Devo ammetterlo: ho un debole per le piante ‘selvatiche’. Perché fanno parte dei miei ricordi. Perché per crescere non hanno bisogno di niente. Perchè offrono tanto (verde, cibo, biodiversità…) senza chiedere niente in cambio (concimi, annaffiature, cure…). E, come se non bastasse, sono buonissime.

Le piante spontanee sono una grande risorsa nutrizionale e culturale. Tutte, dalle più sconosciute alle più comuni, possono essere impiegate per la preparazione di piatti deliziosi e pregiati, ricchi di sostanze nutritive e di aromi utilissimi per la salute.

Ma per spiegarvi tutte le motivazioni (che sono molte) del perché sia auspicabile riscoprirle e utilizzarle, prenderò in prestito le parole del Prof. Vito Bianco, docente al Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, Università degli Studi di Bari e decano in Orticoltura, pubblicate sul sito GeorgofiliINFO in occasione del seminario “Le specie spontanee commestibili: tra sapori e saperi” tenutosi alla Facoltà di Agraria di Bari.

“Tra i motivi che spingono a cercare, caratterizzare, raccogliere, valorizzare, utilizzare e salvaguardare le erbe spontanee eduli si possono citare:

  1. Rischio di estinzione di alcune specie;
  2. Il contatto con la Natura, con i contadini anziani e gli ambienti rurali aiuta a recuperare l’etnobiodiversità, cioè quel vasto patrimonio di tradizioni gastronomiche, riti religiosi, ritualità conviviali, termini dialettali, credenze popolari, proverbi, filastrocche, modi di dire, poesie, feste e sagre popolari;
  3. “Andar per erbe”, stimola sentimenti positivi, attenua il livello di ansia e di stress e contribuisce al benessere psicofisico;
  4. Si impara ad accettare i ritmi della Natura e la ciclicità delle stagioni;
  5. Si scoprono  sapori, profumi, colori e forme quasi sconosciuti nella cucina di tutti i giorni;
  6. La Natura le offre gratuitamente e pertanto contribuiscono al bilancio della famiglia;
  7. Non si corre il rischio di ingerire prodotti antiparassitari;
  8. Offrono la possibilità di diversificare la dieta;
  9. Possono essere considerate strumenti di salute, “cibo medicina”, perché le ricerche stanno mettendo in luce la presenza di nutrienti e metaboliti secondari con attività biologiche che mostrano capacità protettive nei confronti di molte malattie”.

Il professore Lo bianco ha anche pubblicato un libro utile e divertente sull’argomento: “Piante spontanee nella cucina tradizionale molese – storie, curiosità e ricette” . Questo libro offre al lettore il ritratto di ben 17 specie vegetali, dall’asparago pungente alla bietola comune, dall’ortica alla borragine, dalla senape selvatica al lampascione e molte altre. Tutte le schede sono correlate da foto e da curiosità, da indicazioni sui periodi di raccolta e sui valori nutritivi, sull’utilizzo che se ne può fare sia in cucina che nella medicina popolare. E per finire è ricco di tante buone ricette tipiche pugliesi, su come cucinare al meglio queste erbe, esaltandone le caratteristiche organolettiche.

Direi che ce n’è abbastanza per chiunque abbia voglia di approfondire l’argomento.

foto di nociveglia da flickr

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  1. Tortine di sambuco al profumo di cannella (e non solo…) ha detto:

    […] ©MissCriticalKitchen  Su quanto sia importante in cucina utilizzare le piante spontanee commestibili, che la Natura  offre gratuitamente senza bisogno di alcun intervento umano, e su quanto questo sia prezioso per la biodiversità della terra (e anche per le nostre tasche), vi rimando se vi va ad un approfondimento qui […]

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