Gentilissimi,
mi chiamo Giulio e Vi scrivo in merito alla coltivazione delle bellisime ipomee.
La scorsa primavera ho provato a seminarle, ma non ho avuto risultati soddisfacenti e, proprio in ricordo degli errori di coltivazione di un anno fa, chiedo in anticipo a Voi i consigli perchè la coltivazione possa finalmente dare risultati.
Necessito quindi di tutte le informazioni necessarie, dal periodo di semina al tipo di terreno, all’eventualità di concime e che fertilizzante usare una volta cresciute le piante.
Dovrò seminarle in cassette di plastica rettangolari, quindi con spazio ridotto.
Bisogna dare una distanza tra seme e seme? Ho sbagliato lo scorso anno a piantare i semi perchè, spinto dall’entusiasmo di vedere una fioritura rigogliosa, ho seminato molte piantine sullo stesso vaso…creando invece l’effetto contrario. E’ vero, quindi, che meno piantine in un vaso permettono il loro pieno sviluppo e di conseguenza migliora anche la fioritura?
In ricordo dello scorso anno, chiedo inoltre consiglio anche in riferimento ai parassiti, quali pidocchi e formiche, che non ho saputo come eliminare.
Aspetto la Vostra cortese risposta, felice di mettermi in azione appena sarà il momento di dare vita a delle piantine di ipomee finalmente rigogliose!
Grazie!
(Giulio)

Risposta

Ciao Giulio,
grazie per la tua bella e precisa presentazione che fai di te stesso e della passione specifica che hai delle ipomee.
Per quanto riguarda la coltivazione delle ipomee ti suggerisco di leggere attentamente l’articolo che trovi nel link; comunque ti risponderò di seguito:
1 – E’ vero che per ogni pianta necessita di uno spazio vitale di vegetazione di modo che essa stessa possa esprimersi al meglio, vegetando e fiorendo come si deve, per le ipomee tieni una distanza di semina di almeno 10cm,
2 – riguardo al terriccio utilizza uno specifico per i vasettini della semina, invece usa pure un terriccio universale per quanto riguarda il trapianto nelle cassette definitive,
3 – per il concime, usa pure dello stallatico – 10/15 % – da mischiare al terriccio
4 – riguardo alla lotta contro gli afidi – pidocchi delle piante – ti suggeriamo l’utilizzo di prodotti biologici, come vedi nell’articolo presente nel link.
Felici siamo anche noi di in-orto nel riscontrare tanto entusiasmo!
Salute e buon orto.

Ciao sono Davide,
ho un 5000m di terreno coltivato con piante di mele vicino Merano sui 600 mt di altezza s.l.m.
Vorrei provare di sostituirlo con dello zafferano.
Puo funzionare? Non so se il tipo di terreno puo’andare bene o se all’inverno fa troppo freddo per i bulbi.
E Si vende facilmente?
Grazie.
(Davide – Merano – Trentino Alto Adige)

Risposta

Ciao Davide,
la tua idea di nobilitare la coltivazione del tuo terreno è interessante e lo zafferano è veramente una coltura molto particolare perchè comunque di nicchia e pure redditizia.
Per capire se realmente il tuo terreno è adatto alla coltivazione dello zafferano – consulta intanto il link al sito – ti suggeriamo di far eseguire un sopralluogo specifico da parte di un agronomo, che ne valuti sia le caratteristiche ambientali – altitudine, esposizione, ecc ecc, che edafiche – cioè le analisi specifiche alla terra.
Inizialmente potresti però valutare la coltivazione del bulbo solo su una parte del terreno, che rimarrebbe principalmente a meleto nel frattempo, facendo così una coltivazione sperimentale per capire la reale fattibilità.
Ti segnalo una realtà italiana di coltivazione delle zafferano – consulta pure il link al sito.
Salute e buon orto.

Salve,
vi scrivo per alcuni dubbi sulla coltivazione del Crocus Sativus L.
Ho dubbi in particlare sulla pulizia del bulbo prima di metterlo a dimora.
La camicia va tolta? Ho trovato pareri discordanti sul web riguardo a questo. Nel caso in cui mi consigliate di eliminarla vorrei sapere se il ciuffo sulla testa del bulbo sia da preservare o elminare con il resto della camicia?
Vi ringrazio.
(Ilaria)

Risposta

Ciao Ilaria,
la scelta e successiva pulizia dei bulbi di zafferano, prima del loro impianto, è un’operazione fondamentale per la futura fioritura abbondante che vorrai ottenere; ti riassumiamo qui sotto le operazioni da svolgersi.
1 – Scelta dei bulbi in base alle dimensioni – non inferiore a circa 2,5 cm di diamtro – e alla loro integrità, nel senso che devono essere esclusi tutti i bulbi danneggiati in qualsiasi modo e quindi poi a rischio di marcescenza.
2 – la “camicia”, come dici tu o tecnicamente detta tunica del bulbo deve essere rimossa parzialmente, ovvero solo quella parte che ormai naturalmente si stacca e cade..la pulisci quindi passando i bulbi fra le mani a riscoprire poi la tunica bella nuova ed attaccata al corpo del bulbo
3 – riguardo al ciuffo invece ti sconsiglio di eliminarlo in qualsiasi modo, in quanto all’interno c’è protetto il germoglio che darà origine al fioe e foglie poi. Un sito interessante per la coltivazione dello zafferano lo trovi qui linkato.
Salute e buon orto.

Ciao,
Sono Alessandro e vivo in Molise.
Volevo avere informazioni riguardanti la potatura di una “Calancola” d’appartamento e tutti i vari consigli. La pianta ha un anno.
Grazie.
(Alessandro – Molise)

Risposta

Ciao Alessandro,
la Calancoe, (Kalanchoe bolsfediana) è una pianta che cresce spontanea nell’Africa tropicale – Madagascar.
Ha esigenze termiche, irradiazione solare e ventilazione alte. Esige terreni ben drenati e irrigazioni non eccessive – ricorda che è una pianta a foglie e fusto succulenti. Per la potatura direi che non è così necessaria, ti puoi limitare ad eliminare le foglie che iniziano a invecchiare, quelle più in basso, lungo il fusto principale.
Salute e buon orto.

Salve,
mi hanno regalato una pianta di Calancoe,
come mi consigliate di trattarla in un vaso dentro casa?
Grazie.
(Lorenzo)

Risposta

Ciao Lorenzo,
le piante del genere Calancoe sono tipiche dell’Africa tropicale, per questo motivo anche in casa ti suggerisco di tenerle ben esposte alla luce del sole, anche in estate, fornendole acqua abbondante, per avere belle fioriture. Se hai la possibilità sarebbe bene tenerle anche fuori, d’estate.
In autunno inverno invece devi tenerle ricoverate in serra – casa – per mentenerle di anno in anno, dando poca acqua, la necessaria cioè, perchè consumano meno ovviamente.
Essendo una pianta con foglie succulente utilizza pure il terriccio adatto alle piante “grasse”.
Salute e buon orto.

Salve,
ho una casa nella riserva naturale del Lago di Vico (VT), che confina con il bosco dove spontaneamente cresce sia l’agrifoglio che il pungitopo (entrambi protetti!)
Avendo una passione per il mughetto, mi piacerebbe sapere se il sottobosco può offrire l’habitat naturale per la crescita dei rizomi in quantita’ tale da poter commercializzare i fiori per realizzare bouquet da sposa o composizioni; un’alternativa potrebbe essere la lavanda, che insieme al rosmarino, nella zona assolata del terreno, cresce quasi spontaneamente…Grazie per la disponibilità!
(Giovanna – Viterbo)

Risposta

Ciao Giovanna,
che posto magico il Lago di Vico!
Assolutamente si, il sotto bosco – come anche per il pungitopo – è l’habitat naturale – e quindi migliore – per coltivare le tue piante di mughetto. La Convallaria majalis è infatti una pianta – erbacea, rizomatosa perenne – che cresce e fiorisce spontanea nei nostri boschi, in luoghi freschi e umidi…anche all’ombra. Predilige terreni calcarei. Immaginiamo bellissimi i tuoi futuri bouquet…ci spedirai delle foto?
Salute e buon mughetto.

Salve,
vorrei seminare la pianta di Tanaceto, ma non riesco a trovare la bustina con questi semi. Potete indicarmi dove li posso trovare, magari nella zona del Casale Monferrato oppure in Torino?
Grazie e cordiali saluti
(Rosanna – Piemonte)

Risposta

Salve Rosanna,
il tanaceto è una pianta particolare e per questo non diffusamente coltivata negli orti o giardini, però la si può ritrovare crescere spontanea nei campi incolti ai bordi della strada ecc. ecc. Quindi, per averla nel proprio giardino, bisogna acquistare direttamente le piante dai vivaisti specializzati che la producono: in Piemonte puoi comprare il tanaceto – var. Crispo – in questo vivaio – come vedi nel link. Ti segnalo anche questo bel vivaio in Toscana – come troverai nel link – interessante per la produzione anche di tanaceto. Ho provato anche a cercare il seme, come ci hai richiesto tu, ma non ho trovato alcun produttore, semplicemente perchè la pianta del tanaceto si propaga principalmente per talea legnosa in estate o per divisione del cespo di piante madri.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un pensionato, abito a Giussano, da molti anni lavoro la terra per il fabisogno familiare, con buoni risultati, non adopero per questo concimi chimici; ho anche un frutteto con 60 piante! Ho due domande per voi: come posso coltivare le calle colorate nell’orto – giardino e poi mi piacerebbe anche coltivare le patate con il metodo del sacco. Mi date una mano?
Grazie
(Emilio – Giussano)

Risposta

Salve Emilio,
complimenti per la tua missione di ortista biologico familiare, con 60 piante da frutto poi produrrai tanta frutta, anche per tutto il vicinato!
Coltivare le calle colorate per abbellire il tuo orto è un bel progetto che dovrai realizzare però nei vasi, in quanto d’inverno tali piante dovranno essere ricoverate in serra – la calla infatti è pianta molto delicata riguardo alle basse temperature! Per la loro coltivazione impiega pure del terriccio universale che disporrai nei vasi sopra uno strato di drenaggio – realizzato con dell’argilla espansa – di almeno 5 cm, per la concimazione invece ci sono in commercio dei prodotti specifici – concimi liquidi per piante d’appartamento, vedrai che si troveranno bene!
Per la coltivazione delle patate in sacco ti consiglio di guardare questo video che spiega benissimo tutti i passaggi necessari.
Salute e buon orto

Salve,
ho un’azienda agraria a Lisciano Niccone, provincia di Perugia, in una zona montana e quindi svantaggiata, ho allevamenti bovini da carne e caprini, coltivo cereali e foraggi.
Volevo iniziare a coltivare la pianta del cece, per tale coltura vanno bene anche terreni che sono stati fermi da più di 2 anni, inoltre conoscete quali sono le ditte o consorzi che ritirano il cecio secco?
Grazie
(Adriana)

Risposta

Salve Adriana,
il cece – Cicer arietinum L. – è una pianta di antichissima coltivazione, per la produzione di granella secca. Essendo una leguminosa è pianta miglioratrice del terreno, sia per la conformazione di radici ben ramificate e forti che sviluppandosi nel terreno contribuiscono a lavorarlo, sia per la capacità della pianta – a livello radicale – di produrre fertilizzanti a partire dall’azoto presente in atmosfera. Quindi direi che il tuo terreno, che è a riposo colturale da due anni, può essere perfetto per la tua nuova coltura dei ceci – anche se un analisi specifica del terreno prima di iniziare le pratiche di coltiuvazione è sempre una operazione giustificata specialmente quando si coltiva non per hobby ma per professione.
Per il conferimento del prodotto all’ingrosso e anche per l’acquisto del seme per avviare la produzione ti suggerisco di contattare i seguenti enti: il Consorzio Agrario di Perugia, la Confederazione Italiana Agricoltori di Perugia e la Coldiretti Umbria, sapranno darti le migliori informazioni riguardo.
Salute e buon lavoro!

Salve,
mi piace produrre prodotti naturali per la coltivazione del mio orto, la mia domanda è: posso raccogliere le foglie di ortica in questo periodo – autunno –  per farle macerare e produrre l’antiparassitario?
Grazie
(Roberto)

Risposta

Ciao Roberto,
la preparazione dei macerati di ortica è un grande impegno, ma alla fine dà i dei buoni risultati, perché la pianta è veramente un pieno di proprietà, concimanti e antiparassitarie.
Riguardo al migliore periodo però devo dire che è quello coincidente con la pre- fioritura, ovvero agosto/settembre,  indipendentemente dalla zona climatica dove cresce la pianta, perché in quel periodo preciso essa ha ancora nella sue foglie la maggiore concentrazione di sostanze utili.

In ogni caso se adesso ti è più comodo, perché nell’orto c’è meno lavoro ed è più facile trovare del tempo da dedicare a queste pratiche, inizierei a prepararne un po’. Sia mai che nel ‘grand affare primaverile’ la preparazione del macerato venga dimenticata!
Salute e buon orto

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