Guida alla potatura invernale: quando e come potare

La potatura invernale: periodo, tecniche e attrezzi

Per potatura intendiamo un insieme di operazioni a carico delle piante arboree o arbustive, e che consistono essenzialmente in tagli ma che comprendono anche altri interventi come l’asportazione di gemme, i diradamenti e quando necessario anche le piegature di rami.

Si parla spesso di potatura invernale perché l’inverno è la stagione in cui le piante caducifoglie sono in riposo e quindi soffrono meno dei tagli, che rappresentano pur sempre delle ferite per esse. Il periodo della potatura invernale varia dall’autunno alla fine dell’inverno, a seconda del clima della zona in cui ci troviamo e in base al tipo di pianta.

Perché potare

Ci si può chiedere perché si debbano potare le piante e le ragioni sono essenzialmente queste:

  • Mantenere una forma armoniosa della pianta riequilibrandone le varie parti: questo è un obiettivo tra i principali per le piante ornamentali in parchi e giardini
  • Ridurre lo sviluppo, se eccessivo, e se la pianta invade spazi destinati ad altro, o sta sconfinando
  • Sfoltire e ridurre così la proliferazione di patogeni e parassiti che amano le chiome folte e ombrose, come le cocciniglie;
  • Equilibrare la carica di rami fruttiferi per produzioni di frutta equilibrate negli anni
  • Potature di risanamento: quando con la potatura si vogliono eliminare le parti di pianta secche o malate.
Troncarami per potatura - InOrto
Potatura invernale -InOrto

Gli attrezzi che ci servono

Prima di metterci a potare per la prima volta, bisogna procurarci gli attrezzi necessari. Il consiglio è quello di investire sulla qualità, perché attrezzi magari più costosi ma resistenti ci accompagneranno molto a lungo.

Ecco che cosa ci occorre:

  • Cesoie o forbici da pota: sono adatte al taglio di rami sottili, fino ai 2 cm di diametro.
  • Troncarami: è una specie cesoia con manici lunghi che serve per il taglio di rami più grandi, del diametro di 3-5 cm.
  • Seghetto: quando è necessario segare ramo di grandi dimensioni

Oltre a questi tre attrezzi indispensabili, alti due possono rivelarsi utili:

  • Svettatoio: è uno strumento che serve per tagliare i rami in alto senza scala, ed è dotato di una lunga asta fissa o telescopica con una lama
  • Motosega a motore, quando bisogna realizzare dei tagli di tronchi o abbattere un albero secco. Per usarla è fondamentale indossare l’attrezzatura antinfortunistica e i vari Dispostitivi di Protezione Individuale (casco, tuta, guanti, stivali).

Potatura invernale: regole generali

Anche se il mondo delle piante è vastissimo e qui di seguito vi daremo solo delle dritte su alcune specie, ci sono dei punti in comune molto importanti:

  • Meglio potare ogni anno ma poco, invece che drasticamente ogni 3 anni o più: più si realizzano tagli su rami piccoli, meglio è per la salute e l’equilibrio della pianta, anche estetico.
  • Evitare le capitozzature, cioè tagliare i rami, anche grandi a metà, con l’idea di “pareggiare” tutta la chioma. A volte si vedono delle piante che hanno subìto dei tremendi tagli, da cui si riprendono raramente. I tagli in genere si fanno nei punti di diramazione e non a metà ramo.
  • Tagliare in modo netto, mai sfibrando il legno
  • Fare tagli inclinati per consentire all’acqua di pioggia di scivolare e di non ristagnare sul taglio.
  • Se si tagliano delle piante malate, poi è bene disinfettare gli attrezzi per non propagare la malattia alle piante ancora sane;
  • Dopo la potatura, trattare le piante con un prodotto a base di propoli, che disinfetta le ferite di taglio e cicatrizza.
Albicocco -InOrto
Kiwi -InOrto

La potatura dei fruttiferi

La potatura invernale delle piante da frutto ha soprattutto lo scopo di garantire una buona produzione di frutta, rinnovando quindi i rami produttivi e favorendo un’ottima intercettazione della luce nelle chiome.

Il “taglio di ritorno”

Una pratica valida per quasi tutti i fruttiferi è il taglio di ritorno, così chiamato perché è un taglio che avvicina (o fa tornare) la periferia della pianta al suo centro. Consiste nel tagliare un ramo nel punto in cui dirama verso un altro ramo, che dopo il taglio diverrà il ramo principale.

Ogni pianta fruttifica in modo un po’ diverso, quindi bisogna valutare caso per caso, ma prendiamo ad esempio due piante da frutto diverse, albicocco e actinidia.

Potatura dell’albicocco invernale

L’albicocco, come le altre drupacee (ciliegio, mandorlo, pesco, susino) fruttifica su rami misti, sui brindilli e i cosiddetti dardi fioriferi (o “mazzetti di maggio”). I brindilli sono rami abbastanza corti. L’albicocco va potato in modo leggero, soffre i troppi tagli emettendo molta gommosi, quindi bisogna stare sempre attenti a non eccedere. Come per le altre piante da frutto, con la potatura si intende mantenere l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta ed evitare l’alternanza di produzione, cioè l’alternanza ciclica di anni di carica e anni scarichi.

Tra le operazioni importanti, da fare fine inverno, c’è il diradamento dei rami misti e dei brindilli, e lo sfoltimento dei dardi fruttiferi. Bisogna praticare dei taglio di ritorno dei rami di 1 o 2 anni su cui sono inseriti.

Potatura del kiwi invernale

La pianta del kiwi si chiama actinidia, e ha la particolarità di essere una pianta dioica: vi sono esemplari maschili ed esemplari femminili, che sono quelli che generano il frutto.

Le piante maschili devono ricevere una potatura più delicata rispetto a quelle femminili, più o meno un terzo in meno.

Con la potatura invernale bisogna diradare i tralci produttivi in modo da ottenere distanze di circa 30-40 cm tra di essi. Tenuto conto che l’actinidia è una pianta lianosa e quindi allevata su pergole o altri sostegni, i tralci scelti vanno legati ai fili in modo che restino ordinati e paralleli tra di loro.

Come regola generale, bisogna rinnovare il più possibile i tralci produttivi, scegliendo quelli da lasciare e cimandoli a 15-20 gemme.

La potatura invernale delle rose

Con la potatura delle rose invernale si praticano dei tagli finalizzati a stimolare l’emissione di nuovi getti, che sono quelli che porteranno i boccioli e da cui dipendono le fioriture. Ma le rose sono un modo vastissimo e bisogna fare un’importante distinzione che incide sulla potatura: le rose moderne fioriscono sui rami nuovi, mentre le rose antiche fioriscono sui rami di due anni.

Un altro aspetto di cui tenere conto è la forma che diamo alla rosa e come vogliamo gestirla: rosa a cespuglio, rosa rampicante, rosellina.

Potatura delle rose -InOrto
Rosa arancione -InOrto

Con la rosa moderna a cespuglio si vuole favorire i rami di 1 o 2 anni con queste procedure:

  • Eliminazione dei rami molto vecchi, più grandi, tagliandoli alla base;
  • Tagliare i rametti molto sottili che non svolgono particolari funzioni
  • Eliminare i rami cresciuti internamente, per favorire la luce all’interno del cespuglio
  • Selezionare e sfoltire i rami troppo vicini tra loro

I rami di 1 e 2 anni che si tengono vanno accorciati abbassando il cespuglio ad un’altezza complessiva di circa 50 cm.

Con le rose antiche ci limiteremo a tagliare solo i rami più vecchi e spuntare di 1/3 i rami sfioriti.

Anche con le rose rampicanti gli interventi sono per lo più concentrati sullo sfoltimento generale e un riordino della pianta, facendo in modo di indirizzarla come desiderato sui sostegni.

Oliveto -InOrto
Foglie di olivo -InOrto

La potatura invernale dell’olivo

La potatura invernale dell’olivo si realizza sul finire dell’inverno, verso febbraio-marzo. Per evitare problemi come la rogna, che è una malattia batterica, è importante potare in giornate asciutte, perché potando con forte umidità si favorisce la patologia.

Ecco alcuni punti salienti sulla potatura invernale dell’olivo:

  • L’olivo è una pianta molto pollonifera, che produce tanti getti basali. Questi vanno tolti senza esitazione, dato che non rappresentano una risorsa per la pianta ma al contrario, uno spreco.
  • Si deve puntare a tenere la chioma arieggiata e illuminata, perché le chiome dense sono molto invitanti per le cocciniglie, che notoriamente parassitizzano l’olivo. Quindi sfoltiamo, soprattutto nell’interno, anche se non bisogna esagerare.
  • L’ideale è potare poco ma ogni anno, invece che tanto ad anni alterni o addirittura ogni 3 anni.
  • Ci sono tante forme di allevamento per l’olivo: globo, vaso, vaso policonico, cespuglio. Le piante adulte hanno già una forma, che va mantenuta nel tempo.
  • Nel caso di olivi adulti e di grandi altezze, per potare potrebbe servirci una scala, quindi bisogna stare molto attenti. In alternativa proviamo ad usare il più possibile lo svettatoio.

La potatura invernale della vite

La potatura invernale della vite si realizza in un arco di tempo che va da dicembre al massimo a marzo. In ogni caso bisogna intervenire prima della ripresa vegetativa, che viene segnalata dal noto “pianto della vite”, cioè quando la pianta sgocciola linfa e si sta riattivando per la nuova stagione. Bisogna anche evitare i periodi di gelate intense che danneggiano le piante appena potate.

A seconda della forma di allevamento scelta (cordone speronato, Guyot, alberello, tendone ecc.) e a seconda che si tratti di vite da vino o da tavola, e infine anche in base al vitigno, la tecnica di potatura differisce, ma in genere valgono le seguenti regole:

  • Con la potatura invernale si eliminano i vecchi capi a frutto che hanno prodotto sui tralci di un anno
  • Ridiamo la forma alla pianta e stabiliamo quante gemme lasciare per la stagione successiva, anche in base agli obiettivi enologici che ci si pone, se si tratta di vite da vinificazione.
Potatura invernale della vite -InOrto
Vigneto in inverno -InOrto

Il cordone speronato

Il cordone speronato è una classica forma di allevamento della vite a spalliera, in cui i tralci, sia vegetativi che produttivi, sono detti anche speroni, perché corti, vengono potati a 2 o 3 gemme.

Gli speroni sono disposti in fila sul prolungamento del fusto (cordone) appositamente incurvato fino ad essere sistemato orizzontale lungo i fili metallici. Dalle gemme degli speroni si originano i germogli fruttiferi, che faranno in grappoli di uva. Gli speroni vengono rinnovati ogni anno col taglio.

Con questo tipo di potatura otterremo una struttura permanente che può offrire una produzione stabile, pur dipendendo anche dalle altre variabili (concimazione, clima ecc.),  con speroni ben distanziati lungo il cordone,

Guyot

Con il Guyot, altra tipica forma a spalliera, teniamo il fusto della vite a circa 80 cm da terra e un capo a frutto nuovo steso orizzontalmente lungo un filo. Il capo a frutto produce un numero di gemme compreso tra 8 e 12, che generano i germogli fruttiferi.

Accanto al capo a frutto è uno sperone tagliato a 2 gemme, destinato a rimpiazzare, l’anno dopo, il capo a frutto che ha prodotto e che va eliminato. Questo taglio viene anche definito “taglio del futuro” proprio perché rivolto alla produzione dell’anno successivo.

Ogni anno si rinnovano sia lo sperone sia il capo a frutto e questa è una tecnica di potatura volta a migliorare soprattutto la qualità.

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