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Buongiorno, come posso riuscire a creare un orticello su un piccolo balcone di città? Da cosa posso cominciare, a parte le aromatiche che già ho, che sia di semplice gestione? Purtroppo io non sono per niente esperto…

Grazie mille!

(Marco)

Non avendomi parlato molto del tuo terrazzo, non conoscendone quindi né la grandezza né l’esposizione, cercherò di darti dei consigli generici. Una cosa è certa: se hai un po’ di esperienza con delle aromatiche siamo già un passo avanti. Il secondo step potrebbe essere la coltivazione di ortaggi ‘facili’ a prova di pollice nero. Se hai poco spazio, oltre alle aromatiche, puoi provare con fagioli, fagiolini, insalate da taglio, rucola e prezzemolo. Se invece puoi prevedere anche un contenitore più voluminoso direi che possiamo allargare anche a melanzane, zucchine e pomodori (guarda questo link sul pomodoro sardo), perché sicuramente non mancheranno di darti grandi soddisfazione durante tutta l’estate. Fagiolini, pomodori e zucchine amano arrampicarsi quindi l’ideale è preparare un treillage o una mini pergola, che ti farà risparmiare spazio e decorerà il tuo balcone.

Inizia con due, tre ortaggi non di più, quelli che ami maggiormente prendi delle vasche in tono con lo stile della tua casa (l’orto deve essere bello come un giardino) e inizia la tua nuova avventura. Obbligo: l’impianto d’irrigazione, perché l’orto in estate non può rimanere neppure un giorno senza acqua. Eviterei di pensare alla semina per il primo anno, ma mi procurerei delle piccole piante in vivaio e le trapianterei direttamente nei vasi definitivi. Un buon terriccio e un drenaggio efficace, concime quanto basta e acqua a volontà.

In ogni caso ricordati di lasciare sempre dello spazio dove potere lavorare senza dover per forza fare equilibrismi sulla balaustra.

“L’Epifania tutte le feste le porta via”. Non ho trovato niente di più originale per ricordarvi che le vacanze sono terminate e che purtroppo il nostro orto è ancora là bisognoso di cure. Però potete consolarvi, perché se avete trascorso le feste frequentando tavole imbandite sicuramente il vostro giro vita ne ha risentito: e allora cosa c’è di meglio di un po’ di movimento all’aria aperta?

– Se il terreno non è gelato e ancora non lo avete fatto, vangate la terra per portare in superficie i parassiti che così vengono distrutti dal freddo. Non è che ce l’abbiamo con loro è solo questione di sopravvivenza, dei nostri ortaggi naturalmente!

– Conservate la cenere di stufe e caminetti in un bidone o aggiungetela al compost, come concime ricco di potassio, che poi distribuirete alla base delle vostre piante.

– Ponete a germogliare in un locale luminoso, a 12°-15°, le patate che poi intenderete utilizzare per la semina: febbraio e marzo sono vicini e presto dovremo procedere.

– Se possedete delle serre ricordatevi di arieggiarle nelle ore più calde per evitare eccessivi ristagni di umidità e l’insorgere di marciumi.

– Iniziamo inoltre le prime potature nel frutteto. Mi raccomando occhio alle forbici! Se non vi sentite sicuri chiedete consiglio ad un vicino più esperto e, se il vicino ha traslocato, scrivetemi: proverò  a spiegarvi per iscritto come effettuare i tagli necessari.

– Contro larve, afidi, ma soprattutto cocciniglie in questo mese è utile  fare un trattamento con l’olio bianco, un prodotto a bassissima tossicità e compatibile anche con l’agricoltura biologica, che possiamo trovare in qualsiasi vivaio o consorzio agrario. Se però anche questo vi sembra troppo provate a spazzolare i tronchi per eliminare i muschi, le uova e le larve degli insetti che si annidano nelle screpolature della corteccia.

– E adesso rilassatevi andando a raccoglieri i cavoli, che dopo le gelate hanno migliorato sapore e consistenza.

foto di spratmackrel e di ModernHeartist Photography da flickr

In Inverno l’orto è a riposo, dorme di un sonno profondo. I colori si sono spenti e le verdure sono pietrificate dal ghiaccio. Sembra che l’unica attività possibile sia quella di girarci i pollici.

Ma potremmo anche leggere questa pausa invernale come un invito alla calma e all’osservazione. Solo adesso passeggiando tra le piante potremo riflettere sugli sbagli colturali commessi e sulle migliorie da effettuare nella prossima stagione. Potrebbe essere un’idea decidere di tenere il ‘Diario dell’orto’ dove annotare successi e fallimenti, dove segnare quando abbiamo effettuato le semine, programmare le rotazioni, oppure se una varietà ha risposto meglio di un’altra, o comunque tutto ciò che potrebbe aiutarci in futuro a correggere il tiro.

Rallentiamo il passo: l’orto impone dei ritmi diversi in questa stagione. Cerchiamo di assecondarli e sicuramente scopriremo di avere molte cose ancora da imparare.

foto di rubyblossom da flickr

Il camino è uno dei simboli dell’inverno. Chiunque ne possieda uno in questi mesi lo accende, se non per scaldarsi almeno per guardare il fuoco e meditare. Quindi non esiste momento migliore per parlare degli effetti benefici della cenere di legna sulle nostre colture.

La cenere è ricca di potassio, fosforo e calcio, ma non di azoto. Può essere utilizzata nell’orto aggiungendola al terreno di semina da lavorare in seguito, oppure direttamente nei solchi  come facevano un tempo i contadini prima della semina della patata o della carota, ma la si può spargere anche ai piedi delle specie arboree, o direttamente nei vasi delle nostre piante. Ma ricordatevi, sebbene sia di grande aiuto, non ha le caratteristiche per essere un fertilizzante completo.

Proprio perché ricca di calcio è meglio evitare di somministrala alle acidofile (azalee, rododendri, ortensie) che potrebbero soffrirne. E’ invece buona abitudine unirla al compost in fermentazione, ne diminuisce l’umidità e l’acidità, e alla fine otterremo un fertilizzante più ricco. Alcuni la usano come antiparassitario e cospargono di cenere alcuni ortaggi, come sedano e zucchini, così gli insetti, credendoli fantasmi, scappano spaventati. Sto scherzando! In verità li soffoca, creando loro problemi respiratorii.

Unica raccomandazione non usate mai distribuire cenere derivante dalla combustione di legna che ha subito trattamenti (colle, vernici, ecc.) perché potrebbe contenere sostanze tossiche.

Insomma forse non sarà il migliore fertilizzante in commercio, però rispetta il ciclo della natura ed è a costo zero!

foto di ozgurmulazimoglu da flickr

Dicembre: il gelo è alle porte. Lo sapete che sono proprio le gelate a dirci quando è meglio seminare? Conoscerne le date è cosa importantissima, ma come fare? Non dico di essere come mia madre, da sempre abituata a vivere a stretto contatto con la natura, che guarda il cielo, annusa l’aria e capisce quando ci sarà la prossima gelata e in base a quello si muove nell’orto. Per noi comuni mortali la cosa migliore è iniziare, se ancora non lo abbiamo mai fatto, a guardare con occhi attenti gli eventi metereologici, segnarli su un calendario e con gli anni diventare degli esperti conoscitori del clima della nostra zona, con tutte le varie oscillazioni ed eccezioni. In base al nostro ‘calendario delle gelate’ organizzeremo le semine, proprio come facevano i vecchi ortolani: quelle estive le faremo dopo quella che si suppone essere l’ultima gelata primaverile o in tarda estate per le zone a clima mite. Gli ortaggi primaverili si semineranno invece 4/6 settimane prima dell’ultima gelata prevista, mentre le semine autunnali andranno programmate 8/12 settimane prima delle gelate invernali.

Per i neofiti: seguite le previsioni del tempo a livello locale e cercate aiuto nel sito dell’ARPA (Agenzia regionale protezione ambientale: è organizzato su base regionale e può darvi una mano.

Lo so il tutto sembra molto aleatorio, ma in fondo chi coltiva l’orto sa accettarne gli imprevisti e i misteri.

foto di Gilmoth da flickr

Pensavate che con l’avvicinarsi delle feste potessimo goderci anche noi ortonauti un meritato riposo? Non del tutto, l’orto non ama la solitudine e richiede ancora un po’ della nostra compagnia, ma consolatevi le cose da fare in dicembre non sono molte, guardiamole insieme e rimbocchiamoci le maniche.

– Se vivete nelle località a clima mite (beati voi!) potete ancora seminare fave, piselli e valerianella. Inoltre, ora o mai più, possiamo mettere a dimora anche agli e cipolle.

– Anche il frutteto vuole la sua parte e, se il tempo non è troppo inclemente, si possono piantare nuovi alberelli, che potranno radicare durante l’inverno prima della ripresa vegetativa, magari affiancandogli dei tutori per aiutarli a non soccombere ai gelidi venti invernali.

– Proteggere dal freddo le aiuole o vasi che ospitano ancora qualche ortaggio (lattuga, carote, etc.)  coprendoli con del tessuto non-tessuto.

– Raccogliere, prima delle gelate, gli ultimi cavolfiori. Per una protezione improvvisata e di breve durata potete sollevare sulla testa del cavolo le foglie esterne, proprio come un foulard per un mal di denti .

– In giardino ultimare le vangature e le lavorazioni del terreno, dopo avere aggiunto abbondante sostanza organica, e poi lasciate che le piogge e il gelo facciano il resto, affinando e preparando il suolo alle semine primaverili. Per una volta che siano gli agenti atmosferici a sudare per noi!

foto di Rob Watling da flickr

Cos’altro si può chiedere ad una pianta? Le aromatiche sono una risorsa imprescindibile in ogni orto,  sia nel giardino, che sul balcone: sono facili da coltivare, danno sapore ai nostri piatti, hanno mille proprietà terapeutiche e quando le sfiori ti regalano aromi inaspettati.

Le più profumate richiedono posizioni in pieno sole, suoli ben drenati se non addirittura poveri e sassosi. Generose e poche esigenti, anche i meno esperti con loro hanno garanzie di successo. Inoltre hanno il vantaggio di costare poco e di essere facilmente reperibili, potete trovare semi e piantine in qualsiasi vivaio. E sappiate che molte di loro hanno anche la capacità di allontanare insetti molesti.

foto di nociveglia da flickr

Nel 2004 è stato restaurato e aperto al pubblico. Nel 2009 è stato richiuso. Un vero peccato: l’orto di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, era molto più di un ‘orto’: era il sunto massimo del motto ‘ora et labora’, un luogo dell’anima dove contemplazione, simbologia, cura e pazienza si incontravano in un connubio perfetto.

Per anni si è potuto visitare su appuntamento, ma adesso (sembra a causa delle troppe interferenze mondane) lo si può ammirare solo dal bellissimo cancello, opera dell’artista greco Jannis Kounellis. Ve lo propongo perchè possiate almeno sapere della sua esistenza, perchè se andate a Roma possiate almeno ammirarlo dalle trame del cancello in ferro battuto e vetro colorato, e perchè mi auguro che presto si possa tutti tornare a goderne la bellezza.

foto da wikimedia

Chi ha i figli a scuola lo sa: i programmi scolastici stanno entrando nel vivo. Le prime verifiche stanno assegnando soddisfazioni o delusioni. Ma la notizia è che anche l’orto in molte scuole è diventato materia di studio grazie a Slow Food e al suo progetto Orto in Condotta di cui la Fondazione Bonduelle è sostenitore ufficiale. Un percorso educativo triennale che prevede la coltivazione di orti nelle scuole con l’obiettivo di educare bambini e ragazzi alla sana alimentazione.

L’11 novembre, in occasione della FESTA DEGLI ORTI, che ogni anno corona il progetto, in moltissime scuole d’Italia si svolgeranno interessantissime attività didattiche in classe, in cucina e nell’orto che coinvolgeranno insegnanti, genitori e studenti. L’iniziativa quest’anno coinvolgerà più di 4000 scolari. Se volete che anche la scuola di vostro figlio partecipi al progetto Orto in Condotta scrivete a educazione@slowfood.it. Gli ortonauti di domani si vedono da piccoli.

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