Pianta di finocchi: aspetti botanici, coltivazione e cura

Il finocchio: la specie e le varietà

Il finocchio (Foeniculum vulgare) è un ortaggio appartenente alla famiglia botanica delle Ombrellifere o Apiaceae, la stessa in cui troviamo carota, prezzemolo, sedano e alcune piante aromatiche tra cui il finocchietto selvatico.

La coltivazione del finocchio è associata in particolare all’autunno: è normale che a settembre e ottobre i vostri orti siano pieni di finocchi insieme a cavoli, porri e radicchi, ma si trovano alcune varietà particolarmente adatte anche alla crescita primaverile. Quindi se ci chiediamo quale sia la stagione dei finocchi, non sbagliamo se pensiamo all’autunno ma sicuramente è normale trovare anche i finocchi primaverili.

Come è fatta la pianta

La pianta del finocchio ha un fusto ramificato con le tipiche foglie a ciuffi soffici che raggiungono notevoli dimensioni. La parte commestibile è detta grumolo, e consiste in un insieme di guaine fogliari sovrapposte e ben serrate. Se non raccolto, il finocchio sviluppa uno scapo fiorale ed emette la caratteristica infiorescenza ad ombrella di colore giallo. I fiori sono ermafroditi, cioè contengono sia organi femminili sia quelli maschili. Da essi quando fecondati, si formano i semi e il ciclo ricomincia.

Foglie di finocchio - InOrto
Fiore di finocchio - InOrto

Finocchi maschi e femmine: ma è vero?

Dopo aver visto che il fiore del finocchio è ermafrodita, possiamo comprendere che botanicamente non esiste una differenza tra finocchi maschi e finocchi femmine: sono tutti ermafroditi. Nel regno vegetale esistono anche casi di piante in cui i due sessi sono ben distinti: l’actinidia, la pianta del kiwi, è una specie definita dioica, di cui esistono individui interamente maschili, che impollinano, e individui femminili, quelli che fanno i kiwi. Ma il finocchio non appartiene a questa categoria.

Comunemente vengono chiamati maschi i finocchi dal grumolo tondo e femmine quelli schiacciati, ma non si tratta di una questione di genere bensì di varietà e di tecnica colturale.

Esigenze di temperature e terreno

Il finocchio cresce bene in stagioni fresche ma non tollera il gelo: smette di crescere a 5 °C circa e muore quando le temperature vanno sotto 0°C.

Neanche il caldo è benefico, che stimola una fioritura anticipata e penalizza molto la qualità.

Quanto al tipo di terreno, personalmente ne ho visti crescere bene sia su suoli molto sabbiosi sia su suoli argillosi, quindi direi che l’importante è adattare la coltura alle condizioni che si trovano: su suoli argillosi è meglio coltivare su aiuole rialzate per favorire il drenaggio, mentre su suoli sabbiosi va bene coltivare in piano ma ricordarsi di irrigare più spesso.

Varietà di finocchi

Oggi si trovano finocchi dai tanti nomi e alcuni di essi sono ibridi.

Vediamo la descrizione delle varietà più storiche e comuni di finocchio:

Romanesco

Si tratta di un finocchio a ciclo abbastanza precoce, e capace di dare grumoli belli tondi e grandi, e lo si coltiva per l’autunno.

Montebianco

Rispetto al precedente, ha un ciclo più lungo quindi conviene mettere anche questo per un raccolto scalare. Il grumolo rimane più piccolo ma in compenso è bianchissimo e croccante.

Finocchio di Napoli

Anche detto finocchio gigante, sviluppa grumoli belli grandi ed ha un ciclo lungo. Praticamente scavalla l’anno e lo si raccoglie in gennaio-febbraio, pertanto è consigliato per  territori non caratterizzati da intenso freddo invernale.

Altre varietà e ibridi

Sui cataloghi delle ditte sementiere, così nei negozi di agraria, si trovano anche tante varietà dai nomi diversi e tanti ibridi F1, sigla che significa “incrocio di prima generazione”. Conviene quindi leggere attentamente la descrizione del catalogo delle ditte che ci ispirano e capire anche, se ci interessa, quali sono quelli più adatti per la coltivazione primaverile.

Piante di finocchio - InOrto
Un finocchio - InOrto

Seminare e trapiantare il finocchio

La maggior parte delle persone preferisce acquistare delle piantine di finocchi pronte per il trapianto nell’orto, ma chi si vuole cimentare col semenzaio assisterà alla nascita di finocchi seminati e sarà una soddisfazione ancora più grande.

Semina in semenzaio

Per la produzione autunnale si seminano le piantine tra giugno e luglio, in contenitori alveolati o in vaschette riempite di buon terriccio per le semine. In questa stagione calda è importante che il semenzaio sia ricoperto da una rete scura ad effetto ombreggiante, per limitare gli effetti del caldo, e di tenere sempre aperte le aperture del semenzaio. Il fatto di seminare comunque sotto il semenzaio invece che direttamente all’esterno è una precauzione da eventuali grandinate o temporali estivi che potrebbero danneggiare le piantine.

Per i semenzai primaverili si può iniziare già da febbraio o marzo, a seconda di dove ci si trova, e valgono le stesse regole e accortezze di tutte le altre semine di piantine che si praticano in primavera.

Non si consiglia la semina diretta dei finocchi all’aperto perché le piantine verrebbero fitte e disomogenee. Nelle produzioni professionali la praticano con macchinari ed eseguono poi il diradamento

Trapianto all’aperto

Le piantine vanno poi trapiantate tra luglio e agosto. Per capire quando si piantano i finocchi seminati in proprio ci si deve basare sull’osservazione della crescita delle piantine. Il momento del trapianto giunge quando esse hanno almeno 10 cm.

Come trapiantare le piantine

Per il trapianto è bene tracciare file dritte, con l’aiuto di cordicelle fissate a paletti messi alle estremità della fila. Poi bisogna scavare buchette con uno zappino, una palettina o un cavicchio, a seconda di come si è comodi, e inserire la piantina. Bisogna evitare di schiacciare il panetto di terra delle piantina per fissarla bene nella buchetta: è meglio scavare buchette più fonde in modo che ci stiano bene e coprire delicatamente di terra. Va bene premere leggermente con le mani per far aderire la terra, ma evitando di schiacciare le radici.

Questo in realtà vale per tutte le piantine che si piantano, e so che può apparire un suggerimento superfluo, ma lo preciso proprio dopo aver visto diverse persone che tendono a scavare buchette molto superficiali e premere troppo le piantine per farcele entrare!

Un’altra accortezza è quella di tenere il colletto della piantina sempre alto rispetto alla superficie del suolo.

Distanze di trapianto

Lungo la fila teniamo da un minimo di 25 cm fino ad un massimo di 35. Le distanze maggiori aumentano la probabilità di ottenere finocchi da grumolo bello tondo, invece quando sono molto ravvicinate tende a restare più schiacciato.

Concimazione e irrigazione del finocchio

Entriamo adesso nel dettaglio della coltivazione del finocchio partendo da due importanti aspetti: la concimazione e l’irrigazione

Concimazione di fondo e concimazioni aggiuntive

Il terreno su cui piantare i finocchi deve essere ben arricchito di compost o letame maturo, perché ha delle esigenze nutritive piuttosto alte.

Il ciclo di crescita è di un paio di mesi e potrebbe non essere necessario concimare ulteriormente, ma osservando le piante, se le vediamo poco sviluppate nonostante clima buono e irrigazioni, possiamo aggiungere una concimazione liquida a base di borlanda.

Finocchi e peperoncini - InOrto
Finocchi su pacciamatura - InOrto

Irrigare i finocchi

Il finocchio richiede abbastanza acqua, soprattutto nella prima fase estiva dal trapianto per raccolti autunnali. Sulla quantità di acqua e sulla frequenza delle distribuzioni è difficile dare indicazioni precise in quanto dipende tutto dal tipo di terreno e dal meteo, quindi l’unica vera regola è l’osservazione.

L’acqua non deve scarseggiare perché assicura la qualità dei grumoli: la siccità porta infatti a una consistenza fibrosa e coriacea degli stessi.

Certamente da settembre, con piante ormai cresciute e rugiada notturna le irrigazioni devono essere via via ridotte fino a cessare.

Per le coltivazioni primaverili discorso analogo: piantine piccole con radici ancora non sviluppate devono essere supportate con l’irrigazione, poi valutare caso per caso in base alla stagione.

In generale è ottimo avere un impianto di irrigazione a goccia, con un tubo forato steso accanto a ciascuna fila di finocchi.

Un finocchio su telo nero - InOrto
Finocchio pronto per la raccolta - InOrto

Sarchiatura o pacciamatura e altre cure fino al raccolto

Negli orti c’è chi preferisce lasciare il terreno nudo e tenerlo pulito dalle erbe infestanti, e chi ama la pacciamatura. Sono scelte libere, ma l’importante è che le piante coltivate non soffrano la competizione da altra erba che sottrae aria, luce, nutrienti e acqua.

Chi ama il terreno nudo dovrà zappettare o sarchiare per estirpare le erbacce e arieggiare bene la terra. Zappettare è più faticoso, mentre sarchiare col tridente è assai più facile, solo che lo si può fare quando l’erba è appena nata e molto piccola, altrimenti non ci si fa.

Chi predilige la pacciamatura può optare o per i classici teli neri, da fissare al suolo e forare nei punti di trapianto, o mettere paglia, fieno o foglie varie in strati belli spessi tra le file e tra le piante. In entrambi i casi di vuole evitare la crescita dell’erba.

Quanto alle rincalzature, ci sono diverse scuole di pensiero. Personalmente non la trovo indispensabile allo scopo di ottenere finocchi dal grumolo bello tondo e grosso, risultato che dipende da vari fattori come la fertilità del terreno, la varietà e la distanza tra le piante.

Come capire il momento della raccolta

Come si fa sapere quando il finocchio è pronto per il raccolto? Il grumolo deve appunto essere bello cresciuto, ma ci sono anche finocchi schiacciati. Da piante ormai grandi, con grumolo appiattito, non ci si può attendere che divengano tondi, quindi possiamo raccoglierli e cucinarli, che sono buoni cotti al vapore, ad esempio.

Attendere troppo per la raccolta non è consigliato perché la qualità poi si perde, con grumoli che iniziano ad indurire e a divenire fibrosi.

Si raccolgono con un coltello seghettato, tagliando al colletto la pianta. Il grande ciuffo di foglie può essere semplicemente tagliato o destinato al compostaggio, oppure anche cucinato in alcune ricette. Dopo la raccolta, il finocchio può essere tenuto in frigo qualche giorno, ma è preferibile raccogliere prodotti man mano che servono, tenuto conto che non c’è l’urgenza di raccogliere tutti i finocchi in tempi brevissimi.

Rotazioni e consociazioni

La rotazione consiste nel variare nel tempo gli ortaggi presenti sullo stesso terreno ed è molto utile a vari scopi, soprattutto quello di ridurre la probabilità di malattie fungine tipiche della famiglia. Pertanto, è utile ricordare di evitare la coltivazione del finocchio dove almeno nell’anno precedente (meglio se si considerano anche due anni) ci sono stati finocchi, carote, sedani.

Larva di macaone su finocchio - InOrto
Lumache su steli di finocchio - InOrto

Considerando che i finocchi autunnali si piantano in agosto, prima del finocchio possiamo coltivare piselli, zucchine, insalate varie, o anche patate, insomma, tutto ciò che viene pronto prima di agosto. Dopo la raccolta del finocchio, tra ottobre e novembre, potremo piantare aglio o fave per una raccolta dell’anno successivo, e così via.

Negli orti autunnali è bello vedere i finocchi accanto ad altre verdure di questa stagione: ad esempio porro, endivia, radicchio. Quando si realizzano i trapianti estivi di tutte queste verdure si può scegliere di alternarle a file, per un effetto di biodiversità e anche di una certa bellezza. Pare invece che non sia il caso di piantare i finocchi accanto ai pomodori, che in agosto sono ancora presenti nelle aiuole.

Malattie e parassiti dei finocchi

Fortunatamente il finocchio non è una pianta tanto danneggiata da malattie e insetti vari o, almeno, rispetto ad altri ortaggi più delicati da questo punto di vista. Comunque sia è bene sempre accorgersi se qualcosa non va e togliere le piante o le parti di pianta attaccate, per evitare contagi ad altre piante.

Vediamo quindi da che cosa può essere minacciato il finocchio.

Sclerotinia

Si tratta di una tipica malattia fungina che attacca il  finocchio e le altre apiacee. La si nota per la comparsa, sul grumolo, di una massa cotonosa biancastra con dentro dei puntini neri che sono corpiccioli del fungo. Il grumolo così attaccato purtroppo marcisce e si perde il raccolto di quella pianta.

Su terreni che hanno manifestato questo problema vale la pena distribuire un prodotto a base di Trichoderma, fungo antagonista di vari patogeni fungini, che ha l’effetto, per così dire, di ripulire il terreno. La distribuzione di questo prodotto va fatta prima del trapianto delle piantine, alla preparazione del terreno.

Macaone

Il macaone è una farfalla molto bella, il cui bruco, verde e nero e molto facilmente riconoscibile, mangia un po’ di foglie del finocchio, ma non lo considererei una minaccia e pertanto consiglio di lasciarlo tranquillo.

Lumache e limacce

In certe annate, lumache e limacce sono numerosissime e si arrampicano fino in cima agli ortaggi, mangiandoli insaziabilmente. Chi dispone della cenere di legna, può usarla come deterrente spargendola attorno alle piante, altrimenti allo scopo va bene anche il litotamnio, farina di alghe calcaree.

Come esche lumachicide ecologiche c’è l’ortofosfato di ferro, in granuli, da spargere attorno alle file dei finocchi e accanto alle piante.

1.Come si coltiva il finocchio in terra?

La coltivazione del finocchio in piena terra è abbastanza semplice e non dissimile da quella degli altri ortaggi: si inizia con la lavorazione del terreno, la distribuzione di un buon ammendante organico e si prosegue con il trapianto delle piantine. Irrigazioni e pulizia dalle erbe infestanti non devono mai mancare, mentre parassiti e malattie non sono così aggressivi.

2.In che periodo si pianta il finocchio?

Il finocchio di solito si pianta in estate, generalmente in agosto, per una produzione autunnale. Non mancano però le varietà adatte al trapianto primaverile.

3.Come capire se il finocchio è pronto da raccogliere?

I finocchi sono pronti da raccogliere quando il grumolo, che è la parte commestibile costituita dall’insieme delle guaine fogliari appressate, non cresce ulteriormente.

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