Dopo New York, Parigi, Londra e molte altre città europee anche a Roma gli orti condivisi stanno sempre più prendendo piede, o forse è più corretto dire terreno. Spazi verdi, per lo più pubblici, abbandonati e senza manutenzione, sottratti  all’incuria e al degrado da gruppi o associazioni di cittadini volenterosi di dare dignità ad aree dimenticate. Grazie all’iniziativa degli abitanti queste aree si trasformano con il tempo in orti, piccoli giardini, aree gioco, dove è possibile incontrarsi e lavorare insieme ad un progetto. In nome della natura si creano dei luoghi di aggregazione dove ciascuno è responsabile di uno piccolo spazio urbano e del verde che ne fa parte.

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Volete aspettare che vostro figlio allontani il piatto da sotto il naso per spiegargli cosa sia un cavolo, una zucca o una rapa? Spero di no.

Allora iniziamo con l’apprendimento dell’alfabeto per spiegargli come si chiamano le varie verdure. Ed ecco che accanto ad A come ape, potreste spiegargli che esiste anche A  come aglio o come albicocca; e accanto a B come barca, c’è B come barbabietola o come broccolo, e così via per tutte le lettere dell’alfabeto. Magari davanti alla D potreste avere qualche difficoltà a trovare un ortaggio di riferimento, ma possiamo in quel caso scomodare un’ aromatica e pensare al dragoncello: basta allargare il raggio d’azione e aggireremo l’ostacolo.

Se non riusciamo a trovare delle tavole dell’alfabeto con gli ortaggi, possiamo sempre costruirle noi, disegnandole o incollando foto ritagliate dai giornali o scaricate da internet. Ma potremmo creare anche un tabellone dell’orto da appendere in cameretta o in cucina. Insomma coltiviamo la nostra fantasia insieme a quella dei nostri figli.

foto di mickmarineau+ barbjensen da flickr

In Inverno l’orto è a riposo, dorme di un sonno profondo. I colori si sono spenti e le verdure sono pietrificate dal ghiaccio. Sembra che l’unica attività possibile sia quella di girarci i pollici.

Ma potremmo anche leggere questa pausa invernale come un invito alla calma e all’osservazione. Solo adesso passeggiando tra le piante potremo riflettere sugli sbagli colturali commessi e sulle migliorie da effettuare nella prossima stagione. Potrebbe essere un’idea decidere di tenere il ‘Diario dell’orto’ dove annotare successi e fallimenti, dove segnare quando abbiamo effettuato le semine, programmare le rotazioni, oppure se una varietà ha risposto meglio di un’altra, o comunque tutto ciò che potrebbe aiutarci in futuro a correggere il tiro.

Rallentiamo il passo: l’orto impone dei ritmi diversi in questa stagione. Cerchiamo di assecondarli e sicuramente scopriremo di avere molte cose ancora da imparare.

foto di rubyblossom da flickr

Non trovate siano bellissime queste verdure? Se pensate siano frutto di chissà quale esperto orticoltore vi sbagliate. Queste foto sono state scattate nell’orto dei bambini di due classi della Scuola Primaria G.Dezza di Melegnano, realizzato con grande successo nel cortile della loro scuola. Gli stessi bambini che vedete intenti a compilare il questionario preparato da Fondazione L. Bonduelle, ideato per sondare il loro approccio al mondo delle verdure e la predisposizione/abitudine a consumarle con regolarità.

Chi ha i figli a scuola lo sa: i programmi scolastici stanno entrando nel vivo. Le prime verifiche stanno assegnando soddisfazioni o delusioni. Ma la notizia è che anche l’orto in molte scuole è diventato materia di studio grazie a Slow Food e al suo progetto Orto in Condotta di cui la Fondazione Bonduelle è sostenitore ufficiale. Un percorso educativo triennale che prevede la coltivazione di orti nelle scuole con l’obiettivo di educare bambini e ragazzi alla sana alimentazione.

L’11 novembre, in occasione della FESTA DEGLI ORTI, che ogni anno corona il progetto, in moltissime scuole d’Italia si svolgeranno interessantissime attività didattiche in classe, in cucina e nell’orto che coinvolgeranno insegnanti, genitori e studenti. L’iniziativa quest’anno coinvolgerà più di 4000 scolari. Se volete che anche la scuola di vostro figlio partecipi al progetto Orto in Condotta scrivete a educazione@slowfood.it. Gli ortonauti di domani si vedono da piccoli.

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Forse non arriverà fino alle nuvole, come succede nella fiaba di Richard Walker, ma un fagiolo messo a riposare su un letto di ovatta bagnata germinerà in fretta e nell’arco di qualche giorno regalerà comunque al vostro bambino una magica sorpresa.

Ponete in un piattino lo strato di ovatta ben bagnato sul quale appoggiare i fagioli, copritelo con un altro di uguale dimensione e posizionatelo in un luogo illuminato. Unico accorgimento: non fatelo mai asciugare del tutto e non tenetelo in un luogo troppo freddo. Ben presto il fagiolo radicherà e spunterà il germoglio e a quel punto potete decidere di porre le giovani piantine in un vasetto pieno di terriccio, leggermente distanziate tra loro, e continuare a osservare la loro crescita. Se i vostri figli sono in età scolare potete invitarli a documentare l’esperimento prendendo appunti e scattando foto. L’importante è che alla fine capiscano che le piante hanno bisogno, di acqua, luce e di qualcuno che si prenda cura di loro.

foto di darkpatator da flickr

Inauguriamo questa sezione con un orto che non appartiene ad un singolo individuo o a una famiglia, ma addirittura ad una intera città. Durante uno dei tanti viaggi studio mi sono imbattuta negli orti urbani di Monaco di Baviera,  situati vicino al magnifico Olimpiapark.

Più che orti, potremmo definirli quasi salotti all’aria aperta tanto sono curati e le poche foto che posso mostrarvi lo dimostrano. Un esempio stimolante di socialità ma anche di ”arredo urbano”, per chi amministra le nostre città .

E per tutti noi un invito a capire che il luogo giusto per fare un orto è ovunque. Basta guardarsi intorno per trovare… la via dell’orto.

Lo so non è certo una novità, ma ogni appassionato di orto dovrebbe averlo nella propria libreria: si tratta di “GLI ORTI FELICI” di Paolo Pejrone.

Il grande paesaggista piemontese ha raccolto in questo volume 20 orti di varia dimensione e natura e dalle diverse caratteristiche climatiche perché dislocati in varie parti d’Italia. Un titolo azzeccato perché chiunque possedesse un orto così sarebbe felice.

A noi non resta che il piacere di sfogliare, trarre ispirazione e capire che orto, oltre che buono, è anche bello.

Titolo: Gli orti felici
Autore
: Paolo Pejrone
Editore
: Mondadori Electa
Pagine
: 186
Prezzo
: 39€

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