La mela renetta non è la mela che si acquista per la bellezza, dove non vediamo l’ora di affondare i denti. La Renetta Grigia di Torriana, località cuneese dove è coltivata da sempre, presenta infatti un buccia ruvida color ruggine, ma la sua polpa giallo crema è dolce e fondente, con una punta acidula che la caratterizza.

La mela renetta esiste in diverse varietà, tutte con la polpa aromatica, tenera e di ottimo sapore. La Renetta Ananas, dalla buccia gialla e lentigginosa, giunta in Italia verso la fine dell’800, profuma vagamente di ananas, mentre la Renetta del Canada si presta ad essere coltivata anche a mezza montagna. Ma fra tutte le renette, la Grigia di Torriana è la più facile da trovare.

Nonostante il suo aspetto poco appariscente ha una pasta dolce, la migliore per essere cotta al forno, magari con una spolverata di zucchero per caramellare la buccia. Ed è apprezzatissima se trasformata in torta. La Renetta Grigia di Torriana non ha rivali quando si vogliono preparare dolci a base di mele. Se proviamo lo strudel di mele renette non potremo più farne a meno!

E’ una varietà antica che merita di essere valorizzata ulteriormente perché i suoi pregi sono molti: resiste al freddo, è molto produttiva ed è poco sensibile alle comuni malattie del melo, come la ticchiolatura, l’oidio o gli afidi.

La raccolta avviene tra settembre e ottobre, ma la maturazione si completa nell’arco dei successivi due mesi, quando se ne accentuerà la dolcezza. L’altro vantaggio è che è di facile conservazione e può essere consumata durante tutto l’inverno.

La provenienza sembra essere francese, e il nome renetta derivare da reine, ovvero regina. Forse per questo si è diffusa moltissimo nel vicino Piemonte, dove ancora oggi viene tenuta in grande considerazione dai coltivatori e consumatori locali, che continuano ad allevarla sulle loro colline, nei frutteti familiari e non solo. Non a caso viene da molti chiamata Ruggine del Piemonte.

La mela renetta è inoltre usata, insieme ad altre mele, nella preparazione del sidro. Ottimo da bere ad ottobre abbinato alle castagne, siano esse arrostite, bollite o in trasformate castagnaccio o necci.

Scoprite con questi link come aiutare il frutteto a superare l’inverno usando se fosse il caso anche argilla ed equiseto.

2 commenti
  1. Valerio
    Valerio dice:

    Ciao,
    Forse ho trovato la mela della mia infanzia: piemontese, dove si facevano maturare queste mele in toni di legno a bagno nell’acqua e la si mangiava tutto l’inverno!
    (Valerio)

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    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Valerio,
      Che bellezza il tuo racconto, come se tu avessi rincontrato un caro amico d’infanzia,
      Sai come si chiama quella mela?
      Salute e buon orto.

      Rispondi

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