La prima volta che sono entrata in questo giardino mi sono sentita Alice nel paese delle meraviglie. Sono arrivata lì quasi per caso entrando da un cancello secondario, ma prima ancora di richiuderlo alle mie spalle ho avvertito una magia particolare. Procedevo in punta di piedi e mano a mano che avanzavo il giardino si schiudeva, ad ogni passo si aprivano scenari sorprendenti e suggestivi, fino al momento in cui la città di Firenze si è distesa completamente ai miei piedi.

Non a caso Bellosguardo. E non a caso il poeta e nobiluomo Guido Cavalcanti, amico di Dante Alighieri, già nel ‘300 volle costruire lì, sulla vetta di questa collina, una torre come luogo di piacere e di caccia. Torre che nel 1583 la famiglia Michelozzi trasformò nella splendida villa rinascimentale di oggi.

Fu solo nel 1913 che la Torre Bellosguardo diventò proprietà della Baronessa Marion Hornstein Franchetti, nonna dell’attuale proprietario Giovanni Amerigo Franchetti. E fu proprio nelle mani della Baronessa Marion che il giardino trovò nuovo impulso. “Mia nonna, solare e ottimista – spiega Franchetti – aprì la villa ad artisti provenienti da tutta Europa e con i soldi ricavati ripristinò e arricchì il giardino, costruì molte serre e con l’aiuto del suo primo giardiniere, Ugo Fallai, esportò all’estero orchidee e tulipani”.

Nel 1947, dopo la morte di Marion, la residenza divenne prima sede di alcune scuole femminili americane e poi della Scuola Internazionale di Firenze.

La vera trasformazione si ebbe però nel 1978 quando Franchetti, dopo la morte del padre, decise di salvare la proprietà. “Iniziammo con il rifacimento del giardino e dell’orto. Vennero costruiti i muri a secco, create le varie aree ed il troppo rigoroso giardino all’italiana venne trasformato in un giardino all’inglese, nel cui cuore nascondeva un orto curato e produttivo. Fu in quel periodo che iniziai la mia ‘caccia alle piante’ in mezza Europa”, racconta.

Ma all’assetto definitivo del giardino, si arrivò con l’aiuto di Hugh Cook, giardiniere inglese di grande esperienza. Grazie alla collaborazione con Hugh il giardino assumerà un aspetto spontaneo e curato al tempo stesso. L’orto è una delle magnifiche stanze verdi in cui il giardino è suddiviso. Come tutti gli orti è forse la parte più umile, ma qui tutto trova una giusta armoniosa collocazione: rotazione degli ortaggi, aromatiche, alberi da frutto, frutti di bosco, aiuole fiorite e poco sopra il giardino delle rose: un quadrato recintato, di grande fascino, che vigila gli ortaggi dall’alto.  La manutenzione è affidata a Hugh e ad altri tre giardinieri, mentre alla concimazione ci pensano i tre asini, un pony scozzese, capre, anatre, conigli e galline.

“Hugh è un fanatico della sperimentazione – spiega Franchetti – ha iniziato a praticare l’agricoltura biologica e sinergica e ha ripempito le serre di piante di ogni tipo. Purtroppo adesso abbiamo dovuto fermare i lavori in giardino e dedicarci alla ristrutturazione del castello in modo da conservare le quattro stelle dell’ospitalità”. Ma di stelle la Torre di Bellosguardo ne ha già ospitate molte: da Audrey Hepburn a Martina Navratilova, da Emma Thompson a Jeremy Irons, sole per citarne alcune.

Aiuole rialzate dedicate alle verdure, bordure fiorite, ruscelli, laghetti e serre curate. Per quanto mi riguarda all’orto e al giardino possono assegnare un’intera costellazione!

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