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Si avvicina il Natale e scatta l’indicazione di InOrto sul libro da regalare e regalarsi…

Consigliare oggi di leggere Stefano Mancuso è un po’ come consigliare Edmondo De Amicis. Mancuso, scienziato di fama mondiale e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, è diventato così noto che raccomandarne la lettura può sembrare davvero scontato. Eppure credo che il suo messaggio sia ancora inascoltato, altrimenti ogni anno non sparirebbero dalla faccia terrestre così tante foreste.

E chi si occupa di orti o di giardini, chi cura e ama le piante, non può non capirne fino in fondo la loro vitale importanza. Conoscere il loro modo di pensare (ebbene sì anche le piante pensano) e il loro comportamento ci apre la mente e lo sguardo verso ciò che non avevamo mai neppure immaginato.

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Ciao, io vivo a Roma, a settembre mio figlio ha comprato fuori città, una casa con terreno e io, che ho 60 anni, e faccio il meccanico mi cimento come coltivatore, ho messo 2 mandorli, alcune viti per uva da tavola, e uva da vino, praticamente il mio passatempo, un po’ di lavoro senza uccidersi troppo.
Il vecchio proprietario ha dato alle piante il diserbante, come posso ridare vigore alla terra!
Grazie in anticipo,
(Giancarlo – Roma)

Risposta

Ciao Giancarlo,
avere un passatempo nella natura per riposare fisico e mente dal lavoro è una cosa veramente salutare, bravo!
Le sostanze diserbanti hanno un azione selettiva sulle piante che lo hanno ricevuto, infatti, come ci dici si sono seccate tutte. Il terreno però non viene impoverito dei suoi nutrienti, quindi per dare nuova vita al tuo orto devi solamente lavorare la terra – fresandola per esempio – andando ad eliminare le erbe seccate dal diserbante, poi potresti anche riseminare magari altre tipologie di erbe come per esempio un misto di specie: leguminose e graminacee. Questa pratica di concimazione verde si chiama anche sovescio – leggi pure l’articolo che trovi qui nel link -per capire bene quali tipologie di erbe dovrai seminare. Importante poi è che non venga mai dato più diserbante al terreno!
Salute e buon orto.

Salve,
sono Luigi e abito a Poggio Nativo, Rieti.
Il mio orto è stato infestato dalle cimici, come mi suggerite di contenerle, per evitare i danni agli ortaggi, specialmente ai pomodori?
Grazie.
(Luigi – Poggio Nativo – Lazio)

Ciao Luigi,
i tuoi ortaggi saranno attaccati molto probabilmente dalla Cimice Verde – Nezara Viridula, e cioèla classica cimice che poi quando inizia il freddo autunnale si rifugia anche dentro le nostre abitazioni.
L’insetto prolifera nella stagione calda, primavera/estate, riproducendosi e svernando poi nelle situazioni di terreni incolti, dove c’è tanta erba alta.
Il primo passo quindi sarebbe quello di tenere sempre ben pulito sia l’orto che i confini esterni, se possibile, per disturbare l’ambiente favorevole alla cimice. Poi ti suggerisco di attuare un piano di lotta diretta all’insetto andando a colpire direttamente l’adulto con insetticidi naturali a base di piretroidi e olio di neem anche.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un pensionato con la passione per l’orto e le piante da frutto abito a Brescia.
A novembre scorso ho messo a dimora 2 nuove piante di Kiwi (quelle vecchie di 25 anni si erano seccate) io ho dato la colpa alla carenza d’acqua.
Ora queste 2 nuove piante hanno incominciato a germogliare, ma subito dopo le foglie sono cominciate ad ingiallire, mentre quelle del maschio sono di un bel verde scuro, cosa posso fare per risolvere il problema?
Foto delle foglie:
Grazie.
(Renato – Brescia)

Risposta

Ciao Renato,
ottimo che hai fatto il trapianto nel momento migliore dell’anno!
Dalle foto che ci hai spedito deduciamo che le tue piante di kiwi stanno soffrendo un pò – non molto – di una carenza nutrizionale – dovuta anche al trapianto fatto pochi mesi fa -, in particolare dell’elemento azoto. Per questo ti suggeriamo di compensare tale carenza con l’aggiunta di un concime biologico, tipo guano o pollina, da interrare bene in prossimità del fusto della pianta, appena trapiantata, vedrai che risolverai il problema.
Salute e buon orto.

Salve,
sono in pensione da qualche anno, ho un piccolo giardino dove trascorro molto del mio tempo libero. Ho molti hobby, dall’orto dove ricavo tutta la verdura per il mio nucleo familiare composto di cinque persone, inoltre da oltre vent’anni ho dalle due alle quattro arnie (a seconda di come è andato l’inverno). Mi piace molto camminare. Dimenticavo ho settantasei anni e abito in un piccolo paese del magentino.
Da qualche anno ho messo a dimora qualche albero di kiwi. Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti. Ora ho un dubbio sulla potatura estiva. Vi sottopongo la domanda: i rami inutili – i polloni – quando vanno tolti. Le informazioni assunte sono discordi.
Gradirei il Vs. dotto cosiglio.
Molto cordialmente
(Giuliano Meneganti – Milano)

Risposta

Ciao Giuliano,
grazie di tutte le cose che racconti di te…sei un pensionato modello per le cose che fai sia per te che per la tua famiglia.
Quelli che tu chiami rami inutili sono i polloni che, per della pianta del kiwi sono invece fondamentali a formare la chioma per la produzione di foglie e frutti per la stagione vegetativa successiva.
Per eliminare ogni dubbio sulla potatura verde del kiwi ti consiglio di guardare il video che trovi nel link.
Salute e buon orto!

Ciao a tutti,
nella coltivazione del pomodoro, nonostante cerchi di effettuare la sfemminellatura regolarmente, la vegetazione mi sembra lo stesso molto fitta, quindi mi chiedevo: quei rami che non portano i frutti si possono potare, oppure è meglio lasciarli? Grazie.
(Paolo – Montegranaro F.M.)

Risposta

Ciao Paolo,
si hai ragione, alcune piante di pomodoro crescono molto vigorose e per questo anche dopo potate sembra che tu non abbia fatto niente.
L’operazione di sfemminellatura – come puoi vedere nell’articolo e video che ti trovi nel link – è fondamentale per ordinare la vegetazione nelle piante di pomodori, specialmente quelli ad accrescimento indeterminato. Quando si effettua la potatura verde però i rami si scelgono principalmente in base alla loro posizione rispetto alla pianta principale in maniera tale che, alla fine dell’operazione, la vegetazione risulti ben distribuita, ordinata cioè…tieni conto che poi crescendo, tutti i rami – le femminelle – daranno fiori e frutti, quindi il criterio di scelta non sarà in base alla presenza di frutti ma in base alla posizione del ramo sulla pianta.
Salute e buona sfemminellatura!

Salve,
sono di San Giorgio di Mantova, ho 65 anni, sono pensionato.
Mi piacciono le piante grasse ed ho un piccolo giardinetto, dove ho piantato l’anno scorso una pianta di uva fragola, quest’anno sono comparse le prime infiorescenze, vorrei che mi indicaste se ci sono, ed eventualmente quali, rami o foglie da potare per aiutare al meglio la crescita dei grappoli.
Grazie
(Paolo)

Risposta

Ciao Paolo,
complimenti per i tuoi primi grappoli di uva fragola!
Si, per aiutare lo sviluppo e maturazione dovrai fare la potatura verde dei rami e foglie che fanno concorrenza ai grappoli – adesso solo infiorescenze – in formazione.
Per fare la potatura verde concentrati sul ramo che porta il grappolo e il grappolo stesso, nel senso che dovrai togliere i rametti vicini a quello e le foglie che coprono il grappolo, in questo modo il ramo che porta il grappolo ha attorno a se più aria e spazio per crescere e il grappolo stesso avrà più sole per maturare. Inoltre dovrai potare poi il ramo che porta il grappolo tagliando la cima di esso spuntandolo un po’: 6-8 foglie sopra la posizione del grappolo; spero di esserti stato d’aiuto anche se solo teoricamente. Scrivi pure se non hai capito!
Salute e buona potatura.

fagiolini-bianchi-viola-verdiI versatili fagiolini possono presentarsi nei colori più svariati verdi, gialli, viola o addirittura neri. Hanno altezze che variano dai 30 ai 60 cm, possono essere con o senza ‘fili’ (esistono fagiolini wirless! proprio come i dispositivi elettronici!) e più o meno sottili. Sono nutrienti e si prestano alle preparazioni culinarie più disparate, ma sono ottimi anche come semplice insalata.

E se nel post precedente abbiamo imparato come coltivare i fagiolini nani, adesso cerchiamo di capire quali sono le varietà più adatte ai nostri gusti…

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Foto 2Abbiamo visto come coltivare il cavolo cappuccio e abbiamo visto come sia possibile seminarlo da gennaio a settembre a seconda del periodo di raccolta o della varietà prescelta. Perché ci sono cavoli cappucci che potremo raccogliere in estate o in autunno, altri che potremo raccogliere in inverno e altri ancora che potremo raccogliere la primavera successiva!

E proprio di questo vogliamo parlare oggi, per aiutarvi nella scelta delle varietà più giusta.

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Le foglie che cadono dagli alberi sono una grande risorsa per l’orto e il giardino. Oltre ad illuminare il paesaggio con i loro magnifici colori, possono essere utilizzate per pacciamare e concimare l’orto. Quindi non buttiamole, ne tanto meno bruciamole, ma sfruttiamole per coprire il piede delle piante più delicate come copertura per l’inverno. Mischiate ad un po’ di terra proteggeranno le radici dal gelo e col tempo, decomponendosi, si trasformeranno in humus.

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