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Foto Paysage à Manger

La patata è stato l’ultimo ortaggio che mia madre ha smesso di coltivare quando l’età gli ha impedito di frequentare l’orto. Quando le sue gambe hanno smesso di obbedirgli, ha chiesto ad alcuni amici confinanti, di vangare per lei alcune prode e di seminarvi delle patate. Non tante, poche, quelle che bastavano a garantire patate tutto l’anno a lei e alle sue figlie. “Perché – diceva – patate buone come quassù non le troviamo da nessuna parte”. E aveva ragione: le patate coltivate sulle pendici delle Alpi Apuane sono ottime.

Tra tutti gli ortaggi è quello che preferisco e oggi vorrei provare a riseminare le patate proprio dove mia madre lo ha fatto per anni. Ma appena ho iniziato a chiedere ad amici coltivatori che tipo di patate coltivassero il coro è stato unanime: ‘patate olandesi’ che si trovano all’agraria! Ma come – ho insistito – non esistono patate locali buone e produttive, magari di varietà diverse dal gusto e dal sapore differente? La risposta è stata no. Come se non bastasse, nel caso poi decidessimo l’anno successivo di riseminare una parte di quelle raccolte senza doverle riacquistare, perderemmo in produttività e qualità.

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Oggi vi faccio un regalo. Un dono prezioso come il messaggio che trasmette: la sostenibilità. Perché di questo parla il libro “Getta un seme” di cui oggi, grazie ad un editore generoso e ‘illuminato’, l’Associazione Nazionale Nuove Direzioni, posso trasmettervi il link da scaricare gratuitamente , così tutti potete averlo sulla scrivania del vostro computer per consultarlo a vostro piacimento.

“Sostenibilità è una parola vuota o troppo ricca di significati?”. E’ la domanda con cui inizia il libro. Certamente è abusata e per questo svuotata del suo reale significato.  Questo testo cerca di scavare nel concreto e nel vissuto di questa parola, per restituirgli peso e valore.

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Carissimo,
da due anni sono in pensione.
Ho un terreno di 500 mq, a balze, che vorrei coltivare durante il mio tempo libero.
Finora ho coltivato alcuni ortaggi, non sempre con grande resa. Per concimare uso lo stallatico; non uso antiparassitari. Quello che produco è poco, ma “bio”.
Sia nel campo che nella parte dove c’è l’erba, mi cresce in abbondanza il vilucchio e il convolvolo.
Non riesco a “distoglierlo”, anche se quando vango cerco di togliere tutta la radice. Anche nel prato lo strappo cercando di scavare a fondo per eliminare tutto il fittone, è però una lotta impari: subito dopo ricresce.
Ho chiesto a vari giardinieri cosa posso fare. Mi hanno risposto di continuare, come faccio ora, a strappare fino all’ultimo pezzettino il fittone, oppure di usare il diserbante.
Quest’ultima soluzione non mi piace per niente e non la voglio praticare!
Tu hai un consiglio? Te ne sarei infinitamente grato.
Carissimi saluti.
(Alfio)

Risposta

Ciao Alfio,
immaginiamo molto bello il tuo campo coltivato a balze, come dici tu, “balze-bio”, potrebbe essere il suo nome!
Parlando di erbe spontanee-infestanti certo non ti suggerisco di utilizzare i diserbanti…avveleneresti tutto il tuo bell’ambiente biologico; a mio parare invece, nel caso di erbe spontntanee da contenere dovresti agire in due modi differenti:
1 – nelle aiuole di coltivazione del tuo orto non hai altre strade che eradicarle manualmente, andando a strappare la radice, e cercare poi, con la coltivazione deglio ortaggi di rubare loro spazio vitale.
2 – negli altri spazi limitrofi invece, come camminamenti o aree di sosta mi dedicherei al taglio della sola parte aerea verde della pianta, andando a creare di conseguenza un vero e proprio prato rigoglioso…puoi utilizzare decespugliatori o rasa erba anche elettrici.
Volendo rimanere nel biologico non vedo altre soluzioni…la lotta come la vedi tu potrebbe mutare in convivenza pacifica e magari anche redditizia se pensi che molte di queste erbe spontanee è molto buona da mangiare!
Salute e buon orto.

Salve,
è obbligatorio avere un impianto di irrigazione per gli orti pacciamati con i teli? Esistono dei teli adatti alla pacciamatura che fanno passare l’acqua se l’irrigazione avviene da sopra?
Grazie, ciao.
(Paolo – Macerata)

Risposta

Ciao Paolo,
i sistemi di pacciamatura del tereno sono diversi, volendo fare una prima suddivisione direi che esistono sistemi di pacciamatura fatta con materiali naturali oppure con materiali sintetici…ovvio che ti suggeriamo di adottare i primi in quanto la sostanza organica lascia passare al meglio, sia l’acqua d’irrigazione da sopra sia traspirare la terra. Esistono comunque diversi tipi di teli pacciamanti quali: fibra di cocco, iuta, plastica traspirante, ecc ecc. per ispirarti sulla pacciamatura organica leggi pure l’articolo nel link.
Salute e buon orto.

Buon giorno a tutti voi,
salve sono un uomo di 59 anni in pensione e vengo dalla provincia di Vicenza,
la mia domanda è, come si fa produrre la patata americane rossa, la batata?
Grazie
(Flory59)

Risposta

Ciao Flory,
La patata rossa americana è un ortaggio molto particolare, che si chiama Batata (Ipomea batatas L. Lam.).
Immagino tu la voglia coltivare nel tuo orto, per questo le modalità di propagazione di tale ortaggio minore sono principalmente due: piantare il tubero seme, o frazioni di tubero – come si fa per le patate –  oppure si mettono a radicare i germogli della vegetazione rampicante che la batata forma vegetando. La stagione ottimale per fare questa operazione è la primavera inoltrata, la si raccoglie poi dopo alcuni mesi.
Nell’articolo che ti ho linkato in cima al mio scritto trovi tutte le altre informazioni necessarie, ma se hai bisogno ancora, scrivici.
Buona coltivazione!

In estate, quando il tempo è asciutto, sarà più facile vedere spuntare qua e là, dal terreno del nostro orto, oltre che (speriamo) gli innumerevoli ortaggi coltivati con passione, anche dei poco graditi mucchietti di terra, che annunciano (ahimè) la presenza delle talpe.  Le talpe non si nutrono di piante, ma mangiano lumache, larve, vermetti e insetti, e li vanno a cercare proprio lì,  sotto le nostre piante, dove il terreno è ricco e soffice, danneggiandone talvolta le radici. La cosa migliore, quando ci accorgeremo di averle tra i piedi, o forse è meglio dire sotto i piedi, è respingerle allontanandole.

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Che delusione quando andiamo a controllare le nostre patate e le troviamo germogliate anzi tempo e ci vediamo costretti a velocizzarne il consumo!

Può succedere quando la primavera è stata molto piovosa e la patata ha incamerato troppa acqua e risulta per questo meno conservabile. Oppure quando la raccolta è avvenuta in anticipo e le foglie della pianta non erano ancora del tutto appassite. O ancora, se spinti dalla fretta o sorpresi dal maltempo, non abbiamo provveduto a lasciare i tuberi nel terreno caldo e asciutto per almeno una settimana o due.

Sono questi i motivi per cui talvolta già a settembre ci troviamo a dovere togliere in fretta i germogli delle nostre patate. Ma cos’altro possiamo fare per aiutarne la conservazione?

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La semina consiste nel prendere un seme e metterlo in terra alla giusta profondità e  con la giusta temperatura. Eppure anche un’operazione così semplice può essere praticata in più modi: a spaglio, a file o a postarelle. E se vogliamo diventare dei provetti orticoltori è bene capire in cosa differiscono.

La semina a spaglio è quella più veloce, non a caso è detta anche ‘alla volata’. E’ quella che ha origini più antiche e si effettua spargendo il seme in modo uniforme e poi coprendolo velocemente con un leggero strato di terra. In genere si pratica con i semi molto piccoli (come quelli della carota) e per ottenere una più regolare distribuzione dei semi, si mescolano questi alla sabbia o ad un po’ di terriccio di semina molto asciutto.

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Sono un’amante del biodinamico. Ho un orto in comodato con Italia Nostra. Per favore potete darmi qualche dritta nella coltivazione del Ribes? Si forma sul (tronco) come una muffa bianca e si nota la sofferenza della pianta. Cosa posso fare? Non amo i prodotti chimici. Grazie dei suggerimenti

( Luigia )

Risposta

Ciao Luigia, quando si parla di muffa bianca è difficile sbagliarsi: si tratta di oidio o mal bianco.

Sulle piante di ribes questa tipica muffa bianca si può manifestare su entrambe le pagine fogliari. Durante la potatura è bene asportare le parti colpite, perché spesso le spore del fungo svernano sull’apice dei rami infetti. Altrimenti prova a leggere attentamente il post su come combattere l’oidio, ci sono soluzioni più dolci e naturali e altre più aggressive, usa le une o le altre in base alla gravità dell’attacco. Un saluto e a presto!

Di questi tempi si fa un gran parlare di prodotti biologici, ma quando il termine ‘biologico’ entra nel nostro orto cosa significa esattamente? Come principio generale nell’orto biologico devono essere utilizzati solo prodotti naturali e non di sintesi, ma molto spesso significa applicare buone e semplici pratiche colturali e molto buon senso.

Riassumendo possiamo dire che:

– Il terreno e le piante vanno nutrite soltanto con concimi biologici: letame, pollina, compost, terricciati, torba…

– E’ necessario seminare una grande varietà di specie vegetali

– Quando si presenta la necessità di combattere parassiti e malattie ci dobbiamo orientare verso tecniche colturali che tendono ad escludere l’uso di sostanze chimiche.

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