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ErbeColtivare la terra è più di un insieme di semplici gesti. Coltivare la terra è anche passione e responsabilità. O almeno per alcuni è così e sicuramente lo è per Roberta, Elena e Rossella. Tre donne che sono volute uscire dai confini delle loro rispettive aziende agricole, collocate nel cuore della fertile Tuscia, per confrontare le loro esperienze con quelle di chi, come loro, avvertiva l’esigenza di salvaguardare vecchie colture, semi in via di estinzione, usanze alimentari che stavano scomparendo.

“E’ mai possibile – si interroga Roberta – che nei nostri campi di grano non vi siano più i fiordalisi? E’ mai possibile che si siano perse in poco più di 50 anni il 75% delle varietà vegetali?”

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Disprezzate dagli ortocoltori e dai luoghi comuni che vogliono il giardino o l’orto inospitali verso le varietà improduttive o ineleganti, le “erbacce” o “erbe maligne” vivono ai margini della società vegetale. La loro ostinata invasività, la loro strenua volontà di sopravvivenza in situazioni difficili da sempre vengono combattute dall’uomo. Eppure sono molto spesso preziose per le loro proprietà curative, importanti per il sistema immunitario del pianeta e addirittura belle nelle forme e nei colori. Certo non mancano le voci in difesa di queste ribelli vegetali. Una su tutte quella del botanico inglese Richard Mabey che ne ha tessuto le lodi in un libro recentissimo e di grande successo come “Elogio delle erbacce” edito da Ponte alle Grazie. Continua a leggere

La borragine (Borago officinalis) era molto diffusa in passato negli orti e nei giardini: se ispezioniamo nei nostri ricordi ritroveremo sicuramente il suo blù da qualche parte. Dopo un momento di declino, adesso sta tornando fortunatamente alla ribalta, grazie all’uso diffuso che se ne fa in cucina: i suoi fiori donano un buon sapore di fresco alle insalate, i germogli più teneri sono ottimi come verdura cotta e tutta la pianta va benissimo per arricchire i minestroni.

Se avete una proda ai lati dell’orto, meglio se rialzata, posizionatela lì. Quel luogo diventerà un palcoscenico perfetto per la borragine, che negli anni lo occuperà tutto con le sue inconfondibili corolle. Lasciate andare a seme qualche fiore e lei si riprodurrà da sola disseminandosi con facilità. La borragine è una pianta “vagabonda”  ed è facile trovarla anche allo stato spontaneo ai bordi delle aree coltivate. E se avete un balcone non rinunciateci: lei saprà adattarsi anche al vaso.

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Non più erbacce, ma piante colonizzatrici di spazi verdi abbandonati. Tutte quelle piante che fino a poco tempo fa venivano additate col nome dispregiativo di erbacce adesso in città vengono rivalutate e la loro presenza diventa auspicabile e gradita. Visto l’esiguità del verde cittadino è comprensibile: qualsiasi pianta può dare un contributo per mitigare la cementificazione e non scordiamoci che la biodiversità passa anche attraverso di loro. Ma non solo, spesso se ben usate possono diventare molto decorative e dare vita a spazi verdi a bassa manutenzione e a costo zero.

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