Sono un’appassionata della terra e dei suoi prodotti. Impiegata part-time riesco a conciliare il lavoro ed i miei hobby, e l’orto è uno di questi.

Quest’anno ho messo una parte di orto a riposo e ho seminato i primi di giugno la soia per il sovescio …e dunque azotare il terreno

Ora mi chiedo qual’è il momento giusto per effettuare il sovescio? Devo aspettare che fiorisca o devo agire prima della fioritura? Grazie.

( Antonella )

Risposta

Ciao Antonella, in genere il momento più adatto per il sovescio coincide con la fioritura, ma per le leguminose, come ho già scritto in un mio post precedente riguardante le modalità di sovescio, è giusto farlo pochissimo prima per evitare che una parte dell’azoto venga sfruttato per portare a maturazione il seme.

Ma la tua domanda mi ha spinto ad approfondire l’argomento ed ho chiesto ad amici orticoltori un loro parere. Le risposte sono state varie, ma tutte concordavano sul fatto che è bene farlo all’inizio della formazione dei baccelli, confermando l’importanza che la pianta non porti il seme a maturazione. Un saluto e a presto

Buongiorno, aiuto sono un po’ confusa. Vorrei piantare le verdure estive, ma non so come regolarmi con la luna. Chiedendo in giro c è chi mi dice di seminare con luna crescente di aprile, chi mi dice con luna calante, cosa faccio? Non so a chi credere. Grazie!

( Teodora )

Risposta

Ciao Teodora, ti capisco sulla luna ognuno dice la sua ed è facile andare in confusione! Per iniziare ti consiglio di leggerti due articoli che abbiamo già scritto su questo argomento: il primo riguarda il riconoscimento delle fasi lunari, il secondo cerca di spiegare, in modo molto semplice, perché la luna influenza le piante. Ma per aiutarti maggiormente posso aggiungere che a maggio in luna crescente puoi seminare fagioli, fagiolini, zucchine, pomodoro e melone, mentre in luna calante patata, carota, bietola, sedano, lattughe, scarola, porro e spinacio estivo. Anche per il trapianto, ovvero mettere a dimora le piccole piante che hai acquistato in vivaio, vale lo stesso criterio. Ricorda che seminare a dimora significa seminare direttamente nel luogo dove la pianta crescerà e svilupperà. Il momento migliore per seminare il prezzemolo sono i due giorni che precedono la luna piena, mentre per quanto riguarda il basilico i pareri sono discordi, c’è chi dice che se lo semini in luna crescente l’aroma sarà migliore e chi invece preferisce la luna calante perché così non fiorirà subito. Personalmente per il basilico non ho mai fatto troppo attenzione alla luna, ma la prossima volta ne semino un po’ in luna calante e un po’ in luna crescente, per poi vedere la differenza…Che dici può essere un’idea? E se hai ancora qualche dubbio lunare ti consiglio di visitare Almanacco Barbanera, ha una buona sezione dedicata all’orto e al giardino.

Vorrei sapere come si potano le piante di ortensia in vaso. C’è differenza fra quelle in vaso o in terra? In che periodo si potano?

Grazie.

( Giuliana – Siena )

Risposta

Ciao Giuliana, che la tua ortensia sia in vaso o in terra poco importa riguardo alla potatura! E’ invece rilevante la varietà: cosa che tu hai dimenticato di riferirmi. La potatura varia a seconda che si intervenga su di una Hydrangea macrophylla o serrata, piuttosto che su di una Hidrangea paniculata o arborescens: perchè la prima fiorisce sui rami dell’anno precedente e la seconda su quelli dell’anno.

Generalmente quando si parla di ortensia, soprattutto in Toscana, si intende l’Hyndrangea macrophylla (vedi foto) , per cui ti darò l’indicazioni per potare questa bellissima varietà.

Normalmente io lascio i fiori secchi (quelli che non ho raccolto ed essiccato in autunno per adornare la casa) sulla pianta fino alla fine dell’inverno o agli inizi della primavera, quando avrà luogo la nostra potatura. Inizialmente mi limito a togliere le parti secche, poi recido i fiori secchi rimasti, tagliandoli sopra l’ultima coppia di gemme. Se la pianta ha più di quattro anni è inoltre buona regola iniziare a togliere i rami più vecchi, ovvero quelli che hanno più di tre anni, recidendoli alla base. Questo rinnovo darà alla pianta nuova forza, arieggerà la parte più interna, riducendo il rischio di malattie fungine. Un’ultima raccomandazione: non tagliare mai i rami che hanno sulla cima delle gemme a punta, perché saranno i nuovi fiori.

Se hai dei dubbi meglio lasciare un ramo in più che uno in meno, perché nel caso delle ortensie gli errori possono compromettere la fioritura o la futura crescita. Un caro saluto e a presto.

Se hai ancora dei dubbi e vuoi sapere come trattare al meglio  le tue ortensie ti consiglio di visitare il sito del Vivaio Paoli Borgioli: sono dei veri specialisti!

Come si fa a sapere quali sono le piante da sovescio migliori per il nostro orto? come faccio a sapere se c’e’ bisogno di azoto o di altro? Devo guardare al ph del terreno?
O in realta’ quelle citate sono analoghe come “resa” di sovescio e le differenze principali riguardano solo le caratteristiche delle varie piante (semina, resistenza freddo, crescita, ecc) ? Grazie mille

( Donato )

Risposta

Ciao Donato, il sovescio è utile su ogni tipo di terreno. Lo devi vivere come una vera e propria concimazione, che oltretutto migliora notevolmente la struttura del terreno sia esso sabbioso che argilloso. Sul tipo di piante da adottare alternerei nel corso del tempo piante appartenenti a famiglie diverse: vale a dire che se all’inizio della primavera hai una parcella libera seminerei della bellissima Phacelia tanacetifolia dal fiore blu, (appartenente alla famiglia delle boraginaceae, che al sud si può seminare anche in autunno) 300 g per 100 mq di terreno, la volta successiva su quella stessa  parcella proverei del grano saraceno, dell’avena o comunque una graminacea che riduce notevolmente la presenza delle infestanti. Se invece la tua parcella sarà libera in autunno puoi seminate la veccia (Vicia villosa) ottima leguminosa o la colza (Brassica napus) crucifera resistente al freddo che regala una biomassa consistente. Oppure puoi consociare anche due tipi di piante da sovescio (avena+veccia o avena +favino) a questo proposito ti segnalo questa tabella dei sovesci con le dosi di semina,  dove sono elencate diverse combinazioni. Le dosi qui sono elevate ma farai tu le dovute divisioni. Con l’alternanza delle varie piante da sovescio nel tempo apporterai al tuo terreno tutto quello che gli occorre.  Spero di esserti stata di aiuto. Fammi sapere…

Buongiorno, mi chiamo Laura amo tanto curare le  piante e credo di avere il pollice verde. Purtroppo la neve caduta mi ha bruciato le foglie di alcune piante. Per rimediare ho tagliato i rami malandati sperando di aver fatto bene.

Inoltre da oltre 30 anni ho piantato dei semi di arancio ed è nato un albero però ibrido, ha delle spine lunghissime e mi piacerebbe tanto farlo innestare però non so a chi rivolgermi. Mi piacerebbe avere un vostro consiglio. Grazie

( Laura Fulli )

Risposta

Ciao Laura, ripulire la piante dalle parti secche è un’operazione utile, l’importante è che sia finito il pericolo gelate e non esagerare con lo sfoltimento, a meno che la pianta non richieda per sua natura di essere ridimensionata molto a primavera.

Per quanto riguarda l’innesto dell’alberello di arancio (che non credo tu abbia piantato 30 anni fa, ma penso che tu volessi dire che i primi tentativi di semina risalgono a quell’epoca) approvo la tua idea di affidarti ad un esperto. Anche se non ho visto la tua pianta so che gli agrumi si possono innestare con successo e gli aranci selvatici sono degli ottimi porta innesti, possiamo farli diventare aranci dolci o anche mandarini, ma è giusto che almeno inizialmente ci guidi un   operatore capace.

Trovarlo non è sempre facile, non mi hai detto dove abiti, ma in ogni caso la cosa migliore è chiedere ai vivai, ai consorzi agrari e agli appassionati della zona. Se intanto vuoi sapere qualcosa in più su questa operazione leggi questa pagina dedicata all’innesto degli alberi da frutto, trovo che sia molto ben fatta. Ti auguro una buona primavera e a presto. Nara

Ho piantato in questi giorni vari alberi da frutto, ciliegi, meli, gelsi, ma non ho “cimato” le piantine. Mi hanno detto che ho sbagliato! Perchè avrei dovuto potare le piantine, a cosa serve?
Grazie, saluti!

( Antonio Nino )

Risposta

Ciao Antonio, ti sei dimenticato di dirmi una cosa importante: le piantine erano a radice nuda o in vaso? Perché questo fa la differenza. Se gli alberelli che hai acquistato erano in vaso, con una loro zolla di terra e un apparato radicale già sviluppato, hai fatto bene a lasciarli com’ erano. L’anno prossimo poi provvederai a fare una prima potatura per iniziare a dare loro la forma desiderata. Ma se invece le piantine erano a radice nuda occorreva fare una diversa valutazione: quanti getti hanno? Se ne hanno troppi vanno ridotti, perché sicuramente la pianta. che spenderà tante energie a radicare bene. non avrà la forza per portare avanti troppe ramificazioni. Francesco, che mi aiuta sempre in orto e in giardino ed è un grande esperto in alberi da frutto, mi ha detto di procedere così: i getti non devono essere più di tre, quindi se ne ha di più occorre eliminare quelli in eccesso e comunque è bene che questi tre vengano ‘abbassati’, lasciandoli a 25 cm dal fusto principale. Nel fare questa operazione considera che questi tre getti saranno l’impalcatura futura dell’albero che verrà.

Spero di essere stata chiara, ma in caso di nuovi dubbi scrivi.

Vivo ad Oristano e sono apicoltrice per passione. Le api mi fanno stare bene e mi prendo cura di loro come fossero delle figlie! La mia domanda è: cosa piantare per arricchire il terreno di azoto e avere un buon pascolo per le api? Grazie!

( Teresa – Oristano )

Risposta

Buongiorno Teresa, non so perché ma la tua mail mi è arrivata incompleta. Poco importa, credo di avere intuito comunque quello che tu volevi chiedermi. Se invece ho male interpretato qualcosa riscrivimi senza problemi.

Mi chiedi un pascolo per le tue api che però sia in grado di arricchire il terreno di azoto. Credo che non ci siano dubbi sulla scelta: sulla, trifoglio, erba medica, lupinella.

La sulla (Hedysarum coronarium), cresce spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo, è un’ottima pianta per preparare il suolo alle colture orticole, essendo una leguminosa è in grado di fissare l’azoto nel terreno. La sua radice fittonante bonifica e stabilizza. E’ bella perché la sua fioritura rossa regala distese meravigliose. Le api vanno matte per lei e il miele di sulla è ottimo. Cosa chiedere di più? Resiste alla siccità, ma non ama le basse temperature, magari puoi seminarla a fine inverno. Devi inoltre accertarti che nei pressi siano presenti piante di sulla, perché se il tuo terreno non ha mai ospitato questa leguminosa potrebbe essere privo del rizobio specifico che garantisce alla pianta una crescita rigogliosa. Fai una piccola analisi del terreno e, se ce ne fosse bisogno, chiedi consiglio allo stesso laboratorio.

Altra leguminosa che fornisce un ottimo miele e fantastico pascolo per le api è il trifoglio (Trifolium). Ne esistono moltissime varietà, più di sessanta, e sicuramente puoi trovare quella più adatta al tuo suolo e al tuo clima. Forse le più usate sono l ‘Alexandrinum (bianco), l’Incarnatum (porpora) e il Pratense (violetto). Anche questa è una leguminosa, in grado di migliorare sensibilmente il suolo.

Anche l’erba medica (Medicago Sativa) può essere una valida alternativa. Regina delle leguminose, le sue radici vanno a scavare in profondità per cercare sali minerali di cui nutrirsi. E’ una pianta perenne e cresce praticamente in qualsiasi tipo di clima e terreno. Se prima veniva usata soprattutto come alimento per animali erbivori, ora c’è la tendenza ad usarla sempre più in cucina. Il miele di erba medica è piuttosto raro, ma forse per questo è più interessante!

Chiudo con la lupinella (Onobrychis viciifolia Scop.). Anch’essa leguminosa si adatta meglio dell’erba medica alle terre povere e ciottolose, anche se spesso viene coltivata insieme a quest’ultima. Come le altre contribuisce a migliorare il terreno, piace alle api e regala un buonissimo miele. Ho un ricordo bellissimo legato a questa pianta: mia madre con la falce in pugno chinata in mezzo ai campi fioriti di lupinella,  che ne faceva cesti per sfamare i conigli che allevava. Ero piccolissima ma ho conservato questa immagine nella memoria!

Spero di esserti stata di aiuto. Per me è stato un piacere risponderti perché le api mi affascinano e anzi mi hai dato un’idea per farne un prossimo post!

Sono un pensionato ortolano dilettante, amante della natura e della musica di un tempo. Siccome non da molto, coltivo un orto assegnatomi dal comune, ho visto che gli altri ortolani, miei vicini, praticano l’interro pressochè indiscriminato, dei prodotti di risulta delle coltivazioni (steli, foglie, ecc.) di tutte le colture. So che è una pratica non sempre corretta. Mi piacerebbe avere una buona conoscenza dell’argomento. Grazie

( Mario )

Risposta

Caro Mario, l’interramento indiscriminato dei residui dell’orto non è una pratica troppo corretta. Innanzitutto prima di interrare una qualsiasi parte della pianta dovremmo accertarsi che non abbia contratto malattie crittogamiche o parassitarie, perché in quel caso dovrà essere bruciata. Dopodiché dovremo chiederci se avrà la capacità di decomporsi in fretta: in presenza di poco ossigeno (sotto terra) il processo di decomposizione sarà lentissimo. Quindi se il terreno in cui operiamo è sabbioso, poroso e arieggiato, avremo una decomposizione più veloce, ma se al contrario il terreno del nostro orto sarà argilloso e compatto, la decomposizione sarà più lenta e potrebbero crearsi delle muffe. Gli interramenti vegetali servono non tanto ad arricchire il terreno, quanto a cambiargli la struttura.

La cosa migliore è sicuramente mettere i residui in una compostiera o altrimenti creare un cumulo su un lato dell’orto. Per fare il cumulo metteremo dei sassi sul fondo e poi alterneremo strati di residui vegetali a strati di terra, se poi a questi aggiungeremo del letame o della pollina, anche se in piccolissime quantità, (tanto per innescare le fermentazioni biologiche) otterremo un ottimo terricciato. Ricordiamoci che il cumulo dovrà essere ricoperto con della paglia e ogni tanto andrà disfatto per mischiare le varie parti tra loro. Durante questa operazione  dovremo avere cura di mettere i residui meno decomposti all’esterno.

Come regola di base il materiale organico va usato quando non è più riconoscibile nel suo aspetto iniziale, vale a dire quando, grazie al processo di decomposizione, è diventato quasi polvere.

Altra cosa è la pratica del sovescio, che si fa con piante specifiche, e di cui ti invito a leggere i post precedenti: Sovescio la concimazione verde e Sovescio quali piante utilizzare.

Spero di averti aiutato e ricorda: fai ascoltare la musica anche alle tue piante. Lo sai che nelle vigne mettono delle casse per trasmettere la musica classica, perché sembra che le viti ne traggano giovamento? Allora perché non provare anche con gli ortaggi?

Un grosso saluto e a presto

Mi chiamo Gianna,  sono una casalinga, abito a  Bisceglie  e ho tre figli un marito ed una nipotina.

Vorrei sapere quando è il momento migliore per potare la vigna.

(Gianna – Bisceglie)

Risposta

Cara Gianna, proverò ad essere sintetica anche se non è facile quando si parla della potatura della vite. Esistono due tipi di potature, una di allevamento e l’altra di produzione.

Le potature di allevamento, che si effettuano i primi tre anni, servono  per dare alla pianta la forma desiderata (cordone verticale, cordoni orizzontali, pergola Guyot, tendone, forma libera, ecc.). Solitamente se ne fa una subito dopo l’impianto e le altre quando la pianta è a riposo a fine inverno.

Dal terzo anno, quando la pianta inizia a produrre, è invece importante fare le potature di produzione indirizzate soprattutto alla fruttificazione. In questo caso parliamo di potatura a secco e di potatura a verde.

La potatura a secco si effettua quando la pianta è a riposo, nelle zone a clima mite dopo la vendemmia in concomitanza con la perdita delle foglie, nelle zone dove il clima è più freddo la sposteremo a fine inverno. Durante questa potatura si elimineranno i tralci che hanno già fruttificato e si definiranno quelli che dovranno fruttificare l’anno successivo, lasciando molte o poche gemme a seconda della vigoria della pianta. In genere se è molto vigorosa ne lasceremo molte, se invece  è debole e ha bisogno di riacquistare tono ne lasceremo poche.

La potatura a verde si fa durante il periodo vegetativo (tarda primavera) e serve per ottenere il massimo dalla pianta, sia in termini di qualità che di quantità. Questa volta ci preoccuperemo di togliere i succhioni alla base della pianta ed eseguiremo la sfogliatura per permettere una migliore areazione e una maggiore esposizione solare.

Spero di esserti stata di aiuto, ma se avessi ancora dei dubbi non esitare a scrivere. La vite, soprattutto se puntiamo ad ottimizzare la produzione, è una pianta complessa, pensa che esiste anche una Scuola Italia di Potatura della Vite, che lo scorso anno faceva corsi web. Sia mai che li facciano anche quest’anno!

Ciao Nara,
avrei bisogno di capire con te come aiutare la mia povera salvia sul balcone (esposto a nord). L’ho comprata l’anno scorso in primavera, e fino a quest’inverno è sopravvissuta, poi ha iniziato a perdere le foglie. L’ho trasferita in un vaso più grande e l’ho messa nell’angolo in cui batte il sole dall’alba fino a metà mattina. Da qualche settimana stanno crescendo foglie nuove e adesso è in fioritura, però non mi sembra che stia crescendo molto. E’ normale? Come posso fare?
Grazie

Lavinia

Risposta

Sicuramente l’esposizione migliore per la salvia non è il nord. La salvia ama il sole, ma non è detto che non possa resistere anche in mezz’ombra. Quindi hai fatto bene a metterla nel posto più assolato del tuo terrazzo, ma forse non era necessario metterla in un vaso più grande se non era cresciuta, anzi in quel caso la pianta tenderà a fare aumentare le sue radici e meno la parte aerea. Caso mai assicurati di avere fatto un buon drenaggio in fondo al vaso con del lapillo vulcanico e aggiungi un pugno di fertilizzante organico alla terra del vaso. E poi leggi il post a non tutte piace il pieno sole per sapere cosa coltivare sul tuo terrazzo.

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