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Talvolta mi piace parlare delle piante che si possano mangiare senza fatica alcuna, se non quella della raccolta. E’ il caso del lampascione o lampagione, lampasciuolo, pan di cuculo, cipollaccio o con il suo nome latino Muscari comosum. Sono davvero molti i nomi con cui viene definito questo piccolo bulbo scuro dal fiore blu, che sembra un piccolo candelabro.

I lampascioni crescono nelle zone incolte di tutta Italia, ma è soprattutto al Sud che viene apprezzato e consumato. Ed è lì che quasi tutti finiamo per assaggiarlo la prima volta. Ne ho voluto parlare adesso perché in Versilia, sulle pendici delle Apuane, è proprio in questo periodo che il suo fiore si fa notare per la sua grazia sbarazzina. Il lampascione fiorisce anche nel secco ed il suo blu elettrico attira l’occhio come una calamita.

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Salve,
vi scrivo per alcuni dubbi sulla coltivazione del Crocus Sativus L.
Ho dubbi in particlare sulla pulizia del bulbo prima di metterlo a dimora.
La camicia va tolta? Ho trovato pareri discordanti sul web riguardo a questo. Nel caso in cui mi consigliate di eliminarla vorrei sapere se il ciuffo sulla testa del bulbo sia da preservare o elminare con il resto della camicia?
Vi ringrazio.
(Ilaria)

Risposta

Ciao Ilaria,
la scelta e successiva pulizia dei bulbi di zafferano, prima del loro impianto, è un’operazione fondamentale per la futura fioritura abbondante che vorrai ottenere; ti riassumiamo qui sotto le operazioni da svolgersi.
1 – Scelta dei bulbi in base alle dimensioni – non inferiore a circa 2,5 cm di diamtro – e alla loro integrità, nel senso che devono essere esclusi tutti i bulbi danneggiati in qualsiasi modo e quindi poi a rischio di marcescenza.
2 – la “camicia”, come dici tu o tecnicamente detta tunica del bulbo deve essere rimossa parzialmente, ovvero solo quella parte che ormai naturalmente si stacca e cade..la pulisci quindi passando i bulbi fra le mani a riscoprire poi la tunica bella nuova ed attaccata al corpo del bulbo
3 – riguardo al ciuffo invece ti sconsiglio di eliminarlo in qualsiasi modo, in quanto all’interno c’è protetto il germoglio che darà origine al fioe e foglie poi. Un sito interessante per la coltivazione dello zafferano lo trovi qui linkato.
Salute e buon orto.

TrocnoQuando le temperature calano e l’orto sembra fermarsi, nel frutteto c’è ancora qualche lavoretto da fare. Dopo avere ripulito il colletto dei nostri alberi (come descritto nel precedente post sul controllo degli alberi da frutto), approfittando proprio del fatto che le chiome sono completamente spoglie e prive di foglie potremo procedere con la pulitura e la cura dei rami alti. Ecco come procedere. Procuriamoci una bella spazzola di radica, o comunque una spazzola bella robusta, e diamo ‘una strigliata’ ai tronchi, poiché già questo semplice gesto sarà sufficiente ad eliminare alcuni afidi. Dopodiché potremo irrorare i rami ben puliti con dell’olio bianco o con un ‘miscuglio’ ancora più naturale a base di poltiglia di argilla.

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C’eravamo organizzati per dedicare una parte del nostro tempo all’orto, ma piove a dirotto e il terreno, come il terrazzo, sembra proprio impraticabile. Non cambiate programma e fate un’operazione che spesso viene rimandata, perché erroneamente ritenuta poco importante: la pulizia degli attrezzi. Lo sapevate che la maggior parte delle virosi e dei funghi possono essere trasmessi da una pianta all’altra per l’uso indiscriminato di attrezzi sporchi? E’ quindi indispensabile alla fine di ogni giornata dedicata all’orto togliere la terra e disinfettare i nostri attrezzi, oliare le lame per migliorarne il funzionamento ed evitare l’insorgere della ruggine e nutrire il legno dei manici che spesso rimangono esposti agli agenti atmosferici. E’ chiaro poi che questa operazione vada fatta con maggiore cura e attenzione quando gli attrezzi andranno riposti per il meritato riposo invernale.

foto di London Permaculture da flickr

 

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