Salve Ortisti!

Sono Stefano….il Pissi il vostro AgronomOrtista. Nei giorni scorsi mi sono messo a vangare un pezzo di terra incolta da anni e nel mezzo dell’operazione mi è sorto un dubbio, ma vangare a cosa serve? E’ davvero necessario sconvolgere la terra così tanto? E la fatica che si dura poi….?  Per questi motivi ho deciso di farmi chiarezza scrivendo due righe a riguardo, le condivido con voi, sperando vi siano di conforto mentre lavorate.

Vangare il terreno è un’operazione colturale antichissima, che l’uomo pratica fin da quando ha  iniziato a coltivare la terra.

LA VANGA

Lo strumento manuale utilizzato, la vanga, è costituito da un manico adatto all’impugnatura con entrambe le mani, di materiale e dimensioni tali da renderlo leggero e comodo nell’uso.

Sul manico è inserita la LAMA, di materiale metallico (ferro). La lama può essere di diverse forme e dimensioni che variano in base al tipo di terreno – più o meno argilloso – per il quale viene utilizzata.

Sopra la lama, sul manico, è montato un altro elemento metallico detto VANGHILE, serve ad appoggiarci il piede per affondare al meglio la vanga, sfruttando il peso del corpo.

Vanga a punta, per i terreni particolarmente duri e argillosi

COME SI VANGA? ESECUZIONE PRATICA DELLA VANGATURA

La vangatura è una lavorazione che si svolge praticando sulla superficie del terreno dei tagli verticali allo scopo di formare delle fette di terra – le zolle. Queste, una volta staccate dal suolo, andranno riposizionate nel posto da cui sono state prelevate, ma capovolte di 180 gradi rispetto all’inizio: in poche parole, la terra viene rivoltata, una zolla per volta.

Si continua con questa operazione procedendo in fila, a formare delle strisce di terreno lavorato, completando da cima a fondo tutta la superficie.

QUANDO SI VANGA? PERIODI DELL’ANNO IN CUI SI ESEGUE LA VANGATURA

La vangatura si esegue preferibilmente da fine estate a inizio inverno. Se effettuata a fine estate permette alla terra di rimanere esposta agli agenti atmosferici, all’alternanza di pioggia e sole tipica dell’inizio autunno; se effettuata a inizio inverno, dà modo di esporre il terreno all’alternanza di gelo e disgelo tipica della stagione invernale. Mi raccomando però…evitiamo di vangare terreni eccessivamente umidi o eccessivamente aridi, qui sì che la fatica è sprecata davvero!

DOVE SI VANGA? SU QUALI TERRENI È UTILE EFFETTUARE LA VANGATURA

Terreno inerbito prima dello sfalcio

Poiché la vangatura ha lo scopo di rendere coltivabile un terreno, specie quando questo è particolarmente difficile in quanto compatto, sassoso e di conseguenza inospitale alla vita delle

piante che vogliamo coltivare, si rende sempre necessaria nei terreni incolti.

E’ necessaria anche in terreni argillosi, che risultano compatti ad ogni stagione.

Zona sfalciata preparata per la vangatura

La vangatura è invece spesso inutile nei terreni sabbiosi o in quelli ben drenati e sciolti.

PERCHÉ SI VANGA? SCOPI ED EFFETTI DELLA VANGATURA

Se volessimo coltivare un orto, partendo da un terreno da molto tempo non lavorato o in generale duro e compatto, sarebbe quasi impossibile farci crescere le piante.

Per rendere il terreno coltivabile, l’operazione colturale da effettuarsi in primis sarebbe la vangatura.

Attenzione: se sul terreno fosse presente anche vegetazione spontanea, prima di vangare sarebbe necessario eliminarla tramite sfalci o decespugliamento.

Veniamo al dunque ora e scopriamo quali sono gli effetti positivi di questa operazione:

1. Aumento della superficie specifica: il terreno, da piatto e duro che era, dopo la vangatura risulta più voluminoso e per questo offre una maggiore superficie agli agenti atmosferici come acqua, sole, vento, gelo.

2. Aumento della fertilità fisica: l’alternanza tra gelo e disgelo, umidità e siccità favorisce l’ammorbidimento delle argille che compongono il terreno, rendendolo più morbido, maggiormente

penetrabile dalle radici e quindi più fertile fisicamente.

3. Aumento della profondità coltivabile e arieggiatura del terreno: tramite la vangatura si ottiene un maggiore volume di terreno a disposizione delle radici delle piante coltivate.

4. Ridistribuzione della fertilità biochimica: rivoltando le zolle, la parte di terreno più fertile, inizialmente in superficie, viene spostata verso il basso, contribuendo a fertilizzare anche la parte più profonda.

Zolle con radici

5. Diserbo biologico del terreno: le radici delle piante spontanee (concorrenti a quelle coltivate) con il rivoltamento delle zolle vengono messe a contatto con l’atmosfera e quindi muoiono seccandosi.

6. Dissodamento del terreno: scavando in profondità emergono pietre e sassi – ostacoli fisici alla coltivazione dell’orto – che, una volta in superficie, possono essere facilmente raccolti ed eliminati.

MA SOPRATUTTO VANGARE FA BENE AL NOSTRO SPIRITO, CI RILASSA E CI METTE IN CONTATTO CON IL DIVINO

Quindi vangate, vangate, vangate!

BUON LAVORO E W GLI ORTISTI

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