Colorate e leggiadre le farfalle sembrano l’immagine dell’innocenza. Eppure non tutte sono innocue. La cavolaia (Pieris brassicae) è meglio non averla tra i piedi o meglio ancora tra i cavoli. Temibile nemica del nostro orto, le sue larve voracissime rosicchiano le foglie del cavolo fino all’osso, lasciandone infatti soltanto le nervature.

E’ una comune farfalla dalle ali bianche con macchie nere e le sue larve sono verdi con due striature gialle ai lati. Le uova, che appena vediamo dobbiamo togliere prontamente, sono di colore giallo-arancio e vengono deposte a piccoli mucchi sulla pagina inferiore della foglia.

Prevenzione – La prima regola da seguire se vogliamo evitare la sua presenza è di non coltivare mai nello stesso luogo cavoli o crucifere, ma avvicendarli con altre colture, in particolare con le leguminose che lasciano il terreno soffice e fertile. Un ottimo repellente è il decotto di tanaceto o di assenzio da irrorare direttamente sulle piante per prevenirne gli attacchi.

Cura – Un buon metodo per evitare danni è il controllo frequente e l’eliminazione manuale  delle uova non appena ci accorgiamo della loro presenza sulle foglie, ma anche la farina di alghe calcarea spolverata sulle piante può essere di aiuto. Infine, in caso di forte attacco, risulta efficace il trattamento con Ballilus thuringiensis, un preparato industriale di origine batterica consentito in agricoltura biologica da usare nel seguente dosaggio: 10-20 g ogni 10 litri di acqua, attendendo poi tre giorni prima di effettuare la raccolta.

Attenzione la cavolaia non attacca solo i cavoli, ma anche rucola, rapa e ravanelli!

foto di @lbyper da flickr

2 commenti
    • nara marrucci
      nara marrucci dice:

      Ciao Stefano, intanto leggi i due articoli sul tanaceto e sull’assenzio che abbiamo pubblicato tempo fa. Poi se non riesci a trovare queste piante in natura l’altra soluzione è in erboristeria le foglie essiccate. Un saluto e spero che la tua ricerca abbia buon esito!

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