Come ogni Natale, anche quest’anno vorrei potervi consigliare un libro da leggere durante questi giorni di festa. Magari seduti in poltrona, con lo sguardo che vaga dalle pagine del libro al fuoco del camino, assorti in una rilassante e altalenante meditazione. Un libro che parli di orti e giardini ma al tempo stesso anche dei pensieri ad essi collegati. Pia Pera era maestra in questo.
Questa grande scrittrice-giardiniera ci ha lasciati da poco: una malattia incurabile se l’è portata via, sicuramente in qualche giardino di sicura bellezza anche se a noi sconosciuto. Ma a noi per fortuna resta la grande gioia di continuare a leggere i suoi libri. L’ultimo, intitolato ‘Al giardino ancora non l’ho detto’, è un testamento coraggioso ed emozionante, un libro pieno di vita e di speranza, anche se quando l’autrice l’ha scritto il suo destino era già segnato.
Anche qui l’orto e il giardino sono protagonisti e al centro delle sue riflessioni: “Adesso il giardino è il grembo in cui passo questo tempo fisicamente poco attivo in un senso di pace e serenità…dove sia possibile non darsi troppa importanza per l’inevitabile non esserci più, un giorno. Accettando con calma di essere qualcosa di piccolo e indefinito, un puntino nel paesaggio” scrive Pia trovando, proprio nel suo piccolo Eden, tutto il conforto necessario.
Ma questo non è assolutamente il solo libro che potete leggere di lei. Vi consiglio di iniziare con ‘L’orto di un perdigiorno – confessioni di un apprendista ortolano’ dove vengono elencati tutti i dubbi e le difficoltà di un principiante ortolano, ma anche le gioie che possono scaturire da “un pezzo di terra circoscritto, una toppa su un pianeta a brandelli, eppure la beatitudine. In questo pezzo di terra, vivere libera dai desideri che portano gli uomini lontano, in posti che non amano, a lavori che rattristano e invadono la mente togliendo spazio alla gioia”.
E poi se la sua scrittura vi incanta, come è accaduto a me, allora potete proseguire con il libro ‘Contro il giardino. Dalla parte delle piante’, scritto a quattro mani con il paesaggista Antonio Perazzi, uno scambio epistolare sulla cura del verde e del paesaggio ‘una dichiarazione d’amore per il giardino inteso come luogo privilegiato dove si rinnova il nostro dialogo interiore con la natura’. Oppure se cercate qualcosa di più attinente alle tecniche di coltivazione potete decidere di leggere ‘Le vie dell’orto – Coltivare verdura e frutta sul balcone, sul davanzale o in piena terra e difendere il proprio diritto alla semplicità’, mentre nel ‘Il giardino che vorrei’ troverete scenari climatici e paesaggistici diversi: il giardino di acqua, d’ombra, di sole, ecc…
Se infine vorrete approfondire le infinite motivazioni che dovrebbero spingere ciascuno di noi a coltivare un orto o un giardino leggete ‘Giardino&Ortoterapia – Coltivando la terra si coltiva anche la felicità’, di cui ho già ampiamente parlato in un post precedente.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, ma non per questo dovete pensare di trascorrere tutto i mesi freddi al calduccio a leggere, perché per dirlo con le parole di Pia Pera “E’ stagione di lavori lungimiranti, l’inverno, nulla è urgente, sembra non ci sia niente da fare, ma è tutta apparenza. Ci vuole fiuto per indovinare cosa va fatto e finirlo in tempo”.
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