Vivo a Mantova e ho un piccolo orto che curo insieme a mia figlia Martina di 5 anni. Ho bisogno di aiuto perché i miei genitori, che quest’anno hanno fatto un buon vino, vorrebbero aggiungere, almeno ad una parte di esso,  del bisolfito per conservarlo meglio. Potete consigliarmi il modo in cui deve essere aggiunto e la dose? Loro possiedono una botte di circa 500 litri di vino già fermentato che non verrà imbottigliato, ma che necessita di essere conservato fino all’estate prossima.

(Irene – Mantova)

Risposta

Cara Irene, mi chiedi una cosa su cui francamente non sono preparata. Coltivare un orto è una cosa, fare il vino un’altra. Per tua fortuna ho però un amico enologo che mi ha consigliato di risponderti così: se non hai mai aggiunto niente puoi aggiungere 10 gr al quintale di metabisolfito in polvere agitando adeguatamente il vino. Tuttavia, per essere sicura di agire in modo corretto, dovresti portare un campione del tuo vino ad un laboratorio di analisi (il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 euro) e chiedere la percentuale di acidità volatile, solforosa libera e solforosa totale. Sulla base dei risultati ottenuti aggiungerai la percentuale corretta. Lo stesso laboratorio di analisi dovrebbe essere in grado di darti delle indicazioni in questo senso. Un saluto e a presto. E quando il tuo vino sarà pronto fai un brindisi anche per InOrto.

Ciao Nara, delle piante da frutto, come la ciliegia, mi interesserebbe conoscere le varie fasi di sviluppo: dalla  crescita, a quando portano il frutto a come seguirlo perchè sia di qualità. Ti chiedo questo perchè un albero di ciliege giovanissimo, portava il frutto da un paio d’anni, ma in estate avanzata con mio grandissimo dispiacere è seccato. Nel verde del mio orto fa pena vederlo e, non so se sia dipeso dal fatto che quella parte dell’orto sia lo sversatoio dei residui dei frutti, per cui probabilmente c’è stata una superalimetazione, oppure se sia dipeso dal particolare caldo che ha caratterizzato la stagione appena passata. L’impianto a gocce e il pozzo del mio orto mi hanno dato una grande soddisfazione.

Non ti ho scritto fino a questo momento non perchè non sia un tuo assiduo lettore, bensì perchè ho atteso di rendermi conto di quali piante abbiano o meno prodotto per fare poi con te un’analisi della situazione. Ad es., fermo restante il problema del ciliegio, non ho potuto contare su una eccellente produzione dei filari di aglianico, malgrado le mie premure. Forse avrei bisogno di avere una conoscenza più approfondita sull’argomento dalla potatura alla vinificazione e al modo di mantenere il vino in cantina. Di questo conto sulla tua consulenza o su indicazioni che sono sicuro tu saprai darmi.

Cara Nara, sono convinto che tu sei destinata al successo perchè si sente che vivi la campagna così come noi. Devo dirti che il mio paese produce l’aglianico DOCG, che si chiama il Taurasi, dal nome del mio paese. In occasione di una mia candidatura al consiglio provinciale ho proposto di creare un osservatorio, un posto di lavoro per un agronomo, dove tutti i produttori potessero chiedere come al Meteo per il tempo , suggerimenti per un rapporto proficuo per qualità e quantità in merito alle fasi della vite dalla sua nascita alla vinificazione.

Sono un fresco pensionato e passeggiare e zappettare nell’orto sta diventando un’ esigenza sempre più sentita perchè distende, distrae, limitando il tempo al computer. Sto, comunque anche su facebook, per cui appena mi collegherò chiederò la tua amicizia. Non altro, ti saluto affettuosamente, con gratitudine Antonio

( Antonio – Taurasi )

Risposta

Ciao Antonio, è un piacere leggerti e sapere che il tuo orto ti sta dando tante soddisfazioni. Ma affrontiamo il problema che hai avuto con il ciliegio. Il caldo può sicuramente avere influito sulla sua salute, ma se hai provveduto ad annaffiarlo con regolarità non credo sia stato quello il motivo della sua morte e non credo neppure sia imputabile al ‘discorso sversatoio’, direi piuttosto che potrebbe trattarsi di un attacco batterico, magari proprio perché indebolito dal caldo eccessivo l’albero è diventato più vulnerabile. Dovresti guardare se sulla corteccia ci sono dei fori, se ha della gommosi sul tronco e se quando è seccato aveva ancora le foglie. Insomma una serie di indizi che potrebbero aiutarci a capire la causa del suo deperimento. I ciliegi (Prunus)  sono soggetti ad attacchi batterici, anch’io tre anni fa ho perso un Prunus cerasifera per questo motivo.

Quanto a cosa fare per mantenere sano e fruttifero un ciliegio o un albero da frutto ognuno ha i suoi metodi. Io, ma soprattutto Francesco, che è il giardiniere che mi dà una mano nell’orto e nel giardino, ci comportiamo così: effettuiamo la potatura in due volte una ‘a verde’ in tarda estate dopo la fruttificazione, per togliere i polloni inutili e ripulire un po’ la chioma, e un’altra ‘a legno’ a febbraio-marzo (dipende dal luogo) più consistente, per abbassare i rami e potare quelli che riteniamo superflui. Ad ottobre e febbraio arricchiamo il terreno con dello stallatico maturo. Mentre per quanto riguarda i trattamenti, contro le malattie crittogamiche (funghi) somministriamo la poltiglia bordolese, una prima volta quando sono cadute le foglie e un’altra prima che si schiudano le gemme. Diamo poi il rame come battericida dopo la potatura, ma anche dopo che l’albero avrà perso i fiori ed inizieremo a intravedere i frutti. Ultima buona regola può essere l’utilizzo dell’olio bianco contro larve, cocciniglie, ecc.

Se poi nel corso dell’anno si presentano altri problemi li affrontiamo di volta in volta.

Per parlare di vigna e vinificazione occorre molto tempo, perché l’argomento è complesso. Mi sembra eccellente l’idea che hai avuto di creare un osservatorio a Taurasi, con una persona preparata e abilitata a fornire consigli alle persone del luogo, soprattutto nell’ambito di un vitigno specifico come l’aglianico. Spero che seguiranno il tuo suggerimento, ma nel caso tu avessi bisogno di aiuto scrivimi pure, anche se non ho una vigna, ma solo un’oliveta, ho molti amici viticoltori che non esiteranno a fornirmi informazioni e chiarimenti da girarti.

Per il momento ti saluto e, anche se hai giustamente limitato l’uso del computer, ti aspetto su face book!

Sono un’artigiana del gelato e ho 150 mq di terra che potrei destinare ad orto. Vorrei avere anche qualche albero da frutto…accetto consigli:)  Belli i vostri orti!

Domande: quando si piantano le fragole? Avete un calendario per i frutti? Esistono dei disegni con gli schemi per suggerire la disposizione dell’orto? Grazie!

(Deborah – Pesaro)

Risposta

Cara Deborah, peccato non abitiamo vicine perché adoro il gelato e mi piacerebbe molto assaggiare anche il tuo. L’orto che possiedi è grande e puoi piantarci qualsiasi tipo di frutto, ma darei la precedenza a peschi (Prunus persica) e albicocchi (Prunus armeniaca), soprattutto questi ultimi che sono più resistenti alle malattie crittogamiche e ai parassiti in genere. Tra le varietà di albicocche, la Paviot è molto buona e conosciuta e si trova bene sia in pianura che in montagna. La sua fioritura è molto abbondante e ornamentale, la polpa è succosa, zuccherina e profumata, la produzione a volte anche eccessiva. I frutti si raccolgono verso la metà di luglio e devono maturare sulla pianta per esprimersi al meglio, purtroppo come spesso succede ne maturano troppi tutti insieme, ma non c’è da preoccuparsi perché la Paviot è da sempre coltivata per la trasformazione in marmellata o, nel tuo caso, in gelato. Se vuoi qualche altro suggerimento sulle varietà antiche consulta il libro “Frutti Ritrovati”, di cui avevo parlato tempo fa.

Un altro modo per scegliere i frutti è quello di assecondare i propri gusti, facendo attenzioni che le esigenze colturali siano compatibili al luogo in cui si vive. Dopodiché per qualsiasi consiglio scrivi di nuovo.

Quanto alle fragole si piantano in primavera e in autunno (proprio adesso). Grazie a te dedicherò uno dei prossimi post alla coltivazione delle fragole.

Mi chiedevi poi se esiste un calendario per le semine dei frutti. Non credo che ce ne sia bisogno perché in genere quasi tutti i frutti si mettono a dimora in autunno quando sono in riposo vegetativo (leggi il post ‘come piantare gli alberi da frutto‘), ma possiamo approfittare anche dell’inizio della primavera se avremo cura di non fargli mancare mai l’acqua necessaria, soprattutto nella fase di attecchimento. Come regola dobbiamo evitare i mesi troppo freddi e quelli troppo caldi.

Infine esistono molti libri sull’orto al cui inizio danno anche delle indicazioni su come disegnarlo, tuttavia se riesci a mandarmi le dimensioni, l’orientamento e magari qualche foto, posso inviarti qualche suggerimento in più. Per il momento leggiti l’articolo ‘orto nuovo come progettarlo‘.

Ti saluto, ma ricordati di farmi sapere se tra un gelato e l’altro il tuo orto fa progressi 🙂

Salve, nel mio piccolo giardino ho piantato anni fà un alberello, che ha fatto d’estate tantissime mele casciane. Ma quest’anno come anche l’anno scorso non ha fatto frutti, le foglie sono belle ma niente mele per 2 anni consecutivi!! Come mai? Cosa posso fare?

Manuela

Risposta

Cara Manuela, Il tuo melo casciano è un albero vigoroso che sta bene in tutti i terreni dalla pianura fino a 1200 metri di altitudine, generalmente è facile da coltivare. Credo che tu debba guardare bene cosa succede al momento della fioritura, ovvero controllare che i fiori non cadano, oppure se i frutti si formano, ma poi non riescono a crescere e seccano . E’ possibile che per eccesso di vigoria i fiori cadono e tutta l’energia vada nella vegetazione fogliare, oppure potrebbero cadere per gelate tardive…Insomma i motivi potrebbero essere molti. Osservalo al momento della fioritura, prendi appunti, scatta foto e scrivimi, così potrò aiutarti meglio. Se non ci sentiamo vorrà dire che il tuo melo sarà carico di frutti e in quel caso buon appetito!

Sono appassionato di giardinaggio, ma purtroppo sono un medico oculista con scarse nozioni di ortocultore! Domanda: Ho tre alberi di albicocco che non producono. Quando e come si fa la potatura ? Quando si devono annaffiare?

(Francesco – Lecce)

Risposta

Ciao Francesco, per prima cosa dovrei sapere quando sono stati piantati gli albicocchi. E’ abbastanza normale che per un paio di anni non fruttifichino (a me è successo), perché i primi tempi riservano le loro energie per crescere e aumentare in vegetazione. In ogni caso devi controllare quanti fiori fanno e se i fiori poi cadono o restano sui rami. La caduta dei fiori può avvenire sia per carenza che per eccesso di nutrimento.  Devi giudicare tu (anche dalla vegetazione che li circonda) se il terreno è ricco a sufficienza o se invece occorre aiutare gli alberi con delle concimazioni. Sappi che comunque concimare troppo, senza che ancora gli alberi siano in produzione, è controproducente. Di norma è buona abitudine in autunno aiutare le piante con dello stallatico maturo e pacciamare. Quando saranno in produzione, se sarà necessario, potrai fare un’ulteriore concimazione anche all’inizio della primavera.

La potatura va effettuata a fine inverno (febbraio), ma se ancora non fruttificano aspetterei. La potatura è cosa complessa da spiegare per scritto, è meglio se per i primi tempi ti fai aiutare da qualcuno più esperto. Osservando attentamente imparerai facilmente.

Le annaffiature sono assolutamente necessarie per i primi due anni di vita, ma anche in seguito è richiesta qualche irrigazione supplementare per evitare che il suolo si crepi o si secchi eccessivamente. Ricorda è meglio annaffiare una volta in meno ma a lungo, che una volta in più ma velocemente. Il terreno ha bisogno di ricevere acqua in profondità. Se vuoi un consiglio, quando fa molto caldo, prendi una gomma, fai uscire un filo d’acqua e lascialo alla base dell’albicocco per cinque minuti. La tua pianta ne sarà felice.

Mi raccomando tra una visita oculistica e l’altra fammi sapere come vanno i tuoi albicocchi.

Mi chiamo Lucia, sono una casalinga e abito a Roma. Sono appassionata di giardinaggio e in particolare amo le piante da frutto. Purtroppo mi devo accontentare di un terrazzo che per fortuna è esposto a sud. Quest’anno ho comprato due alberi di pesco in vaso. Volevo sapere come comportarmi per avere il prossimo anno dei frutti. Grazie

(Lucia-Roma)

Risposta

Spero che i peschi che hai comprato siano varietà adatte al vaso (Nectarella, Bonanza, Garden Beauty, ecc.), che crescono poco e che non necessitano di grandi potature. Se un ramo è fuori posto puoi accorciarlo, ma le potature vere e proprie devono essere fatte da mani esperte, altrimenti meglio desistere. Le irrigazioni devono essere regolari durante tutta la stagione calda, mentre quando la pianta è a riposo si accontenterà delle piogge e quando gela non si annaffia.

La concimazione va effettuata a fine inverno e deve essere ricca di azoto e potassio, per favorire la produzione, se hai del compost mettilo pure sulla terra del vaso. Infine, se vuoi proteggere i tuoi peschi da eventuali malattie, ti consiglio di spruzzare sugli alberelli della poltiglia bordolese in autunno, prima che l’albero perda completamente le foglie, mentre a febbraio, con la ripresa vegetativa, sarebbe il caso di irrorare del rame liquido. Francesco, il giardiniere che da sempre mi aiuta nel frutteto, ripete questa operazione anche quando i frutti sono piccoli, piccoli. Cito Francesco perché lui, quando dobbiamo somministrare qualcosa, anche se si tratta di rimedi consentiti in agricoltura biologica, è sempre per una volta in più ed io per una in meno. Scegli tu a quale fazione aderire.

Ciao Lucia mi raccomando: invia notizie e foto appena potrai mostrare i risultati.

Buongiorno Nara, mi chiamo Lorenzo ho 31 anni e  vivo a Milano con la mia ragazza. Abitiamo in un condominio abbiamo a disposizione un piccolo balcone e ci è difficle coltivare alberi da frutto; abbiamo solo una pianta di limoni e qualche fiore. La mia domanda esula quindi dalla coltivazione, ma riguarda i frutti estivi perché non vedo l’ora che arrivi il caldo.

Volevo chiederle se il trucco di odorare il melone è veritiero per constatarne la maturazione. Ed esistono altri sistemi per capire se il melone, o l’anguria o il fico d’india siano veramente maturi? Grazie per la risposta.

(Lorenzo – Milano)

Risposta

Ciao Lorenzo, anche se il vostro balcone è piccolo, spero che possa contenere almeno qualche vaso dedicato all’orto, magari anche una sola pianta di pomodoro o di basilico, capisco però che i fiori non possono mancare.

Per quanto riguarda il melone è ovvio che un profumo intenso non può che essere di buon auspicio, ma non è detto che il sapore lo sia altrettanto. Su come fare a sapere se un melone o un’anguria siano maturi o buoni prima di aprirli si potrebbe scrivere un libro: ciascuno ha un suo metodo e ciascuno è certo di conoscerne il migliore. C’è chi lo annusa, c’è chi lo soppesa (la tesi è quella che a parità di grandezza è più buono quello che pesa di più perché contiene maggior succo), c’è chi del melone guarda le due estremità, che devono essere appena cedevoli per provare che è giunto a maturazione. Sul cocomero ho visto scene a dire poco esilaranti nel tentativo di carpirne la dolcezza interna, tamburellamenti, sollevamento pesi, ascolti sensitivi con l’orecchio premuto contro la buccia, insomma di tutto e di più.

Scegli tu il migliore e buona fortuna.

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