Ortisti, salve.

PROLOGO AL CARCIOFO

“La alchachofa de tierno corazon se vistio de guerrero…” (Cit.)*

Carciofo Guerriero.
#photopissi

Come il primo amore, anche il carciofo, primo incontro nel mio orto, ritorna sempre nei giri di boa della mia vita! Per questo non lo scorderò mai.

PIACERE, CARCIOFO!

Botanicamente Cinara scolymus L, pianta del genere delle Asteracee, parente cioè di indivie, cicorie, lattughe, margherite, ecc…
È un ortaggio erbaceo vivace, che si sviluppa dalla base (la rosetta) con foglie grandi e costolute.
E’ rustico, si mantiene verde anche durante gli inverni e le estati mediterranee (se non troppo severi) ma, anche se dovessero seccarsi le foglie sopra, non temete, la pianta, sotto, rimane viva proprio grazie alle sue radici robuste.
Quindi, la sua forza vitale sta proprio nell’apparato radicale, potente, che affonda nel terreno anche fino ad un metro di profondità. La radice più in superficie, invece, si ispessisce creando degli ingrossamenti (detti rizomi) che risultano essere riserve di acqua, sostanze nutritive e germogli, grazie ai quali la pianta può rinascere nuova in primavera e in autunno.

IL VIAGGIO DEL CARCIOFO

Nel tempo e nello spazio il carciofo ha viaggiato tanto.
Dal bacino occidentale del Mediterraneo dove cresce spontaneo, patria del suo bisnonno il Cardo Cardus carduncolus, è stato adottato dagli etruschi che, coltivandolo, lo hanno diffuso per tutto il mediterraneo: Italia, Grecia, ecc.
In seguito poi, siamo stati noi italiani che, emigrando oltreoceano ai primi del 900, abbiamo esportato il carciofo in America..Forse anche in ringraziamento per aver importato dalle Americhe mais, pomodori, peperoni, patate, tabacco.
Nel nuovo continente, il vecchio carciofo, ha trovato clima favorevole, in particolare in Argentina e California, dove sono rilevanti le superfici coltivate.

IL CARCIOFO NELL’ORTO…LA CARCIOFAIA!

Carciofi…un Mare!
#photopissi.

Coltivato in questo modo, il carciofo contribuisce anche a creare un paesaggio ortistico caratteristico, visibile a distanza, e può funzionare da bordura per delimitare i confini di un orto o creare un mare di carciofi in discesa, se piantato in una scarpata.

Individuato il posto preciso bisogna riservare al terreno della futura carciofaia una lavorazione profonda, ad esempio una vangatura – vedi articolo La vangatura -, allo scopo di rivoltare la terra per arieggiarla, a creare così un habitat ottimale per le radici che vi abiteranno in seguito, per diversi anni.
Per garantire nutrimento poi consiglio di apportare al terreno lavorato concime organico, tipo stallatico maturo, in quantità.

Carciofo, pianta con vecchi frutti. #photopissi.

IL TRAPIANTO DEL CARCIOFO

Una volta preparato il terreno si è pronti per mettere a dimora le piantine.
È importante ricordare che, il carciofo, si propaga principalmente in due modalità:
1) piantine prodotte in vivaio specializzato, coltivate in vasetto con terra e radici già sviluppate
2) piantine derivanti dalla divisione di piante madri, cioè quelle che otteniamo quando puliamo la carciofaia, in stagione autunnale, facendo la scarducciatura.

Parlando di stagionalità diciamo che, se eseguiamo il trapianto in stagione autunnale consiglio di utilizzare, se ne avete a disposizione, i carducci come piantine. Se piantati in questo periodo infatti avranno modo fino alla primavera successiva di radicare bene per essere pronte ad affrontare la stagione primarile/estiva, e magari produrranno anche il primo carciofino!

Se invece facciamo il trapianto a fine inverno, consiglio di utilizzare piantine con radici pronte all’imminente stagione vegetativa, resisteranno meglio al caldo in arrivo.

CURE COLTURALI DELLA CARCIOFAIA

Carciofo, ritratto.
#photopissi.

È vero che si tratta di una pianta rustica ma, il carciofo, ha bisogno di precise cure colturali che gli servono sia a svilupparsi nei primi anni d’impianto sia nei successivi, mantenendo così produttiva la carciofaia per più anni.
Le cure culturali sono:

1) Irrigazioni, frequenti nelle fasi di attecchimento, specialmente in primavera e estate.
2) Zappettature superficiali atte a rimuovere le erbe infestanti e arieggiare la terra ( la sarchiatura) in stagione primaverile ed estiva
3) Scarducciatura autunnale, con a seguire, lavorazione del terreno fra le piante e concimazione organica, per renderle vitali al successivo risveglio di fine inverno.

Ecco così che, svolto tutto questo, la carciofaia rimane attiva per tanti anni.

C’E’ IL CARCIOFO E “ CARCIOFI”

Di Madre Natura non ce n’è una sola, ma tante. Per questo, osservando le piante di carciofo, così al primo sguardo, sembrano tutte uguali e invece ne esistono tante varietà, distinguibili più che dalle foglie, dall’osservazione del frutto del carciofo, che frutto non è. Infatti la parte che mangiamo abitualmente e una gemma, dalla quale si sviluppa il fiore (viola, bellissimo, ornamentale) e infine il frutto e poi il seme, botanicamente detto Achenio.
Rispetto alla produzione, ricordo che, il carciofo può essere fiorente, se produce una volta all’anno, principalmente in primavera, o rifiorente, se la produzione è multipla e si replica anche in autunno.

Carciofi…Varietà.
#photopissi.

CARCIOFI DA COLLEZIONE

Personalmente ho in progetto di realizzare una carciofaia o meglio una collezione personale di carciofi.
Un posto cioè dove riunire una varietà mista di piante di carciofo che spero di riuscire a recuperare nel tempo e nello spazio.

Vi scrivo di seguito un elenco di varietà di carciofi, che, mentre scrivo, mi fanno venire l’acquolina in bocca.

E ora mettetevi comodi…

Carciofi Spinosi: spinoso Sardo, spinoso Violetto di Liguria, spinoso di Palermo.

Carciofi Violetti: Violetto di Toscana, Violetto di Maremma, Violetto Nostrano, Violetto di Pesaro, Terom, Moretto di San luca, precoce violetto di Chioggia.

Carciofi Romaneschi: Campagnano, Mazza ferrata, Centofoglie, Camard, Macau.

Carciofi Catanesi: Catanese, Siracusano, Violetto di Catania, Masedu, Locale di Mola, Di ogni mese, Violetto di Algeria, Violetto di Provenza.

E se non vi bastasse tutto questo amore….vi lascio con Pablo Neruda.

EPILOGO AL CARCIOFO

“…Y comemos la pacifica pasta, de su corazon verde…” (Pablo Neruda, Oda al la Alcachofa)*

#stateacasa sì…ma meglio nell’orto!

Stefano Pissi

* Il Carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero, […] e mangiamo la pacifica polpa del suo cuore verde.

https://www.inorto.org/2016/05/11121/

2 commenti
  1. Filippo
    Filippo dice:

    Caro Stefano Pissi,
    complimenti per questo bel articolo!
    Passando dal vivaio ho visto che esistono piantine di carciofo da meristema o da seme (con una consistente differenza di prezzo).
    Sai spiegarmi la differenza di qualità fra queste e i carducci?
    Grazie,
    cordiali saluti.
    (Filippo)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Filippo,
      grazie per manifestare il tuo apprezzamento!
      La produzione professionale di piantine di carciofo è prevalentemente da meristema, cioè si producono piante a partire dai tessuti vegetali fatti moltiplicare e che otteniamo da una pianta madre.
      Questa riproduzione, chiamata di tipo vegetativo, non prevede impollinazione e riproduzione poi a partire dai semi, in questo modo le piantine ottenute e messe nell’orto, producono molto velocemente rispetto a quelle ottenute utilizzando i semi e soprattutto con la propagazione vegetativa siamo sicuri che il carciofo che otteniamo è esattamente uguale a quello della pianta madre.
      Salute e buon orto.

      Rispondi

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