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GiugnoA giugno l’orto esplode: gli ortaggi e le aromatiche sono al massimo del loro splendore vegetativo. Verde ovunque, ma anche colore se avremo messo nell’orto tanti bei fiori utili, come il tagete, il nasturzio, le zinnie, le calendule…prima che luglio porti con sé il caldo e la sete.

Semine – Anche se l’estate è alle porte si possono ancora eseguire delle semine. A dimora, direttamente nel campo, si potranno seminare le barbabietole, indivie precoci, fagioli a ciclo breve, ma anche i ravanelli e i broccoli che si raccoglieranno da fine estate. Saranno tuttavia i cavoli gli ortaggi su cui dovremo concentrarci adesso, se vorremo raccogliere i frutti in autunno ed inverno.

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FioriLa fioritura del pesco è l’emblema della primavera e tutti dovremmo avere l’occasione di ammirarla almeno una volta l’anno. Basterà fare una passeggiata in campagna perché il nostro occhio venga catturato da questa fioritura rosa, leggera e innocente, come solo la fioritura del pesco sa esserlo. Ma se disponiamo di un piccolo orto o giardino perché non pensare di piantarvi un pesco? Lo so il pesco ha una pessima reputazione riguardo alle malattie: ha la nomea di essere ‘deboluccio’ e di ammalarsi continuamente, ma se provassimo a coltivarlo correttamente, magari scegliendo la giusta varietà, forse potrebbe darci delle grandi soddisfazioni.

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DicembreA Dicembre guardiamo l’orto e pensiamo che forse è arrivato il momento di riporre gli attrezzi, tuttavia ci sono ancora dei lavoretti che potremmo ultimare prima dell’anno nuovo. InOrto ha già scritto un post sui lavori da fare nell’orto di dicembre, ma crediamo di potere aggiungere ancora qualche suggerimento, a dimostrare che non c’è stagione in cui l’orto ci conceda riposo, a meno che non si desideri farlo.

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Salve,
amo io ballo, odio gli allevamenti intensivi e trovo giusto che ognuno abbia un proprio orto…per diminuire le grandi serre dove vengono usati grandi macchinari, che inquinano! La mia domanda è, quali sono le migliori marche di terricci, e perché i trattamenti abbassano la genuinità dei prodotti?
Grazie
(Marco)

Salve Marco,
ci piacciono le tue passioni, per il ballo e per l’orto, il tuo pensiero riguardo l’autoproduzione spero sia contagioso per tutti!
Per quanto riguarda i terricci in commercio ce ne sono tanti tipi, marche e prezzi, in questa sede non posso fare pubblicità di una marca specifica rispetto ad un’altra, per questo ti invito a chiedere al tuo rivenditore di fiducia che ti consiglierà al meglio…aggiungo in coda che alla fine il miglior terriccio è sempre quello che ci produciamo noi stessi con il compostaggio!
Un prodotto dell’orto è tanto più genuino quanto più naturale possibile, i trattamenti che si danno alle pianta invece sono spesso lontani dai cicli naturali e per questo allontanano il prodotto dalla genuinità.
Salute e buon orto.

Ho qualche vite in giardino lasciatami in eredità dai miei.  Sono tutte abbastanza vecchie (oltre i 50 anni) più alcune comprate adesso ed è il primo anno che fanno qualche piccolo grappolo di uva nera. Abito a Francavilla Bisio (AL) patria del Cortese di Gavi. 

Ma veniamo alla mia domanda: l’anno passato le viti hanno preso una malattia diagnosticata come botrite. L’uva che potrebbero fare è solo per uso personale e domestico .

Ho dato il verderame, la poltiglia bordolese, il concime come consigliatomi da un negozio di agraria mio amico..

Quest’anno cosa posso fare per evitare il disastro dello scorso anno?

Ringraziando per la risposta porgo distinti saluti

(Maurilio – Francavilla Bisio – Al)

Risposta

Ciao Maurilio, ho parlato con il mio amico Michele che ha un cantina in Maremma ed è un coltivatore molto attento e in gamba. A suo parere i rimedi che hai utilizzato sono tutti giusti, ma il problema è che vanno fatti a scopo preventivo e non quando la pianta ha già manifestato i sintomi della malattia.

Per questo lui mi ha suggerito di fare i seguenti trattamenti preventivi, tutti ammessi in agricoltura biologica, a bassa tossicità ma comunque efficaci. Il primo trattamento che lui farebbe alla ripresa vegetativa, ma prima della nascita delle foglie, è a base di olio bianco contenente anche tracce di rame (verifica con il tuo negozio di agraria quale è il prodotto con queste caratteristiche), che disinfetta il legno dai residui dei funghi precedenti.

Dopodiché dovrai partire con i trattamenti a base di rame quando spuntano le prime foglie (più o meno quando appare la terza foglia). Da quel momento e per tutto il mese di maggio, i trattamenti rameici dovrebbero essere ripetuti ogni 8 giorni (ma giudica tu quanto vuoi insistere), se piove poco dopo, il trattamento andrà ripetuto.

Da giugno in poi potrai diradare e ad agosto finalmente sospendere, logicamente se la stagione è quella che normalmente ci attendiamo!

Se hai ancora bisogno scrivi, ma aspettiamo comunque una tua nuova e-mail per sapere come è venuto il vino! Un saluto Nara

Sono un ragazzo di 20 anni, vivo nel cuore della campagna maremmana, vicino ad un piccolo paesino chiamato Paganico, a pochi minuti da Grosseto. Ho un posto fisso (strano ma vero) in un’azienda vinicola qua vicino e ho al passione per l’agricoltura 🙂

Prima di tutto volevo ringraziarti per il tuo blog, ogni giorno prendo appunti per farmi piano piano un po’ di esperienza e poi complimenti anche per gli svariati campi che tratti. Ma arriviamo ai fatti, io ho un uliveto di 200 piante, 100 in piano, in uno stato perfetto, sono verdi grosse e ogni anno è una soddisfazione coglierle. Ho poi altre 100 piante invece situate in una collina, che purtroppo sono state trascurate, dove sono presenti vari rami secchi e gialli, poche foglie e di conseguenza pochissime olive…volevo sapere se un sovescio fatto con il favino potrebbe migliorare le cose e già che ci sono ne approfitto per sapere se è opportuno effettuare altri trattamenti…ringrazio in anticipo

(Manfredi-Paganico)

Risposta

Ciao Manfredi, prima cosa grazie per i complimenti e sappi che se sono ancora qui tutti i giorni a scrivere informazioni sugli orti è anche perché ricevo e-mail come la tua. 😀

Dopodiché voglio dirti che so benissimo dove è Paganico, terra bellissima ma non facile da coltivare. Ma non ci perdiamo di animo e facciamo quello che serve per farla rendere al meglio. Ti confesserò una cosa: in campagna io sono una ‘che predica bene e razzola male’ per cui la mia oliveta non ha mai quello che si meriterebbe.

Tu invece non solo dovresti fare il sovescio di favino, ma contemporaneamente dovresti arricchire la terra con del concime organico pellettato, meglio se biologico. Il letame non pellettato è ottimo, ma non sempre è maturo al punto giusto e allora brucia la semina e chiama i cinghiali (ma quelli arrivano lo stesso).

Ma non è finita qui: a primavera quando interrerai il sovescio aggiungi di nuovo del concime. Così la terra subirà da subito un sensibile miglioramento e le piante te ne saranno grate. Queste operazioni vanno ripetute negli anni, fino a quando non vedrai che le cose iniziano veramente a cambiare.

Mi chiedi inoltre quali trattamenti fare. Al volo ti dico quelli base dopo avere ascoltato le molte campane ‘sul campo’. La poltiglia bordolese andrebbe data subito dopo la potatura (nel tuo caso la potatura, ma del resto credo che tu lo sappia bene, è fondamentale) e poi un’altra volta quando vedrai ingrossare leggermente le olive. Naturalmente c’è chi la ripete più volte.

Per aiutare invece l’allegagione dovrai invece fare un trattamento a base di boro. Quando?  Subito dopo la fioritura, quando appena si percepisce il frutto, questo proprio per evitare la ‘cascola’. Anche in questo caso c’è chi abbonda e fa un trattamento anche in prefioritura.

Ma non ho finito! E la mosca? Dove la lasciamo la mosca? Veramente la lasceremo volentieri ovunque tranne nella nostra oliveta, ma purtroppo quella arriva e fa danni. Allora ultimamente ho sentito parlare molto, ma molto bene del ‘caolino’ (leggi questo link ma se non conosci un prodotto non limitarti nelle informazioni, digita caolino e leggi tutto quello che ti serve!), da dare quando l’oliva è ormai diventata più grossa e siamo avanti con la stagione tanto da temere l’attacco della mosca. Come saprai i ‘bollettini’ dei vari consorzi della zona sono molto aggiornati e in genere riescono a capire quando ‘ la malefica’ potrebbe sferrare l’attacco. Logicamente se piove molto il trattamento va ripetuto.

Per il momento è tutto, ma per qualsiasi cosa sentiamoci, magari nel frattempo nascono novità ancora meno impattanti, perché i trattamenti di cui abbiamo parlato, per quanto tutti consentiti in agricoltura biologica, hanno comunque un impatto sull’ecosistema, per questo è meglio farne un uso limitato ed intelligente. Ciao e godiamoci il nostro Buon Olio!!!

Sono un coltivatore per hobby e vorrei utilizzare il meno possibile prodotti chimici.

Nel frutteto della casa di campagna ho alcune piante di peri che, nonostante i due trattamenti a fine autunno e di inizio primavera che faccio regolarmente con verderame e olio bianco, da alcuni anni si presentano con le foglie ticchiolate di giallo e la produzione va persa. Cosa devo fare?

( Giovanni )

Ciao Giovanni, credo si tratti della ticchiolatura, che colpisce in particolare modo il pero, il melo e il nespolo. E’ un fungo che si diffonde soprattutto durante le primavere piovose, quando c’è scarsa circolazione di aria e umidità stagnante.  Per questo può essere utile una potatura che favorisca una migliore ventilazione tra le fronde.

E’ un fungo molto contagioso e per evitare la sua propagazione è necessario raccogliere le foglie e i rami caduti sul terreno e bruciarli altrove.

Ma veniamo ai trattamenti da effettuare per prevenire l’attacco. La poltiglia bordolese due volte l’anno è sicuramente il rimedio più efficace e dovrebbe essere sufficiente per prevenire molte malattie fungine, certo che in caso di pioggia il trattamento va ripetuto. Ti consiglio una volta l’anno di effettuare anche una buona concimazione a base di stallatico maturo per dare nuovo vigore e resistenza alla pianta.

Un ottimo rimedio preventivo è l’infuso di equiseto e il macerato di ortica, da irrorare sulla pianta durante la primavera. Oppure nel tuo caso credo che possa essere efficace, dal momento della fioritura in poi (dopo che avrai fatto i due trattamenti don la poltiglia bordolese), l’uso della propoli (1 litro di acqua e 20-30 gocce di propoli e magari aggiungendo un cucchiaino di zolfo). Un altro prodotto che non ho mai utilizzato, ma che suggeriscono in molti come fungicida è il polisolfuro di calcio (calce+zolfo), ammesso anche in agricoltura biologica

A questo punto incrociamo le dita e auguriamoci che non ritorni più una primavera piovosa come quest’anno!!!

Volevo sapere che trattamenti si usano sulle patate.

(Gianni – Canneto Pavese)

Risposta

Ciao Gianni, per prevenire l’attacco della dorifora e per stimolare la crescita della pianta puoi distribuire il macerato di ortica appena si vedono le prime foglie. Oppure distribuire sulle piante trattamenti a base di litotamnio e farina di rocce, che allontanano anche la mosca bianca, il ragnetto rosso e protegge i giovani germogli dalle croste nere (malattia fungina).

Mentre contro la peronospora, può esserci ancora di aiuto il macerato di ortica, ma soprattutto il decotto di equiseto.

Se vuoi usare qualcosa di più forte, qualora le condizioni atmosferiche siano particolarmente sfavorevoli (umidità stagnante e piogge frequenti) si possono fare trattamenti con l’ossicloruro di rame (ma mai durante la fioritura). In caso di attacco manifesto in alternativa al rame possiamo utilizzare la soluzione idroalcolica di propoli data ogni 10 gg.

Naturalmente valuta tu, in base alle condizioni delle tue piante, alle coltivazioni precedenti, alle condizioni atmosferiche, di quali trattamenti le tue piante possono avere maggiormente bisogno. Un saluto e buon orto!

Ogni tanto mi succede di rispondere a qualcuno su degli argomenti molto comuni e ampiamente condivisibili. Tra questi c’è la risposta data ad Antonio tempo fa su come fare per mantenere un albero da frutto sano e produttivo. E’ un argomento su cui torno sempre volentieri perché interessante per tutti.

Ecco quindi qualche consiglio su cosa fare per mantenere sani e fruttiferi albicocchi, peschi, susini, ciliegi, mandorli, kaki, ecc. Io, ma soprattutto Francesco, che è il giardiniere che mi dà una mano nell’orto e nel giardino, ci comportiamo così:

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Ciao Nara, delle piante da frutto, come la ciliegia, mi interesserebbe conoscere le varie fasi di sviluppo: dalla  crescita, a quando portano il frutto a come seguirlo perchè sia di qualità. Ti chiedo questo perchè un albero di ciliege giovanissimo, portava il frutto da un paio d’anni, ma in estate avanzata con mio grandissimo dispiacere è seccato. Nel verde del mio orto fa pena vederlo e, non so se sia dipeso dal fatto che quella parte dell’orto sia lo sversatoio dei residui dei frutti, per cui probabilmente c’è stata una superalimetazione, oppure se sia dipeso dal particolare caldo che ha caratterizzato la stagione appena passata. L’impianto a gocce e il pozzo del mio orto mi hanno dato una grande soddisfazione.

Non ti ho scritto fino a questo momento non perchè non sia un tuo assiduo lettore, bensì perchè ho atteso di rendermi conto di quali piante abbiano o meno prodotto per fare poi con te un’analisi della situazione. Ad es., fermo restante il problema del ciliegio, non ho potuto contare su una eccellente produzione dei filari di aglianico, malgrado le mie premure. Forse avrei bisogno di avere una conoscenza più approfondita sull’argomento dalla potatura alla vinificazione e al modo di mantenere il vino in cantina. Di questo conto sulla tua consulenza o su indicazioni che sono sicuro tu saprai darmi.

Cara Nara, sono convinto che tu sei destinata al successo perchè si sente che vivi la campagna così come noi. Devo dirti che il mio paese produce l’aglianico DOCG, che si chiama il Taurasi, dal nome del mio paese. In occasione di una mia candidatura al consiglio provinciale ho proposto di creare un osservatorio, un posto di lavoro per un agronomo, dove tutti i produttori potessero chiedere come al Meteo per il tempo , suggerimenti per un rapporto proficuo per qualità e quantità in merito alle fasi della vite dalla sua nascita alla vinificazione.

Sono un fresco pensionato e passeggiare e zappettare nell’orto sta diventando un’ esigenza sempre più sentita perchè distende, distrae, limitando il tempo al computer. Sto, comunque anche su facebook, per cui appena mi collegherò chiederò la tua amicizia. Non altro, ti saluto affettuosamente, con gratitudine Antonio

( Antonio – Taurasi )

Risposta

Ciao Antonio, è un piacere leggerti e sapere che il tuo orto ti sta dando tante soddisfazioni. Ma affrontiamo il problema che hai avuto con il ciliegio. Il caldo può sicuramente avere influito sulla sua salute, ma se hai provveduto ad annaffiarlo con regolarità non credo sia stato quello il motivo della sua morte e non credo neppure sia imputabile al ‘discorso sversatoio’, direi piuttosto che potrebbe trattarsi di un attacco batterico, magari proprio perché indebolito dal caldo eccessivo l’albero è diventato più vulnerabile. Dovresti guardare se sulla corteccia ci sono dei fori, se ha della gommosi sul tronco e se quando è seccato aveva ancora le foglie. Insomma una serie di indizi che potrebbero aiutarci a capire la causa del suo deperimento. I ciliegi (Prunus)  sono soggetti ad attacchi batterici, anch’io tre anni fa ho perso un Prunus cerasifera per questo motivo.

Quanto a cosa fare per mantenere sano e fruttifero un ciliegio o un albero da frutto ognuno ha i suoi metodi. Io, ma soprattutto Francesco, che è il giardiniere che mi dà una mano nell’orto e nel giardino, ci comportiamo così: effettuiamo la potatura in due volte una ‘a verde’ in tarda estate dopo la fruttificazione, per togliere i polloni inutili e ripulire un po’ la chioma, e un’altra ‘a legno’ a febbraio-marzo (dipende dal luogo) più consistente, per abbassare i rami e potare quelli che riteniamo superflui. Ad ottobre e febbraio arricchiamo il terreno con dello stallatico maturo. Mentre per quanto riguarda i trattamenti, contro le malattie crittogamiche (funghi) somministriamo la poltiglia bordolese, una prima volta quando sono cadute le foglie e un’altra prima che si schiudano le gemme. Diamo poi il rame come battericida dopo la potatura, ma anche dopo che l’albero avrà perso i fiori ed inizieremo a intravedere i frutti. Ultima buona regola può essere l’utilizzo dell’olio bianco contro larve, cocciniglie, ecc.

Se poi nel corso dell’anno si presentano altri problemi li affrontiamo di volta in volta.

Per parlare di vigna e vinificazione occorre molto tempo, perché l’argomento è complesso. Mi sembra eccellente l’idea che hai avuto di creare un osservatorio a Taurasi, con una persona preparata e abilitata a fornire consigli alle persone del luogo, soprattutto nell’ambito di un vitigno specifico come l’aglianico. Spero che seguiranno il tuo suggerimento, ma nel caso tu avessi bisogno di aiuto scrivimi pure, anche se non ho una vigna, ma solo un’oliveta, ho molti amici viticoltori che non esiteranno a fornirmi informazioni e chiarimenti da girarti.

Per il momento ti saluto e, anche se hai giustamente limitato l’uso del computer, ti aspetto su face book!

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