Il vischio: una pianta sospesa tra cielo e terra
Il vischio (Viscum album) è una pianta sempreverde perenne della famiglia botanica delle Santalacee. Si tratta di una pianta epifita, che può vivere solo sopra un’altra pianta e non ha radici proprie che affondano nella terra. Non possiamo quindi parlare a tutti gli effetti di albero di vischio.
Il vischio: specie autotrofa ma emiparassita
Il vischio ha anche un comportamento da emiparassita, che significa che è una specie autotrofa, in grado di fare fotosintesi clorofilliana per il proprio sostentamento, ma ha comunque necessità di attaccarsi al tronco o ai rami di altre piante per trarne acqua e sali minerali. Alla base degli steli, infatti, la pianta forma dei cordoni grazie ai quali penetra nella corteccia degli alberi ospiti e tramite propaggini ne raggiungono i vasi linfatici.
Il vischio è quindi una pianta singolare, sospesa tra cielo e terra: non ha vere radici che affondano nel suolo ma è legata comunque ad un individuo che le possiede. E la sua chioma è sollevata, spiccando visibilmente sui rami ospitanti come un ammasso verde rigoglioso. Il vischio colonizza tanto le caducifoglie quanto le sempreverdi.
Quanto ai danni causati alla pianta ospite, non sono consistenti, dato che si tratta di sottrazione di acqua e sali minerali. Il problema può sussistere nel caso di tante piante di vischio presenti sullo stesso albero.
Come è fatto il vischio
La pianta del vischio è un cespuglio con steli lunghi fino a 1 metro, foglie allungate e coriacee di colore verde-grigiastro. La specie è dioica, e ciò significa che esistono individui con soli fiori maschili, e altri con i fiori femminili, e solo questi ultimi producono le note bacche. Hanno un aspetto traslucido e una consistenza vischiosa e spiccano visibilmente in inverno, quando la pianta ospite, se caducifoglie, ha perso tutto il fogliame.
Le bacche, i frutti del vischio, sono velenose per l’uomo, ma gradite agli uccelli, che se ne cibano abbondantemente. In questo modo essi favoriscono la propagazione della specie, trasportando i semi altrove, che germineranno insidiandosi nelle cortecce delle piante ospiti.
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