Se disponiamo di un po’ di spazio sul balcone, prendersi cura di una vite ci darà grande soddisfazione. E’ una pianta dal fascino senza tempo, la cui coltura e cultura è quanto mai attuale. E anche se noi la utilizzeremo solo per coprire una pergola o per realizzare un lungo festone, nel coltivarla ci sembrerà di partecipare ad un rito vitale e ancestrale.

Ma quali sono le varietà più indicate alla coltivazione sul balcone e quindi in contenitore?

L’uva fragola (Vitis labrusca) è sicuramente uno dei vitigni più adatti alla ‘vita in vaso’. Non c’è casa di campagna, pergola di orto o muro di cortile, che non l’abbia accolta nel corso degli anni, soprattutto al nord, dove è molto diffusa per la sua rusticità, in quanto riesce meglio di altre a sopravvivere agli inverni più rigidi e ai terreni umidi.

Sicuramente almeno una volta avrete assaggiato un suo acino: è delizioso e il suo sapore è inconfondibile. Ma il motivo principale per cui valga la pena preferirla ad altre varietà è dato dal fatto che produce grappoli sani senza la necessità di doverli sottoporre a trattamenti frequenti e anche le sue foglie sono mene soggette a contrarre malattie crittogamiche e in genere risultano belle, folte e dal verde intenso , mentre i tralci sono di colore rosso .

Di uva fragola esiste sia la varietà a frutto nero che quella a frutto bianco. La prima è molto più diffusa e quando matura rilascia un profumo inebriante tutto intorno, a cui è molto difficile resistere. Anche la bianca dà grappoli dal sapore dolce e delicato che ricorda l’intera gamma dei frutti di bosco, anche se leggermente più acidula. Ambedue producono acini piccoli e tondi che si prestano molto bene alla preparazione di dolci e gelatine oltre, naturalmente, ad essere consumata come uva da tavola.

E se invece volessimo provvedere da soli al nostro consumo di uva passa (appassita) per la preparazione di numerosi piatti, dolci e salati, di cui è ormai ingrediente fondamentale e determinante? In questo caso non c’è dubbio: dovremo coltivare l’uva sultanina.

L’uva sultanina (Vitis vinifera) ha una grande qualità: è priva semi. E’ inoltre rustica e facile da coltivare, ma soprattutto è la varietà di uva che si presta maggiormente al processo di essiccazione. Ha acini ovali, ambrati che virano al porpora, sono dolcissimi e aromatici e la loro maturazione inizia a fine agosto. Se sceglieremo di coltivare l’uva sultanina è bene prevedere almeno quattro trattamenti l’anno, distribuiti durante la stagione vegetativa, a base di poltiglia bordolese, avendo cura di sospenderli un mese prima della raccolta.

Questa uva proviene dall’antico impero ottomano e si dice che fosse l’uva favorita dal sultano, a cui deve il suo nome. Secondo le storie popolari legate alle sue origini, sembra che proprio il sultano fu costretto a lasciare l’uva esposta al sole a lungo, per un improvviso attacco da parte di una tigre. E in questo modo che se ne scoprì la sua peculiarità principale: l’essiccazione.

Qualsiasi uva decidiate di coltivare, sappiate che l’impianto va eseguito nel periodo di riposo vegetativo a inizio inverno (se abitate in zona a clima mite) o a fine inverno (se vivete in regioni dove il clima è più freddo). Quanto ai consigli sui metodi di coltivazione dell’uva fragola o sultanina abbiate la pazienza di aspettare il prossimo post!

8 commenti
    • nara marrucci
      nara marrucci dice:

      Ciao Angelo, ma solo i grappoli oppure anche le foglie e tutta la pianta (come immagino) sono sofferenti? Potrebbe trattarsi di flavescenza dorata, come di molte altre malattie. Intanto partiamo da questa patologia e poi se non fosse cerchiamo di indagare meglio. Un saluto e a presto!

      Rispondi
      • Angelo
        Angelo dice:

        La pianta a me sembra apparentemente sana, le foglie invece a partire da fine giugno ( se non erro) dopo un trattamento di verderame hanno assunto una colorazione strana, le voglie non erano più belle verdi come prima, e sembrava quasi essere appassite. dopo di chè ho notato che gli acini che si formavano tendevano a seccarsi subito senza che il grappolo continuasse la sua maturazione. Pensi sia la FLAVESCENZA DORATA? Quali trattamenti posso eseguire?

        Rispondi
        • nara marrucci
          nara marrucci dice:

          Scusami Angelo, ma l’altro giorno avevo dei problemi tecnici e non riuscivo ad inserire i link, guarda adesso tutte le immagini che vedi in questo link sulla flavescenza dorata e dimmi se ti sembra possibile questa patologia. Dopodiché cerchiamo di trovare una soluzione adeguata. Ciao a presto!

          Rispondi
  1. simona
    simona dice:

    Buon giorno,
    vorrei sapere se la uva sultanina e fragola resistono al freddo,
    sono della romania e vorrei fare una pergola,
    dove posso trovare le piante?
    Grazie
    (Simona – Romania)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Simona

      Le piante di vite, essendo caducifoglie, resistono bene al freddo, stai tranquilla.
      Per l’acquisto delle tue piante di vite ti consiglio di rivolgerti ad un vivaio della tua zona,
      in questo modo potrai acquistare delle piante già acclimatate – cioè preparate al clima – alla zona dove vivi tu.
      Altrimenti per acquistare le piante di vite on line rivolgiti a questo vivaio specializzato.
      Dai Simona, ti dico buon lavoro!

      Rispondi
  2. franco
    franco dice:

    Salve,
    ho una bella pianta di uva, non so il tipo ma non uva fragola, ogni volta che prepara il grappolo e subito dopo l’infiorescenza lo stesso secca quindi la pianta non porta frutti. Può indicarmi di cosa si tratta e come rimediare? Grazie.
    (Franco)

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    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Franco,
      da come descrivi il tuo problema di sicuro ti dico che sulla tua pianta risiedono uno o più funghi patogeni: es – Peronospora, oidio, botrite ecc – non posso dirti di preciso quale non avendo almeno la foto del grappolo oggetto della domanda. Per porre rimedio dovresti fare dei trattamenti a tutta la pianta indicativamente ogni 15 giorni nella fase vegetativa – da aprile ad settembre – e una volta al mese da ottobre a marzo, andando a bagnare bene tutto il legno della pianta – a foglie cadute – dalla base del fusto fino ai rami e gemme comprese, con la poltiglia bordolese a base di rame – vedi il video nel link per la preparazione – alla quale aggiungerai dello zolfo bagnabile; rame e zolfo sono due antifungini che aiutano a prevenire l’insorgenza del problema che dici di avere.
      Ci tieni aggiornati sul tuo problema?
      Salute e buon orto

      Rispondi

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