Il muro in pietra rappresenta per l’orto un abbraccio naturale. E’ il limite perfetto che ne delinea il confine. Oppure è l’elemento, grazie al quale, non sarebbe stato possibile coltivare ad orto un pendio troppo scosceso. Ma un muro in pietra, a guardare bene, è esso stesso un orto. Un piccolo orto in miniatura, nei cui interstizi, crescono piante commestibili, spesso spontanee, di cui trascuriamo l’importanza.

Ci sono due libri che parlano proprio di questo. Il primo “Pietra su pietra – costruire, mantenere, recuperare i muri in pietra a secco” di Donatella Murtas, parla di tutti i muri in pietra a secco che disegnano, da migliaia di anni, il paesaggio in ogni angolo di mondo e in Italia non c’è regione che non se ne fregi. Delle vere e proprie opere d’arte e, non a caso, sono stati nominati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

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Oggi vi faccio un regalo. Un dono prezioso come il messaggio che trasmette: la sostenibilità. Perché di questo parla il libro “Getta un seme” di cui oggi, grazie ad un editore generoso e ‘illuminato’, l’Associazione Nazionale Nuove Direzioni, posso trasmettervi il link da scaricare gratuitamente , così tutti potete averlo sulla scrivania del vostro computer per consultarlo a vostro piacimento.

“Sostenibilità è una parola vuota o troppo ricca di significati?”. E’ la domanda con cui inizia il libro. Certamente è abusata e per questo svuotata del suo reale significato.  Questo testo cerca di scavare nel concreto e nel vissuto di questa parola, per restituirgli peso e valore.

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C’è un orto per tutti e per tutto. Orti produttivi, orti sociali, orti didattici, orti terapeutici, orti familiari, orti estremi. E chi più ne ha più ne metta. E poi ci sono gli orti fatti per durare un giorno. Quelli che servono per trasmettere un messaggio, che si fanno per esprimere un pensiero e la propria creatività, che si fanno con gli amici divertendosi.

E’ successo a Camaiore alla manifestazione ‘E la via dell’Orto’, dove per due giorni l’orto è stato al centro di dibattiti e incontri. E tra le molte iniziative era stato indetto proprio un concorso per orti creativi.

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Tra le colline di Pisa c’è un laboratorio a cielo aperto. Paolo Gullino e Sofia Cerrano hanno scelto una piccola vallata, in questo territorio, per portare avanti la loro ricerca sulle ‘piante innovative’.

Le loro piante, in verità, di innovativo hanno ben poco, sono sulla terra da molto più tempo di noi, ma le abbiamo dimenticate. A Paolo e Sofia va il merito di riscoprirle, di riproporcele, di darci le indicazioni di come utilizzarle al meglio. Sono tutte piante commestibili o, come dicono loro, “piante edibili, piante incredibili”.

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Orto Casa Lajolo

Con la primavera la terra è in fermento. Gli orti si risvegliano e i lavori da fare si moltiplicano, così come gli appuntamenti e le fiere da seguire. E’ davvero un bel momento se vogliamo partecipare o assistere a conversazioni sugli orti, scambiare dei semi oppure semplicemente acquistare qualche pianta. Le manifestazioni in programma sono moltissime, ma solo alcune si occupano dell’orto in modo specifico o perlomeno hanno degli spazi dedicati.

Il primo appuntamento in ordine temporale è quello del 23 e 24 marzo nei Giardini Valentini a Mantova. “Orti Mantovani – fiori, ortaggi e semi nella città dei Gonzaga” è alla sua prima edizione, ma già promette bene.

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Avete mai pensato di realizzare un orto un po’ speciale, dando sfogo a tutta la vostra creatività? E’ arrivato il momento di provarci perché il Comune di Camaiore, durante la manifestazione ‘E’ la via dell’Orto’, che si terrà il 13 e il 14 di aprile 2019, ha indetto un concorso, aperto a tutti coloro che vogliono cimentarsi nella realizzazione di un piccolo orto nelle vie del centro storico. Il vincitore porterà a casa un assegno di mille euro. E con mille euro si possono comprare attrezzi, semi, piantine, sistemare l’impianto d’irrigazione o pensare anche a una piccolissima serra. Oppure prendersi una piccola vacanza proprio dall’orto 😀

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Il contatto con la terra, la frequentazione, la coltivazione, ma anche la stessa osservazione, aiuta a migliorare le condizioni sociali, educative e psicologiche dell’uomo, apportando benefici al corpo, allo spirito e alla mente. Questo processo terapeutico oggi viene spesso classificato sotto il nome di Ortoterapia. Ma può trovare anche altre definizioni a seconda di come viene praticata nello specifico.

Stefano Pissi, che voi tutti conoscerete se frequentate le pagine di InOrto, perché è l’agronomo che dispensa consigli sul nostro blog, ha messo a punto un progetto di ’Terrapia’, che aiuta a ristabilire l’equilibrio psicofisico delle persone.

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Chi l’avrebbe detto che Giuseppe Verdi, il compositore di ‘Va pensiero sulle ali dorate va ti posa sui clivi e su colli…” fosse non solo in cuor suo, ma anche di fatto un contadino? L’ho scoperto leggendo un libro, di cui vi consiglio la lettura “La terra non è mai sporca” di Carola Benedetto e Luciana Cilento. Ecco, proprio all’interno di questo libro c’è un capitolo dedicato a Giuseppe Verdi e alla sua passione per la terra.

Che fosse un amante della natura, uno strettamente legato alla sua terra, potevamo immaginarcelo, aveva investito tantissimo in quella che chiamava la ‘pianuraccia’, acquistando la tenuta di Sant’Agata a Villanova sull’Arda.
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Non c’è niente di meglio che coltivare le piante per conoscerle veramente. E forse è vero. Tuttavia c’è un altro modo per avvicinarsi ad esse, per entrare nel loro mondo e stabilire un rapporto più profondo: la pittura. Simonetta Occhipinti, acquerellista botanica di fama internazionale, ci racconta come ha iniziato e sviluppato questa relazione. Dapprima con le erbe spontanee, poi con i fiori e infine con gli ortaggi.

I suoi lavori sono incantevoli e non c’è dubbio che non è sufficiente sapere dipingere per ottenere un risultato così intenso. Che tu sia un giardiniere o un orticoltore, quando ti soffermi davanti alle sue tavole, capisci che ti era sfuggito qualcosa, nonostante tu abbia trascorso anni in compagnia di quelle piante. I suoi acquerelli botanici sono un’opportunità per guardare più a fondo e con occhio nuovo le piante del nostro giardino.

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Insieme alle persone arrivano da lontano anche semi, colture/culture e nuovi modi di produrre e consumare cibo. E’ ispirandosi a questo concetto che l’artista fiorentino Leone Contini ha creato, all’interno dell’Orto Botanico di Palermo, un orto ‘opera d’arte’, inserito all’interno di Manifesta, evento d’arte itinerante che quest’anno si tiene proprio a Palermo.

Già l’idea base, della stessa manifestazione, è incentrata sul ‘giardino planetario’ del paesaggista-filosofo francese Gilles Clément: dove ciascun uomo è giardiniere del mondo e se ne prende cura. Un giardino aperto e senza confini dove gli incolti sono la vera riserva di biodiversità.

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