seconda della vigoria della pianta. In genere se è molto vigorosa ne lasceremo molte, se invece  è debole e ha bisogno di riacquistare tono ne lasceremo poche.

La potatura a verde si fa durante il periodo vegetativo (tarda primavera) e serve per ottenere il massimo dalla pianta, sia in termini di qualità che di quantità. Questa volta ci preoccuperemo di togliere i succhioni alla base della pianta ed eseguiremo la sfogliatura per permettere una migliore areazione e una maggiore esposizione solare.

Spero di esserti stata di aiuto, ma se avessi ancora dei dubbi non esitare a scrivere. La vite, soprattutto se puntiamo ad ottimizzare la produzione, è una pianta complessa, pensa che esiste anche una Scuola Italia di Potatura della Vite, che lo scorso anno faceva corsi web. Sia mai che li facciano anche quest’anno!

La vite è una pianta fantastica e sia negli orti che sui terrazzi trova sempre giusta collocazione: i suoi tralci ombreggiano, offrono frutti e regalano in autunno dei rossi mozzafiato. Potarla però è sempre un grande dilemma. Cesoie alla mano, la scrutiamo e la osserviamo da ogni angolazione, con un grande punto interrogativo stampato sulla faccia e nella mente la stessa eterna domanda: sarà il tralcio giusto? Dalla potatura dipenderà la vita della vite (concedetemi il gioco di parole): quanto vivrà, quanto si ammalerà, quanto produrrà e quanto ombreggerà. Non è responsabilità da poco dobbiamo ammetterlo.

Ma oggi c’è un’opportunità: da metà gennaio partono dei corsi sul web curati dalla Scuola Italiana di Potatura della Vite. Le lezioni, teoriche in aula e pratiche in vigna, saranno fruibili nelle sette principali regioni vinicole italiane (Piemonte, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige,  Friuli Venezia Giulia, Lombardia-Franciacorta, Toscana e Campania)  e potranno essere seguite in diretta oppure a piacimento on demand.

Se volete diventare dei potatori infallibili o quantomeno acquisire più certezze consultate il sito www.simonitesirch.it troverete date e programmi dei corsi e  delle dirette streaming.

foto di Simone & Pino Berettoni da flickr

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