fragole in cassone

Fragole in cassoni di legno

Avete mai sofferto della sindrome ‘invidia di fragola dolce’? Io sì. Ne sono guarita facendomi donare degli stoloni per provare ad avere le stesse fragole nel mio giardino.

Mia sorella da qualche anno coltiva in tre vasi rettangolari delle fragole dolcissime. E ogni volta che in estate transito di fronte a quei vasi il richiamo è irresistibile e mi trasforma in un’irrimediabile ladra di fragole. Il loro sapore è così dolce da consolare anche il mio senso di colpa.

Finalmente lo scorso anno a fine estate i vasi erano stracolmi di nuove piantine che scendevano dai lati di ogni vaso in cerca di terra dove radicare. Non potevo perdere l’occasione e, questa volta previa autorizzazione da parte di mia sorella, ho tagliato una ventina di stoloni che ho subito trapiantato in dei vasetti per ottenere nuove piante. Hanno attecchito tutte. In novembre avrei potuto trapiantarle, ma ho preferito aspettare fine marzo dell’anno successivo, in attesa di una migliore radicazione, con l’intenzione di coltivarle in vaso, così avrebbero trovate condizioni analoghe a quelle dove erano già abituate a vivere.

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come coltivare il cavolo frascone

Cavolo Frascone – foto Francesco Felici

Sembra un cavolo nero, ma non lo è. Il cavolo Frascone dell’Alta Versilia (Brassica oleracea var. acephala) si diversifica dal più famoso cavolo nero nella forma, nel sapore e nella storia. 

Le sue foglie sono più larghe. Sono almeno tre o quattro volte più grandi di quelle strette e puntute del cavolo nero. Sono meno gibbose e più chiare, se non addirittura in alcuni casi bianche. Scurissime quelle del cavolo nero, virano dal verde intenso al bianco quelle del frascone. E se le foglie del primo tendono a svettare verso il cielo, quelle del secondo tendono a ricadere verso terra come le luci consumate di un fuoco di artificio.

Il Frascone ha inoltre un portamento ‘sperlungone’, come lo definisce lo scrittore versiliese Silvano Alessandrini in una sua poesia. Un vero e proprio alberello, che può vivere anni nel nostro orto e chissà, forse trovando le condizioni ottimali, può addirittura diventare perenne. Francesco Felici, bio-eroe dell’azienda agricola ‘Fatti col pennato’, coltivatore custode sulle Alpi Apuane, ha una pianta di frascone di sei anni. E’ lui che ci ha fornito gli step principali della sua coltivazione.

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come fare una compostieraLa compostiera è l’apparato digerente di ogni orto che si rispetti. E così è stata concepita quella in funzione nel mio giardino. Usando vecchi pallet e assi di legno, abbiamo costruito una serie di contenitori, dove i residui vegetali dell’orto e del giardino, gli sfalci e gli avanzi di cucina vengono buttati, mescolati, ossigenati e spostati per ritornare alla terra sotto forma di utile compost.

E’ stato Stefano, amico e prezioso alleato nella cura del mio giardino, l’ideatore di questo sistema a vasche semi-comunicanti. Nella vasca in alto, aperta e facilmente raggiungibile con la carriola, vengono gettati tutti gli sfalci delle potature del giardino. Lì avviene il primo stoccaggio degli scarti vegetali, che una volta appassiti e compressi scendono nella seconda vasca, posta in basso, anch’essa scoperta. Parte di questi residui finiscono nella terza vasca, quella degli scarti della cucina, che necessitano di materiale verde o semi-legnoso per decomporsi al meglio.

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Foglie di rafano inizio primavera

Dall’acqua al vaso, per poi finire in piena terra ai piedi dell’olivo. La storia della pianta del rafano che ho nell’orto è lunga e piena di peripezie.

Ha inizio a casa della mia amica EvaMaria, austriaca trapiantata da molti anni sulle pendici delle Alpi Apuane e adesso mia vicina di casa. Conoscitrice di rimedi naturali, EvaMaria coltiva il rafano in un grande vaso, convinta che nessuno possa fare senza delle proprietà curative di questa pianta, tantomeno le sue amiche più care.

Per questo ogni anno, quando rinnova la pianta, la estrae dal vaso, prende alcune parti di radice che le occorrono per il suo uso personale, mentre altre le mette in vasetti di vetro pieni di acqua, le fa radicare e le distribuisce alle amiche.

Un buon modo per prendersi cura degli altri.

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Vasetti per seminaE’ arrivato il momento. Non vedevo l’ora di inaugurare la mia piccola serra e mettere nella terra un po’ di semi. Fino ad ora, quella piccola costruzione che domina il giardino dall’alto, si era dovuta accontentare di tenere all’asciutto solo qualche talea, ma di semi neppure l’ombra. In verità c’erano, ma all’interno di buste ben nascoste in una scatola di legno.

Per le semine non occorre avere fretta, iniziare presto è rischioso: le gelate tardive sono sempre in agguato. Non solo per le semine in piena terra, ma anche per quelle in serra se, come nel mio caso, non è riscaldata. Conviene pazientare e nel frattempo, se le giornate sono buone, stare in giardino a ripulire le aiuole e preparare il terreno per le semine e i trapianti futuri.

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Albicocco in fiore

Questa storia l’ho scritta un anno fa, ma è ancora attuale perché il miracolo dell’impollinazione si ripete, per fortuna, ogni anno!

 

 

 

 

 

 

Questa mattina contavo le api sull’albicocco in fiore. Una….due…………..tre……………………………………….….finalmente quattro! Che spavento! Il mio cuore  ha accelerato i suoi battiti. Come è possibile che siano soltanto quattro? Perché così poche?

Ho provato a darmi delle risposte. Perché nonostante ci sia il sole la giornata è ancora fresca. Oppure perché ancora l’albicocco non è del tutto fiorito: molti boccioli sono chiusi chiusi, serrati stretti stretti, come ad aspettare un segnale più rassicurante e confortante da parte di queste prime giornate di marzo, sempre ingannevoli e capricciose.

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Collezione di Agrumi Lenzi

Gli agrumi sono la radice comune (o il comune denominatore) della famiglia Lenzi. Carlo, Maurizio e Pietro. Nonno, padre e figlio accomunati da un’unica passione e su quella hanno costruito uno dei vivai più specializzati d’Italia in fatto di agrumi.

Tutto è iniziato per divertimento. Il nonno Carlo li coltivava per hobby, ma era così bravo a innestarli e curarli, che gli eventi hanno voluto diventasse poi il lavoro definitivo del figlio Maurizio.

Maurizio lavorava già come dipendente presso un vivaio, mentre il padre si dilettava a casa con i limoni quando è arrivato, un po’ per caso, un piccolo ordine di limoni che hanno accettato ed evaso con professionalità. Una sorta di piccola scommessa andata bene, da cui poi è iniziato tutto. L’acquisto di un piccolo terreno a Borgo a Buggiano e la conseguente nascita dell’attività. Inizialmente con solo limoni e aranci.

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Vasca con agli

Quasi ogni mattina, se non piove troppo, prima di colazione, esco a fare un giro di ricognizione. Essendo inverno e avendo un orto-giardino di medie dimensioni, faccio in fretta.

Non ci crederete, ma esco in pigiama, con sopra un grosso maglione, uno scialle di rinforzo e gli stivali di gomma infilati al volo. Quando gela, affretto il passo e rientro in un attimo. Il tempo di vedere chi sta bene e chi sta male. Talvolta c’è pure qualche morto o qualcuno che lo sembra, ma che forse la primavera miracolosa resusciterà.

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Impianto giovani alberi da frutto

Impianto del melo Casciana

Eccoli lì, piccoli piccoli, più che alberi sembrano bastoni. Fanno tenerezza, chissà quante dovranno passarne, prima di diventare dei veri alberi da frutto: vento, gelo, pioggia, siccità. Il cambiamento climatico sta mettendo alla prova tutto e tutti nell’orto e nel giardino. Ma io proverò a difenderli meglio che posso. Per il momento ho provato a indovinare per loro la posizione migliore e ho preparato una buca bella comoda, dove possono sentirsi a casa e sviluppare le radici in un terreno soffice e fertile.

E’ molto importante che l’impianto sia ben fatto se vogliamo assicurare ai nostri alberi un attecchimento facile e un futuro felice. Alcuni erano a radice nuda e altri in vaso, ma a tutti ho riservato lo stesso trattamento: buca ampia, almeno 50×50, riempita con terra del giardino mixata a humus di lombrico e terriccio biologico, sopra ho cosparso dello stallatico pelletatto a lento rilascio e poi ho pacciamato con del cippato di ramaglie fresche. Alcuni hanno avuto bisogno di un tutore per avere maggiore solidità e raddrizzare la crescita, altri no perché troppo piccoli.

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Come coltivare il giacinto in piena terra o in vaso

Hyacinthus orientalis in piena terra

Mi piace avere in casa dei fiori. Non solo quelli del mio giardino, ma anche quelli che trovo nei boschi o lungo le strade di campagna quando vado a camminare. Fiori, foglie, frutti, rami… va bene tutto, basta portare dentro le mura di casa un po’ di ciò che c’è fuori. Un colore, un profumo, una stagione. Qualcosa che solletichi i sensi, spesso addormentati e poco utilizzati.

Questa volta ho deciso di portare in casa l’attesa. Ho acquistato tre bulbi di narciso. Tre bulbi, tre euro. Lo sforzo economico è stato minimo. Ma invece di interrarli in giardino come faccio sempre, ho deciso di portarli dentro casa. Immagino che tutti conoscano la bellezza e il profumo di questo fiore, perché in questa stagione vengono venduti un può ovunque, perfino nei supermercati.

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