Talvolta mi piace parlare delle piante che si possano mangiare senza fatica alcuna, se non quella della raccolta. E’ il caso del lampascione o lampagione, lampasciuolo, pan di cuculo, cipollaccio o con il suo nome latino Muscari comosum. Sono davvero molti i nomi con cui viene definito questo piccolo bulbo scuro dal fiore blu, che sembra un piccolo candelabro.

I lampascioni crescono nelle zone incolte di tutta Italia, ma è soprattutto al Sud che viene apprezzato e consumato. Ed è lì che quasi tutti finiamo per assaggiarlo la prima volta. Ne ho voluto parlare adesso perché in Versilia, sulle pendici delle Apuane, è proprio in questo periodo che il suo fiore si fa notare per la sua grazia sbarazzina. Il lampascione fiorisce anche nel secco ed il suo blu elettrico attira l’occhio come una calamita.

Gli antichi romani lo stimavano perché era ritenuto salutare per lo stomaco e, come sosteneva uno dei padri della medicina, il greco Discoride, ‘eccitante del desiderio amoroso’. Chissà perché a quei tempi una pianta su due si riteneva fosse afrodisiaca, oggi al posto del bulbo dal fiore blu basta la pillola del medesimo colore! 😀

Esistono anche i lampascioni coltivati, ma il loro sapore è molto diverso: gli spontanei hanno una punta di amaro più pronunciata che li rende più particolari e appetitosi rispetto ai più banali ‘addomesticati’. Quelli coltivati richiedono molto lavoro e la resa è veramente molto bassa. Quindi conviene raccogliere quelli selvatici: ma attenzione a non confonderli con bulbi non commestibili, meglio prima impararli a riconoscerli bene, come del resto tutte le erbe spontanee.

Questi bulbi dalla forma a pera, appartenenti alla famiglia delle Asparagaceae, hanno una polpa chiara ricoperta da strati di taniche bruno-rosse. Le loro foglie sono simili a quelli della cipolla. I bulbi si raccolgono da aprile a giugno sono destinati al consumo fresco alla conservazione sott’olio. Prima di utilizzare i lampascioni andranno accuratamente ripuliti dalla terra, sbucciati come si fa con le cipolle e tenuti a bagno in acqua e aceto per almeno due o tre ore, in modo che perdano il sapore amaro che trasudano dopo la sbucciatura. Poi si sciacquano e si lessano leggermente. Solo a questo punto saranno pronti per qualsiasi preparazione.

modřenec chocholatý

Sembra sia ottima la confettura di lampascioni. Una ricetta semplice semplice? Prendiamo 350 gr di lampascioni puliti, 400 gr di zucchero, la polpa di una mela e il succo di mezzo limone. Mettiamo sul fuoco e lasciamo sobbollire a fuoco medio fino a quando non avrà raggiunto la consistenza desiderata. Praticamente procediamo come facciamo per un’altra qualsiasi confettura. Il tocco di classe? Fuori dal fuoco aggiungiamo un cucchiaino di brandy.

5 commenti
  1. Marco D'Introno
    Marco D'Introno dice:

    Ciao,
    I lampascioni sono troppo buoni, io ne vado matto!
    Si possono fare in frittelle, sott’olio o in una specie di insalata…
    Provateli per credere!
    (Marco)

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    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Marco,
      sottoscrivo pienamente, anche io ne vado ghiotto.
      Non è una verdura coltivabile facilmente nell’orto ma, in stagione primaverile, sapendo riconoscerne bene il suo tipico fiore viola, possiamo andare per campi a raccoglierlo in Natura…
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  2. Vita lucia
    Vita lucia dice:

    Io oh provato a seminarli per la prima volta ne oh seminate poche per quest’anno spero che nascono grazie la mia mamma li faceva quasi sempre mi sono piaciuti

    Rispondi

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