La castagna non è un prodotto dell’orto, ma un regalo del bosco. E anche del bosco occorre avere cura. Soprattutto del bosco.
Ormai tutti sappiamo quanto ogni singolo albero sia importante per la vita nostra e del pianeta. Figurarsi quelli che danno frutti commestibili, quelli che una volta venivano chiamati in Alta Versilia “alberi del pane”. Perché il castagno in passato dava da mangiare ai contadini delle Apuane tutto l’anno.
Conoscere la memoria di un luogo e conservarne brandelli di ricordi è utile nell’andare avanti nell’esplorazione di nuove strade, per ridisegnare un futuro più lungimirante e sostenibile di quanto non lo sia l’attuale presente.
Una castagna può nascondere un mondo se la osserviamo bene. Questo è quello che è successo a me ieri salendo a Retignano, un piccolo paese attaccato alle pendici delle Alpi Apuane, per incontrare un gruppo di raccoglitori di castagne e qualche Bio-eroe che si è messo in testa di recuperare un vecchio metato (piccolo edificio in pietra destinato all’essiccazione delle castagne) caduto in disuso.

L’autunno è tempo di zucche di ogni forma colore e potremmo dire anche di utilizzo, perché fra queste ce n’è una veramente particolare: la Luffa cylindrica conosciuta anche come Loofah, che non si mangia ma si usa come spugna per la pulizia della casa e della persona. Sono certa che anche se non vi è mai capitato di coltivarla sicuramente avete avuto l’occasione di utilizzarla sotto la doccia o al lavello della cucina per pulire le stoviglie.
Calice viola, cuore giallo e tre preziosissimi filamenti rossi che fuoriescono. Sto parlando dello zafferano (Crocus sativus). Ottobre e novembre sono i mesi della fioritura e quindi della raccolta.
Non tutte le zucche si portano in tavola. Alcune sanno di cartone e sono immangiabili, ma proprio come il cartone si prestano al bricolage e al ‘fai da te’.
Questa estate avevo consigliato l’
Quest’anno le albicocche erano tantissime. Potevamo mangiarne in quantità smodata, regalarle a destra e a manca, ma restavano comunque troppe.
