In questa scuola l’orto si coltiva da sempre. Non è un’esigenza nata oggi, come sta accadendo in molte altre scuole. Qui la convinzione che coltivare la terra sia un fattore determinante nel percorso educativo di ogni bambino, ha radici profonde.

E’ dal lontano 1927, che alla Rinnovata Pizzigoni, i bambini crescono mettendo le mani nella terra, da quando, grazie al contributo di diversi esponenti dell’intellighenzia milanese, Giuseppina Pizzigoni riuscì a costruire la scuola così come la si può vedere oggi.


Chi era Giuseppina Pizzigoni? Una vera rivoluzionaria, un’educatrice a cui era stato impedito dalla famiglia di perseguire l’allora ‘poco serio’ mestiere dell’attrice, e la sua creatività, la sua energia, la riversò interamente nella costruzione di questa scuola, la cui visione si riassume in queste parole: ”E’ necessario allargare il nostro concetto di scuola fino a sentire che scuola è il mondo (…) E’ necessario sostituire al verbalismo scolastico l’esperienza personale del ragazzo, quale mezzo di apprendimento; esperienza guidata del maestro sui centri spontanei di interesse per il bambino, quali: il lavoro in genere, la ricerca individuale, la terra, gli animali, le piante; la verità sempre.”

Non deve essere stato facile allora (e non lo sarebbe neppure oggi) trovare qualcuno che credesse in delle idee così innovative, ma evidentemente la sua determinazione non conobbe ostacoli e in un luogo, dove allora c’erano soltanto campi ed operai, nacque questa incredibile scuola.

Forse è per questo che l’edificio assomiglia più ad una cascina che ad un istituto scolastico: 22 mila mq di parco con piante, animali, orti, serre, boschetti, cortili, laboratori.

Alla Rinnovata Pizzigoni ‘fare e sapere’ sono una sola cosa e le varie discipline non si apprendono solo attraverso i libri, ma anche attraverso una pratica guidata, che si interfaccia con il mondo. E nell’orto non si impara solo a coltivare le piante, ma anche l’italiano e la matematica e la geometria trovano qui la loro applicazione più congeniale.

Ma aldilà delle materie scolastiche l’orto è qui maestro di vita. Come? Ce lo spiega Lucia Sacco, maestra di musica nonché promotrice di molte iniziative legate alla scuola. “Il lavoro contadino ti permette di avere uno ‘sguardo lungo’: semino oggi non per vedere il frutto del mio lavoro adesso, ma per mietere il grano tra sei mesi. Nel frattempo però devo occuparmi di far sì che il mio lavoro non vada  perduto: vado a prendere il letame degli asinelli e raccolgo le foglie secche per fare compostaggio e concimare la terra. Sono solo piccole azioni, ma di quelle che ti si sedimentano sulla pelle”.

“Faccio un altro esempio – continua Lucia Sacco – quanti avanzi si buttano nelle mense scolastiche? E anche qui ci sono degli sprechi, certo, però almeno abbiamo l’accortezza di tenere il pane avanzato, farlo seccare per gli asinelli, fare il pastone per le galline. Questo è un insegnamento importante per dei bambini che vivono in una città come Milano che spreca continuamente tante risorse. È l’antica saggezza contadina: se sai quanta fatica ha fatto un filo d’erba a crescere, quanto è costato seminare e raccogliere il fieno, difficilmente calpesterai un’aiuola in un giardino pubblico. Tutto questo è prevenzione del bullismo.»

Della Rinnovata Pizzigoni si potrebbe parlare per ore, perché oltre all’orto ci sono mille altre attività. Una scuola che come la si conosce appassiona. Se anche a voi ha fatto questo effetto visitate il sito dell’Opera Pizzigoni e magari scoprirete che potete fare qualcosa per supportarne i valori.

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