I romani definivano se stessi ‘fortissimi viri et milites strenuissimi ex agricolis’, ovvero un popolo valoroso che proviene dal mondo agricolo. Erano legati alla terra perché ne conoscevano l’importanza per il sostentamento della popolazione, e scrivevano tanto di filosofia quanto di agricoltura. Tra gli autori di trattati di agricoltura, in prosa o in versi, troviamo Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Colummella.( * ) E molte delle cose scritte allora sono ancora oggi validissime!

Forti di questo ‘passato agricolo’ ci sono tutt’ora nella capitale persone e associazioni che intendono riscoprire e recuperare quanto perduto in questo senso, creando orti sociali e giardini condivisi. Uno fra tutti il progetto didattico Hortus Urbis, nato dalla collaborazione tra Zappata Romana, associazione formata da architetti che da tempo si occupa di censire tutti gli spazi verdi all’interno della capitale, e l’ente pubblico che gestisce il Parco dell’Appia Antica.

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vincent-van-gogh-il-seminatore«Zappatori, seminatori, aratori, uomini e donne, che ora devo disegnare continuamente. Devo osservare e disegnare tutto ciò che fa parte della vita di un contadino, come molti altri hanno fatto e stanno facendo. Non sono più così inetto come un tempo davanti alla natura». Così scriveva Vincent Van Gogh al fratello Theo nel 1881. Evidentemente all’epoca ci fu un periodo di grande attenzione verso tutto ciò che riguardava la terra e la natura: erano in atto, allora come oggi, grandi cambiamenti e guardare alla bellezza, alla semplicità, all’umiltà della terra era a seconda dei contesti ‘rassicurante’ o ‘trasgressivo’.

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Orto ritoccoE’ incredibile come gli orti stiano diventando sempre più un valore aggiunto in termini di qualità della vita. Il poter raccogliere verdure fresche da portare subito in tavola è per tutti un piacere innegabile. Per questo motivo molti luoghi pubblici si muniscono del proprio orto per creare maggiore ‘appeal’ intorno alla propria attività, soprattutto i ristoranti, ma non solo. Per esempio in Maremma, vicino alla spiaggia che in estate frequento con maggiore assiduità, c’è un campeggio con piazzole ben ordinate  e alberate e sul fondo un orto a disposizione di tutti. Si tratta dell’orto di Rita, dell’Agricampeggio Ioniti.

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Orti anzianiIl loro nome parla chiaro: ‘Orti degli anziani’. L’unica prerogativa indispensabile per accedere a questi orti è infatti l’età pensionabile. Se sulla carta d’identità sei classificato come ‘pensionato’, ecco allora che puoi fare la domanda per avere uno di questi quaranta orti viareggini.

Gli orti per anziani sono ubicati nella ‘periferia’ (ormai non lo è quasi più) di Viareggio Nuova, al 168/a della via Aurelia Sud. Un’oasi di vitalità, incontro e socializzazione all’interno della città. Con questo intento sono nati questi orti nel 1984, per iniziativa del Comune di Viareggio, e con questo intento continuano a vivere e a ospitare coloro che oltre alla ‘briscola’ e alla passeggiata lungomare, preferiscono spezzare la routine e la monotonia di giornate tutte uguali, mettendo le mani nella terra e coltivando verdure.

 

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MazzorboDue sono le isole da sempre dedicate alla coltivazione degli ortaggi all’interno della laguna veneziana: S. Erasmo e Mazzorbo. Anche se la prima per ampiezza e vocazione (l’isola di S.Erasmo è più alta sul livello dell’acqua) è quella che offre maggiore offerta e varietà, Mazzorbo gode di una sua precisa caratterizzazione e di un fascino tutto particolare a cui è difficile sottrarsi.

Per quanto mi riguarda sono approdata con il vaporetto alle sue sponde colorate, in una sera d’estate e mi sono immediatamente persa nei suoi orti circondati da mura di mattoni rosati, solcati da canali orlati di fiori spontanei e affiancati dalle vigne di uva Dorona, così chiamata per il suoi grappoli colore dell’oro.

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Giardi. Torr. 7Ci sono orti di città, orti didattici, orti storici e orti così belli da diventare luoghi di evento. Poi c’è l’orto-Giardino Torrigiani a Firenze che racchiude tutte queste anime.

L’orto-giardino Torrigiani ha più o meno cinquecento anni, ma non li dimostra. Pur conservando il suo impianto originario e alberi centenari, ha dato nuova vita e vocazione a questo patrimonio verde, per buona parte restaurato e custodito con cura.

Conosciuto come il più grande giardino privato d’Europa, il Giardino Torrigiani è un enorme gioiello (quasi sette ettari) celato all’interno delle antiche mura cittadine.

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fiori e ortaggiFinalmente l’orto-giardino anche in fiera!

All’ultima Mostra di piante e fiori dell’Orticoltura, che si è tenuta a Firenze dal 25 aprile al 1 maggio, c’era uno stand che riassumeva in pieno lo spirito dell’orto-giardino: strutture in legno per rampicanti orticoli, grandi ceste ricolme di verzura, un grande gazebo ornato di rose e sullo sfondo la splendida serra ottocentesca dei giardini dove si svolgeva la manifestazione. Ma soprattutto un tripudio di fiori e ortaggi disposti in modo armonioso, al cui interno erano disseminate alcune sculture di Tobia Fasoli, un artista che traduce sorprendentemente in bronzo la leggerezza degli origami giapponesi.

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Anno del giardiniereOgni volta che arriviamo in prossimità delle vacanze, siano esse estive o invernali, ci ‘scappa’ un consiglio per la lettura. Questa volta vi propongo ‘L’anno del giardiniere’ di Karel Capek. Si tratta di una raccolta di articoli scritti da questo protagonista del novecento letterario praghese, quando, dopo avere acquistato nel 1925 una casa con del terreno, divenne un vero fanatico del giardinaggio. Nonostante gli anni trascorsi il libro è quanto mai attuale, e dimostra che la passione per il giardinaggio, a differenza del compost, non si degrada, ma è inossidabile.

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Orti Pintiorti dipintiE così ora anche Firenze, come molte altre città italiane, ha il suo Community Garden: Orti Dipinti è il primo orto sociale in pieno centro storico. Il suo nome è dovuto proprio al fatto che si trova in Borgo Pinti, di fronte al ‘mitico’ Four Seasons Hotel. Sembra che questo Borgo abbia da sempre una speciale vocazione verso gli orti, e quelli che vi si coltivavano in passato erano così belli che i pittori venivano a dipingerli. Per cui il nome Orti Dipinti ha oggi, come allora, più di un significato.

Un alto muro giallo divide questo luogo dalla strada e per giungervi occorre oltrepassare un cancello e attraversare unpiccolo, ma delizioso e inaspettato giardino. Ma ancora più inattesi sono questi orti curati e accoglienti, creati dentro grandi cassoni in legno.

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Passeggiando nel centro di Madrid, in prossimità di Plaza Latina, mi sono imbattuta casualmente in un luogo fantastico ‘Il Campo di Cebada‘. Non è un monumento storico, né tanto meno un museo, ma uno spazio sociale all’aperto, con orto, alberelli, pergole, pedane, sedute, teatro, campetto da calcio e basket.

Tutto è costruito con materiale di recupero: vecchi bancali di legno, tubi di ogni genere, impalcature di ferro, bobine industriali, vecchi elettrodomestici e ogni recipiente dismesso serve alla raccolta dell’acqua piovana per le innaffiature. Ma non per questo Campo di Cebada è meno affascinante, tutt’altro!

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