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Sedum rupestre

Sedum rupestre

Dove quasi tutte le piante si rifiutano di vivere, loro non solo sopravvivono, ma vivono alla grande! Stiamo parlando dei Sedum, piante succulente adatte a vivere in ambienti estremi, luoghi dove la terra è poca, povera e arida. Potremmo definirle piante masochiste, ma in realtà sono solo generose, adattabili, insostituibili.

Nel mio giardino, quando mi sono vista più volte perduta, quando mi sembrava di non avere altra ‘chance’ che non rassegnarmi alla polvere, loro mi sono sempre venute in aiuto: all’interno di un vecchio pozzo in disuso riempito di calcinacci, in vasi dimenticati dove mi era impossibile portare l’acqua, su scarpate assolate e rocciose. Insomma in tutti i posti inospitali il Sedum ha dato il meglio di sé.

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L’altro giorno vado al mercatino biologico sotto casa e mi dirigo sparata al banco degli avocado. Delusione: erano finiti! Ho pensato che evidentemente sono molto richiesti  e che sarebbe un’idea produrne di più anche in Italia. Ecco perché oggi vi propongo un post sulla coltivazione degli avocado!

Salve,
sono della provincia di Udine. Ho 53 anni e da un pò di tempo ho la passione di piante di agrumi, che in zona da noi, (Udine) sono difficili da trovare tipo: Finger lime, Limetta del deserto, Pompia, ecc.
Volevo sapere se è possibile fare la margotta al Finger lime e alla Limetta del deserto.
Ho provato con le talee e la metà hanno radicato! So che ci vorranno 4/5 anni perchè producano ma questo è il bello; in seguito vi elenco le mie piante (in vaso)con buoni risultati di produzione.
Rangpur, limetta di taiti, pompelmo rosa, cedro normale e mano di budda, limone normale e pane, clementina, arancio variegato, pompia, bergamotto, finger lime e la limetta del deserto,papeda…Abito nella provincia di Udine e per questo che mi piacciono le sfide con gli agrumi visto che dicono che qui è difficile farli crescere .
Grazie!
(Mauritius – Udine)

Risposta

Ciao Mauritius,
sei pura energia positiva per le piante degli agrumi, grazie per la tua passione che ci regali!
Certo che è possibile riprodurre tramite margotta l’agrume Limetta del Deserto australiano e Finger Lime, considerando anche la percentuale di radicazione delle talee che hai fatto direi proprio di si!
Per avere consigli ulteriori sugli agrumi, consulta pure questo sito specializzato che trovi nel link; un altro vivaio di agrumi molto fornito invece lo trovi aprendo questo secondo link.
W le sfide, anche quelle che inizialmente sembrano dei fallimenti!
Salute e buon orto.

SantoregLe aromatiche sono tutte semplici da coltivare, tuttavia sembra ce ne sia una ancora più semplice delle altre: la santoreggia. E posso confermarlo: da quando l’ho trapiantata tra un marciapiede in pietra e l’aiuola di rose, rosmarini e lavande, ‘lei’ è sempre lì con il suo bel cespuglietto compatto, pronta a regalare profumo e colore. Perché sarà pure di facile coltivazione, ma non per questo è meno saporita e profumata! Anzi tutt’altro: la santoreggia montana ha un sapore decisamente piccante, tanto che in Provenza viene appellata ‘pepe d’asino’, peculiarità che l’aveva fatta apprezzare dai greci e dai romani, quando non era ancora disponibile il pepe o il peperoncino, mentre in Liguria viene chiamata ‘erba acciuga’, per il suo sapore deciso. E se avete ancora qualche dubbio sulla sua bontà provatela per condire un piatto di fagioli, sono certa che subito dopo correrete a procurarvi i semi o una talea!

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Aromatiche1Le piante aromatiche sono il primo passo per per avere un piccolo-orto giardino. Oltre ad essere esteticamente gradevoli, sono indispensabili per caratterizzare i piatti con profumi e aromi particolari. L’ideale è creare una piccola collezione di aromatiche per avere la possibilità di imparare a conoscerle da vicino, apprezzando le qualità olfattive e organolettiche di ciascuna. Inizialmente per orientarci nel riconoscimento sarà sufficiente mettere vicino ad ogni nuova pianta, un cartellino in legno (io li ho creati con del semplice compensato) con su scritto il nome con un pennarello indelebile.

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Salve,
abito a Ragusa e lavoro in un’impresa edile,
volevo sapere se posso seminare le bacche di alloro per ottenere nuove piantine.
Grazie
(Antonio – Ragusa)

Risposta

Ciao Antonio
che bel progetto, vuoi fare un “alloreto”?
Certo che sì, e vedrai che velocità di germinazione e crescita! Non mi rimane che dirti buona semina e se vuoi spedisci delle foto delle tue giovani piantine!
Salute e buon divertimento.

Buon giorno a tutti voi,
salve sono un uomo di 59 anni in pensione e vengo dalla provincia di Vicenza,
la mia domanda è, come si fa produrre la patata americane rossa, la batata?
Grazie
(Flory59)

Risposta

Ciao Flory,
La patata rossa americana è un ortaggio molto particolare, che si chiama Batata (Ipomea batatas L. Lam.).
Immagino tu la voglia coltivare nel tuo orto, per questo le modalità di propagazione di tale ortaggio minore sono principalmente due: piantare il tubero seme, o frazioni di tubero – come si fa per le patate –  oppure si mettono a radicare i germogli della vegetazione rampicante che la batata forma vegetando. La stagione ottimale per fare questa operazione è la primavera inoltrata, la si raccoglie poi dopo alcuni mesi.
Nell’articolo che ti ho linkato in cima al mio scritto trovi tutte le altre informazioni necessarie, ma se hai bisogno ancora, scrivici.
Buona coltivazione!

Punica granatumIl melograno (Punica granatum) non è una pianta a cui si possa dedicare poco spazio: la sua storia è lunga e prestigiosa, è originario della Persia e dell’Afghanistan e viene coltivato da almeno cinquemila anni. A ‘lui’ sono stati dedicati poemi e opere d’arte. Frutto regale, è stato citato da Mosè, conservato nelle tombe dei faraoni e coltivato nei giardini di Babilonia. Ma fermiamoci qui, perché occorrerebbe un trattato di storia per scoprirne tutti i simboli e i significati che gli sono stati attribuiti nei secoli o gli impieghi a cui si è prestato, limitiamoci dunque a capire come è perché si coltiva oggi.

A me piace averlo proprio al limitare dell’orto, perché le sue foglie verde chiaro, i germogli purpurei, i fiori scarlatti che compaiono da fine maggio ad agosto e infine i suoi frutti, a mio avviso di una bellezza senza pari, lo rendono una pianta unica e imperdibile.

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Lev. foto 1Il levistico  (levisticum officinale) è stata per me una scoperta recente, quando un’amica ungherese mi ha detto di fare gran uso delle sue foglie perché sono ottime sia per il bollito che per il sugo, nel minestrone, nelle frittate e in molte altre pietanze, come formaggi e pesce. Si possono poi utilizzare a crudo in insalata, i germogli e le cimette tenere, mentre i semi arricchiscono pane e focacce.

Forse lo avevo ‘snobbato’ per la sua eccessiva somiglianza con il sedano e allora avevo erroneamente pensato si trattasse di un duplicato di poca importanza. In verità anche se il sapore del levistico assomiglia a quello del sedano, tanto è vero che viene chiamato anche sedano di montagna, il suo profumo è più intenso, il suo sapore più pungente e forse anche più gradevole.

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Immagine 3Per fortuna che c’è la malva! Praticamente fa bene a tutto ed è conosciuta come ‘rimedio contro ogni male’. E’ ricca di vitamine A, B e C, è antinfiammatoria, rinfrescante ed emolliente. Si usa per fare sciacqui, gargarismi, impacchi e pediluvi. E non è finita qui! La malva si può usare anche per fare delle ottime tisane che, manco a dirlo, sono un vero ‘toccasana’, infatti mia madre quando ero piccola me le rifilava ad ogni ora del giorno e della notte.

Inoltre i germogli, le foglioline, ma anche i fiori freschi (peraltro bellissimi da vedere e i più grandi sono quelli di Malva mauritiana) possono essere usati come ingredienti di gustose insalate primaverili. Le foglie e le cime più tenere dei fusti sono buone anche appena scottate, da consumare con un semplice filo di olio o tritate in frittate, minestre e risotti.

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