La terra nuda in natura non esiste. E’ sempre coperta da erbe, da foglie, da fronde, da piante. Una terra senza niente sopra è una terra povera. Nel nostro orto puliamo, sarchiamo o, come diceva mia madre, scerpiamo le ‘erbacce’, per lasciare maggiore spazio ai nostri ortaggi ed evitare che le malerbe entrino in competizione con essi inibendone la crescita. Ma chiariamo una cosa: non esistono ‘erbacce’, le erbe sono tutte buone e utili in natura, diciamo piuttosto che ci sono erbe infestanti che crescono nel posto sbagliato, guarda caso proprio dove noi abbiamo deciso di fare il nostro ‘orto-giardino’.

E’ dunque necessario dare un nuovo abito alla terra che spogliamo dalle erbe, una copertura affinché non senta freddo, non senta caldo, non si dilavi con le piogge, ma che anzi all’occorrenza la protegga, la nutra e al tempo stesso rallenti la crescita delle stesse infestanti.

L’IMPORTANZA DELLA PACCIAMATURA

A questo serve la pacciamatura. Sotto la pacciamatura il suolo resta morbido e meno compatto e  i microrganismi proliferano e lo rendono fertile. La pacciamatura in inverno attenua il dilavamento dovuto alle piogge troppo forti e protegge dal gelo le radici delle piante. In estate attenua la forza eccessiva dei raggi solari, che disseccano il terreno, e trattiene l’umidità creata dalle irrigazioni. La pacciamatura decomponendosi nutre il terreno e se abbastanza spessa impedisce alle erbe indesiderate di crescere in fretta. Non a caso la pacciamatura è una delle regole fondamentali nella creazione di un orto sinergico.

Quest’anno con le parcelle dell’orto appena create, belle ordinate e pulite, all’inizio ho fatto un po’ di resistenza a pacciamare. Ma trascorso un mese le infestanti crescevano ovunque e il primo sole caldo di maggio ha reso il terreno più duro e compatto. “Bene è arrivato il momento di pacciamare – mi sono detta – copriamo in fretta il suolo con quello che abbiamo a disposizione”.

Per la pacciamatura si possono utilizzare molti materiali, l’importante è che siano organici, quindi decomponibili, e privi di veleni. Poi, dalla paglia alle foglie, dal cippato di ramaglie fresche allo sfalcio, tutti gli scarti dell’orto possono dimostrarsi utili e fare al caso nostro.

 

QUALI MATERIALI USARE? UN MIX DI FANTASIA

Ho iniziato con dell’avanzo di cippato di ramaglie, che avevo triturato lo scorso anno dopo la potatura di qualche olivo, ma era veramente troppo poco: è bastato giusto per una parcella. Ho allora pensato di utilizzare lo sfalcio dell’erba, quella ben tritata recuperata dalla sacca della falciatrice. Lasciata seccare al sole per un paio di giorni, per evitare il formarsi di muffe, diventa un’ottima pacciamatura. Mentre nella parcella delle melanzane ho usato della consolida tritata per curarle. Impiantate da poco, le melanzane non godevano di buona salute, avevano le foglie macchiate e non crescevano. Ho pensato che la consolida ricca di potassio e curativa, avrebbe potuto aiutarle. E così è stato. Le melanzane si sono riprese e ora sono belle rigogliose. Peraltro il macerato di consolida è di grande aiuto anche per mantenere i pomodori forti e sani. Leggete l’intervista a Nadia Noseda, grande esperta di pomodori.

In ultimo appello, per le parcelle rimaste scoperte, ho usato dei trucioli di risulta, derivati dal taglio delle legna del prossimo inverno. L’ho messa al piede di qualche pomodoro ‘sfortunato’ che si è dovuto adattare a vivere su un terreno scosceso e povero. Pur non facendo salti di gioia, questi pomodori sopravvivono senza danni e hanno già i primi frutti. I trucioli di legna restanti li ho cosparsi nelle aiuole del giardino.

Esaurito ogni genere di scorta, devo farmi venire in mente qualche altro materiale adatto alla pacciamatura. Potrei andare nei boschi sopra casa e prendere un po’ di foglie secche, chissà come sarebbero felici le mie piante di avere del buon terriccio in decomposizione!

Se avete qualche idea supplementare scrivete. Nell’orto, come nella vita, ci vuole inventiva e spirito d’iniziativa!

 

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