I romani definivano se stessi ‘fortissimi viri et milites strenuissimi ex agricolis’, ovvero un popolo valoroso che proviene dal mondo agricolo. Erano legati alla terra perché ne conoscevano l’importanza per il sostentamento della popolazione, e scrivevano tanto di filosofia quanto di agricoltura. Tra gli autori di trattati di agricoltura, in prosa o in versi, troviamo Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Colummella.( * ) E molte delle cose scritte allora sono ancora oggi validissime!
Forti di questo ‘passato agricolo’ ci sono tutt’ora nella capitale persone e associazioni che intendono riscoprire e recuperare quanto perduto in questo senso, creando orti sociali e giardini condivisi. Uno fra tutti il progetto didattico Hortus Urbis, nato dalla collaborazione tra Zappata Romana, associazione formata da architetti che da tempo si occupa di censire tutti gli spazi verdi all’interno della capitale, e l’ente pubblico che gestisce il Parco dell’Appia Antica.