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Che l’orto sia uno strumento didattico, educativo e ricreativo eccezionale è ormai comprovato. Sono moltissime le scuole italiane che hanno deciso di dotarsi di un orto per l’apprendimento curricolare all’aria aperta, come esempio concreto di educazione ambientale e laboratorio per una necessaria consapevolezza alimentare. Un luogo per socializzare, cooperare, condividere e responsabilizzarsi. Dove si impara ‘l’arte dell’attesa e della pazienza’ e l’errore diventa conoscenza. L’orto insegna a prenderci cura di noi stessi degli altri e dell’ambiente che ci circonda.

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Le vacanze sono vacanze e per una volta potremmo anche dimenticarci l’orto! Ma se decidiamo di trascorrere i nostri giorni di riposo a Cortina, sulle Dolomiti, sarà difficile non ricordarsi il pezzo di terra  che abbiamo abbandonato a casa: in questa valle è un pullulare di orti ovunque!

Lo scenario è ovviamente paradisiaco. Vedere questi quadrati di terra protetti da esili staccionate di legno, smarriti in una natura così incombente e dominante, fa tenerezza. Prati a perdita d’occhio, destinati spesso ai pascoli e poi, là nel mezzo, un orticello coltivato per raccogliere due zucchine e qualche cetriolo, ma anche per rallegrare la valle con il colore di qualche girasole, rosa o il rosso di qualche pomodoro.

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Orto Leo 1Ormai siamo tutti d’accordo sul fatto che gli orti scolastici siano un’occasione di crescita e apprendimento formidabile, tanto è vero che sono moltissime le scuole che ne hanno uno o quelle che progettano di averlo. Ma come vivono i bambini questa esperienza? E’ davvero divertente e appagante? Oppure è noiosa e passa senza lasciare traccia? Ecco cosa ne pensa Leonardo…

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il-giardino-medicinale-13-C’è un museo dove si imparano le erbe. Si trova a Sansepolcro, una magnifica cittadina in provincia di Arezzo che domina la valle del Tevere, la cui lunga storia è documentata da monumenti, strade e palazzi, ma tra tutti è il Palazzo Bourbon del Monte ad ospitare l’Aboca Museum dedicato all’uso delle erbe medicinali nei secoli.

Perché le erbe vanno conosciute per saperle apprezzare. Perché sull’erba si gioca, si corre, ci si sdraia a guardare le nuvole, ma ogni erba ha anche un nome, un profumo, un colore e ogni erba ha delle proprietà curative.

Quando si va a fare una passeggiata in giardino, nell’orto o in campagna, ci scordiamo che oltre a guardare un bellissimo spettacolo, stiamo guardando anche la prima farmacia che l’uomo abbia mai conosciuto!

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Campo granoSono andata nel Cilento alla scoperta dei grani antichi. Oppure come ama definirli Antonio, un amico che ho conosciuto lì, dei grani del futuro. Esattamente a Caselle in Pittari, un piccolo paese arroccato sul cocuzzolo di una collina, come ce ne sono tanti in quella parte della Campania. La differenza è che a Caselle in Pittari da dieci anni a questa parte ogni luglio si tiene il Palio del grano, una festa che celebra il grano, la terra e la voglia di stare insieme. Non è una festa per chi è in cerca di folclore annacquato, finte ricostruzioni o tiepide rimembranze (anche perché quest’anno la calura era tale che di tiepido non c’era niente), ma è una festa dai sapori e dagli intenti forti: il sapore dei grani del luogo che hanno nomi e radici antichissime, Russulidda, Ianculidda, Carosella di Pruno e molti altri, tutti recuperati e coltivati ancora oggi su quelle terre.
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MazzorboDue sono le isole da sempre dedicate alla coltivazione degli ortaggi all’interno della laguna veneziana: S. Erasmo e Mazzorbo. Anche se la prima per ampiezza e vocazione (l’isola di S.Erasmo è più alta sul livello dell’acqua) è quella che offre maggiore offerta e varietà, Mazzorbo gode di una sua precisa caratterizzazione e di un fascino tutto particolare a cui è difficile sottrarsi.

Per quanto mi riguarda sono approdata con il vaporetto alle sue sponde colorate, in una sera d’estate e mi sono immediatamente persa nei suoi orti circondati da mura di mattoni rosati, solcati da canali orlati di fiori spontanei e affiancati dalle vigne di uva Dorona, così chiamata per il suoi grappoli colore dell’oro.

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E’ arrivato il momento di salutare anche il verdurario. Con il verdurario di dicembre chiudiamo un ciclo di giochi e scoperte durato un intero anno.

I ragazzi del Liceo Scientifico di Presezzo all’inizio del 2012 ci consegnarono un lavoro splendido, dedicato ai bambini delle scuole primarie per insegnare loro ad apprezzare le verdure, e noi ogni mese ne abbiamo pubblicato un parte nella sezione Bimbi  InOrto. Se avete voglia di sfogliare le nostre ‘pagine’ troverete, grazie a questi liceali, fiabe e giochi a non finire, ma anche curiosità, ricette ed informazioni legate al mondo dell’orto.

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In questa scuola l’orto si coltiva da sempre. Non è un’esigenza nata oggi, come sta accadendo in molte altre scuole. Qui la convinzione che coltivare la terra sia un fattore determinante nel percorso educativo di ogni bambino, ha radici profonde.

E’ dal lontano 1927, che alla Rinnovata Pizzigoni, i bambini crescono mettendo le mani nella terra, da quando, grazie al contributo di diversi esponenti dell’intellighenzia milanese, Giuseppina Pizzigoni riuscì a costruire la scuola così come la si può vedere oggi.

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Questa volta i liceali di Presezzo hanno preparato per InOrto un racconto straordinario: la storia di Lena la lavandaia e Primo il cipollaro. E’ un racconto per tutti, grandi e piccini. La storia di un amore che profuma di paese, di sapone e di….cipolle. Perché le cipolle mica puzzano!

ODORE DI CIPOLLE

Primo fa il coltivatore di cipolle. Vive e dorme in una casetta di mattoni. Cura le cipolle dall’alba al tramonto. Il padrone dell’azienda è molto soddisfatto di Primo. Primo è giovane e non è ancora sposato. Gli piacerebbe avere una famiglia ma lui fa il cipollaro ed è difficile che una donna voglia sposare un cipollaro.

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Pensate che bello se tutti i semafori fossero come quello di Selvaroma! Un semaforo magico che segnala ortaggi, profuma di minestrone e……..non posso raccontarvi tutto! Leggete la storia e scoprite come un incrocio pericoloso può trasformarsi in un luogo di divertimento grazie a degli ortaggi ‘miracolosi’.

La fiaba di questo mese è firmata come sempre dai ragazzi della V A del Liceo Scientifico di Presezzo.

SEMAFORO A SORPRESA

In un paese che non so bene dove si trova ma forse è in montagna e che si chiama Selvaroma c‟è, proprio nel mezzo del centro abitato, un incrocio molto pericoloso di due strade provinciali.

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