Lo sapevate che gli orti sono stati per moltissimi anni oggetto di scambio e di beneficienza? E sarebbe molto bello che lo fossero tutt’oggi. Immaginate: uno dà in prestito un pezzo di terra che non utilizza in cambio di un po’ del raccolto. Oppure, se uno ha troppa terra, può darne una parte in beneficienza a chi ne avrà cura e ne farà un orto.
L’ORTO COME SCAMBIO
In passato i primi scambi avvennero nella Francia nel XVII secolo, quando il ministro delle Finanze di Luigi XIV, per convincere i marinai al servizio del re a restare sulle coste della Manica come marittimi o pescatori al porto di Dunkerque, assegnava loro alloggi e orti. Le famiglie che accettavano lo scambio ottenevano tutto il terreno necessario alla coltivazione di un orto all’interno del Forte Mardyck. Il godimento era ereditario, ma chi se ne andava perdeva ogni diritto. Concessioni di questo genere erano diffuse in Francia e spesso erano così radicate nella tradizione da sopravvivere fino al XX secolo, anche se non avevano carattere ereditario e non erano ratificate da documenti formali.

In inverno si sta meno nell’orto e più tempo davanti al fuoco. E pensiamo e riflettiamo a cosa semineremo, magari facciamo già qualche acquisto on-line di ortaggi che avevamo in mente di coltivare la prossima stagione.
Non abbiamo ancora finito di mangiare le zucche che abbiamo raccolto lo scorso anno, che già dobbiamo pensare a seminarne di nuove. Perché la zucca si mantiene davvero a lungo! Se raccolta al giusto momento, quando è ancora in buono stato,
Estate è tempo di raccolta! Ma nell’orto si è previdenti e quando raccogliamo dobbiamo già pensare alle semine future e destinare una parte del raccolto alla conservazione dei semi. Adesso è molto di moda fare da soli i propri semi e in ogni angolo d’Italia le fiere e le mostre di scambio semi si moltiplicano sempre più, ma è una moda molto intelligente perché oltre a risparmiare e ottenere sementi a costo zero, possiamo in questo modo conservare e tramandare gli ortaggi tipici di una determinata zona, coltivare quelli più adatti al nostro territorio e contribuire così alla cosiddetta biodiversità!
