Il vischio: una pianta sempreverde, ricca di curiosità

Il vischio, molto noto a Natale e a Capodanno come rametto simbolo di buon auspicio, è una pianta con una sua antica tradizione di sacralità. Le popolazioni celtiche lo consideravano una pianta sacra insieme alla quercia, donata dagli dèi. Nell’antica Roma il vischio era associato all’amore, alla pace e alla comprensione. I Romani lo appendevano quindi sopra le porte delle proprie case, come auspicio di protezione.

L’usanza di baciarsi sotto il vischio per Capodanno è nota a chiunque e viene praticata un po’ per gioco, per scaramanzia o per autentico augurio.

Bacche di vischio - InOrto
Cespuglio di vischio -InOrto

Il vischio: una pianta sospesa tra cielo e terra

Il vischio (Viscum album) è una pianta sempreverde perenne della famiglia botanica delle Santalacee. Si tratta di una pianta epifita, che può vivere solo sopra un’altra pianta e non ha radici proprie che affondano nella terra. Non possiamo quindi parlare a tutti gli effetti di albero di vischio.

Il vischio: specie autotrofa ma emiparassita

Il vischio ha anche un comportamento da emiparassita, che significa che è una specie autotrofa, in grado di fare fotosintesi clorofilliana per il proprio sostentamento, ma ha comunque necessità di attaccarsi al tronco o ai rami di altre piante per trarne acqua e sali minerali. Alla base degli steli, infatti, la pianta forma dei cordoni grazie ai quali penetra nella corteccia degli alberi ospiti e tramite propaggini ne raggiungono i vasi linfatici.

Il vischio è quindi una pianta singolare, sospesa tra cielo e terra: non ha vere radici che affondano nel suolo ma è legata comunque ad un individuo che le possiede. E la sua chioma è sollevata, spiccando visibilmente sui rami ospitanti come un ammasso verde rigoglioso. Il vischio colonizza tanto le caducifoglie quanto le sempreverdi.

Quanto ai danni causati alla pianta ospite, non sono consistenti, dato che si tratta di sottrazione di acqua e sali minerali. Il problema può sussistere nel caso di tante piante di vischio presenti sullo stesso albero.

Come è fatto il vischio

La pianta del vischio è un cespuglio con steli lunghi fino a 1 metro, foglie allungate e coriacee di colore verde-grigiastro. La specie è dioica, e ciò significa che esistono individui con soli fiori maschili, e altri con i fiori femminili, e solo questi ultimi producono le note bacche. Hanno un aspetto traslucido e una consistenza vischiosa e spiccano visibilmente in inverno, quando la pianta ospite, se caducifoglie, ha perso tutto il fogliame.

Le bacche, i frutti del vischio, sono velenose per l’uomo, ma gradite agli uccelli, che se ne cibano abbondantemente. In questo modo essi favoriscono la propagazione della specie, trasportando i semi altrove, che germineranno insidiandosi nelle cortecce delle piante ospiti.

Il vischio nella storia: tra sacralità e magia

Gli antichi popoli celti, nei primi secoli avanti Cristo, ritenevano sacro il vischio, e gli attribuivano il potere di cacciare gli spiriti maligni. I celti erano un popolo fortemente legato alla natura ed erano molte le piante che per loro rivestivano significati profondi, come la betulla e il sorbo degli uccellatori, tra gli altri. I druidi, sacerdoti celti, ritenevano la pianta del vischio bianco un simbolo di vita e di fertilità, e anche di poter curare alcune malattie. Date queste proprietà così positive, si considerava il vischio una pianta speciale, di buon auspicio.

Durante il solstizio di inverno avevano luogo delle cerimonie solenni durante la quale si tagliavano i cespugli di vischio con un falcetto d’oro, e si lasciavano cadere su panni bianchi, in modo tale da evitare il contatto diretto con la terra. Era infatti ritenuto che questo contatto potesse inficiare sulle proprietà benefiche della pianta, la cui purezza andava preservata.

Rametto di vischio - InOrto
Ramo di vischio con bacche bianche - InOrto

Nell’antica Grecia il vischio era associato alla fertilità maschile, quindi ritenuto di buon augurio, e così anche nell’antica Roma. La tradizione si è poi propagata anche in epoca cristiana, quando il vischio era associato alla pace e alla speranza. Anche i vichinghi tenevano in alta considerazione il vischio, ritenendolo pianta sacra alla dea dell’amore, Freya.

Nei secoli bui del Medioevo, il vischio rivestiva ancora quest’aura di pianta protettiva, apprezzato soprattutto per la sua caratteristica di sempreverde. Lo si appendeva in molte case con la speranza di allontanare streghe e demoni.

Oggi il vischio spontaneo trova un indiscusso ruolo ecologico nel nutrire molte specie di uccelli con le sue bacche che, sempre bene ricordarlo, sono tossiche per noi.

Vischio su un ramo di albero - InOrto

Tradizioni natalizie: il bacio sotto il vischio

La consuetudine di baciarsi sotto un ramo di vischio ricco di belle bacche bianche, nella notte di Capodanno, affonda le sue radici in antiche tradizioni. Il rito del bacio scoccata la mezzanotte augura amore duraturo, fertilità, speranza e pace.

Già nell’antica Grecia e nell’antica Roma si hanno testimonianze di questa usanza, soprattutto in occasione dei Saturnali, i giorni di festa dedicati al Dio Saturno. Si riteneva che il vischio aiutasse nei problemi di coppia e favorisse le riconciliazioni, tra le altre caratteristiche.

Ma è soprattutto nei secoli moderni che la tradizione si è diffusa in Europa, prendendo piede dalla fine del ‘700 in Inghilterra e negli Stati Uniti, inizialmente quindi nella cultura anglosassone. Si parla e si descrive del bacio sotto il vischio (in inglese Mistletoe) in dipinti e racconti e dalla Gran Bretagna l’usanza è andata poi espandendosi nel resto del continente europeo.

Con il bacio sotto il rametto di vischio, anche oggi ci auguriamo amore, pace e cose positive per il nuovo anno che inizia. Nel linguaggio dei vegetali tuttora la pianta rappresenta un augurio di serenità, pace e protezione. Donare il ramoscello di vischio esprime quindi affetto e un vero auspicio per la persona che lo riceve.

Una curiosità sugli effetti positivi del vischio: la parte erbacea del vischio viene usata fin dall’antichità come rimedio per la salute. Sebbene le sue bacche siano in effetti tossiche, le foglie invece non lo sono. Tisane o infusi di foglie di vischio generano un effetto antistress e aiutano nei problemi circolatori e respiratori.

Coltivare il vischio: tra sfide e curiosità

Volendo coltivare il vischio, è necessario riprodurre le stesse condizioni con le quali la pianta riesce a svilupparsi spontaneamente, e quindi ci servono fondamentalmente due cose:

  • Bacche mature di vischio, da manipolare attentamente e tenendo sempre a mente che si tratta di frutti velenosi. Per questa ragione, è consigliato evitare di coinvolgere bambini piccoli nell’operazione, per quanto possa essere di solito divertente farci aiutare nelle semine delle varie piantine.
  • Scegliere un albero su cui seminare il vischio e che quest’ultimo potrà emiparassitizzare. Diamo intanto la preferenza a una pianta sana, robusta e ben nutrita, che potrà tollerare senza problemi qualche sottrazione di acqua, azoto e altre sostanze dal vischio. Quanto alla specie, tra le conifere potremmo optare per pini o abeti, mentre tra le latifoglie vanno benissimo aceri, tigli, salici, betulle e pioppi.
Cespuglio di vischio su ramo -InOrto
Bacche bianche di vischio - InOrto

Cura della pianta ospitante

Per quanto in salute, la pianta ospitante si vedrà sottrarre del nutrimento, pertanto è importante distribuirle del concime alla base, come lo stallatico. Bisogna evitare di sovraccaricare troppo la pianta ospitante, quindi non mettiamo troppi semi di vischio su molti rami dello stesso ospite, ma optiamo per sceglierne più di uno, se la nostra intenzione fosse quella di dedicarci ad una produzione abbondante.

Come procedere per la semina del vischio

Raccolte le bacche mature di vischio, per piantare il vischio bisogna praticare un’operazione un po’ particolare, che consiste nell’incidere la corteccia dei rami prescelti ed inserire una bacca in ogni incisione. L’attecchimento non ha una probabilità molto alta, quindi ci conviene praticare questa sorta di innesto su molti rami per poter vedere nascere almeno un vischio o due.

Ci vorranno poi circa due anni per assistere al pieno sviluppo di un bell’arbusto di vischio, per poterlo raccogliere e poter così tenere rami di vischio in vaso per le festività natalizie.

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