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Foto Paysage à Manger

La patata è stato l’ultimo ortaggio che mia madre ha smesso di coltivare quando l’età gli ha impedito di frequentare l’orto. Quando le sue gambe hanno smesso di obbedirgli, ha chiesto ad alcuni amici confinanti, di vangare per lei alcune prode e di seminarvi delle patate. Non tante, poche, quelle che bastavano a garantire patate tutto l’anno a lei e alle sue figlie. “Perché – diceva – patate buone come quassù non le troviamo da nessuna parte”. E aveva ragione: le patate coltivate sulle pendici delle Alpi Apuane sono ottime.

Tra tutti gli ortaggi è quello che preferisco e oggi vorrei provare a riseminare le patate proprio dove mia madre lo ha fatto per anni. Ma appena ho iniziato a chiedere ad amici coltivatori che tipo di patate coltivassero il coro è stato unanime: ‘patate olandesi’ che si trovano all’agraria! Ma come – ho insistito – non esistono patate locali buone e produttive, magari di varietà diverse dal gusto e dal sapore differente? La risposta è stata no. Come se non bastasse, nel caso poi decidessimo l’anno successivo di riseminare una parte di quelle raccolte senza doverle riacquistare, perderemmo in produttività e qualità.

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