Tipi e varietà di cactus: coltivazione e cura

I cactus: scopriamo le piante

Quando pensiamo ai cactus inevitabilmente ci vengono in mente scenari desertici e assolati, in ambienti aridi in cui niente altro può crescere a causa della siccità. Effettivamente le varie piante della famiglia delle Cactacee sono particolarmente adatte a vivere in condizioni abbastanza estreme, grazie a particolari meccanismi di adattamento e crescita.

La famiglia è vasta e comprende circa 3000 specie diverse nella forma e nelle dimensioni.

Cactus - InOrto
Fiore di cactus - InOrto

Coltivare i cactus può apparire semplice data la bassa richiesta idrica, tuttavia è importante non dimenticarsi del tutto di annaffiare queste specie, soprattutto se coltivate in vaso. In inverno le cactacee entrano in una fase di dormienza, per poi riprendere l’attività vegetativa a primavera.

Il fiore del cactus è molto gradito e atteso, e appare in momenti diversi a seconda delle specie. A volte dura pochissimo ma se si è fortunati possiamo approfittare per ammirarlo, annusarlo e immortalarlo in molte foto.

I meccanismi di adattamento dei cactus

Le cactacee sono specie xerofite, cioè caratterizzate dalla capacità di vivere in condizioni di carenza prolungata di acqua, grazie a degli appositi adattamenti morfologici per cui traspirano molto meno rispetto alle piante normali. In particolare, queste piante sviluppano un particolare tessuto interno che si chiama parenchima acquifero, che consente loro di accumulare una certa quantità di acqua nei tessuti, con funzione di riserva per i periodi difficili.

Cactus Saguaro - InOrto
Fico d’India - InOrto

Cactus di grandi dimensioni

Il mondo dei cactus è molto vasto e annovera specie e varietà ingombranti e quindi più adatte alla crescita all’aperto, mentre altre specie hanno dimensioni più contenute. Qui di seguito alcuni tra i cactus grandi più noti.

Il fico d’India

Il fico d’India (Opuntia Ficus indica) è una specie originaria del Messico. Da lì si diffuse presto in Centro America dove venne considerata pianta sacra dagli Aztechi e oggi è una pianta molto diffusa nel Mediterraneo, anche allo stato spontaneo. Nonostante il nome possa far pensare ad una parentela con il fico comune (Ficus carica) in realtà le due specie hanno in comune solo il genere, ma sono molto diverse tra loro.

Il fico d’India, se lasciato sviluppare e in buone condizioni, raggiunge anche i 4 o 5 metri di espansione. Il fusto in realtà è dato da un insieme di fusti modificati e chiamati cladodi o semplicemente pale. Sono questi che svolgono la fotosintesi clorofilliana, in assenza di vere e proprie foglie. Man mano che invecchiano, i cladodi lignificano, permettendo alla pianta di crescere in altezza e assumere un portamento arborescente.

Il fico d’India si sviluppa bene in posizioni ben soleggiate e su terreni drenati: essendo una cactacea rifugge drasticamente i terreni con ristagni. Teme i freddi intensi e soffre già a 5°C, soprattutto se in condizioni di umidità.

Anche questo cactus ha le spine, per cui quando si vogliono raccogliere i frutti bisogna stare attenti. A proposito di frutti, nelle coltivazioni produttive si applica la tecnica della scozzolatura, che si svolge a inizio primavera e consiste nel togliere alcuni fiori e alcune nuove pale, per consentire la produzione dei frutti più tardivi e di qualità migliore.

I fiori, di colore giallo, si sviluppano su cladodi di un anno, e dopo la fecondazione si genera il frutto, che è una bacca carnosa e dolce, dalla polpa giallo arancio o rossa a seconda delle varietà.

Cactus San Pedro

Si tratta di un cactus dal portamento colonnare e costoluto, capace di arrivare anche a 6 metri di altezza e molto comune in Ecuador e Perù. Questa pianta ha la particolarità di contenere mescalina, una sostanza psicoattiva che non pregiudica la possibilità di detenere la pianta in quanto la sua estrazione è complessa e costosa, e quindi ben poco conveniente. Pertanto, questo cactus viene scelto come specie ornamentale per i suoi fusti fitti e alti. Quanto alla fioritura, è spettacolare quanto fugace, poiché compare di notte e dura solo 24 ore, di solito nel mese di luglio. Se si è fortunati, saremo sorpresi di svegliarci una mattina e trovare i fiori bianchi già aperti e dolcemente profumati.

Saguaro, l’iconico cactus d’America

Il Saguaro è anche chiamato cactus gigante per le sue dimensioni ragguardevoli con la sua tipica forma a candelabro con fusti cilindrici. Chiunque abbia visto un film western conosce anche solo di sfuggita questa pianta iconica e simbolo degli ambienti desertici.

Originario del deserto di Sonora, tra Messico e Arizona, ha una crescita molto lenta ma in compenso può sopravvivere anche per 200 anni. Per poter assistere alla prima fioritura di un Saguaro bisogna attendere ben 20 anni! Allo stato spontaneo i fiori vengono impollinati da uccelli e da pipistrelli e generano frutti dolci e apprezzati, che maturano a inizio estate.

La coltivazione di questa specie deve avvenire su terreni magri e molto ben drenati.

Cactus piccoli e tondeggianti

Vediamo adesso alcuni dei cactus di dimensione più ridotta, l’ideale per spazi ristretti come balconi e interni.

Cuscino della suocera

L’Echinocactus grusonii, chiamato ironicamente anche “cuscino della suocera” o palla d’oro, è una pianta grassa tonda, costoluta e spinosa, tra le più note e apprezzate in assoluto. Man mano che cresce, da sferica diventa cilindrica, e può vivere anche per 30 anni. Può crescere anche in casa, ma in estate è meglio spostarla in esterno, in modo che riceva più luce e aria, anche considerando che resiste bene alle temperature elevate. Al contrario, soffre freddo e umidità. La sua fioritura è rara e appare in estate su esemplari già datati.

Cactus di Natale - InOrto
Cactus Parodia fiorito - InOrto

Cactus di Natale

Il cactus di Natale (Schlumbergera) viene così chiamato perché il periodo della fioritura coincide con le festività natalizie. Molto decorativo, cresce abbastanza rapidamente e la sua coltivazione è anche relativamente facile. I suoi steli sono piatti e succulenti, crescendo conferiscono alla pianta un portamento ricadente, con una cascata di fiori rosa, fucsia, rossi o arancio a seconda dei tipi. Il cactus di Natale, originario delle foreste pluviali del Brasile, è oggi una specie apprezzata come pianta da appartamento. Bisogna posizionare il vaso in modo che resti abbastanza lontano dai termosifoni, meglio invece che si trovi accanto ad una finestra, in modo che prenda luce non diretta e ogni tanto anche aria. Per buone fioriture, sono necessarie temperature tra i 18 e 23°C come negli interni delle case e almeno 12 ore di luce naturale.

Questa specie, date le sue origini pluviali, al contrario di altre cactacee ama irrigazioni più frequenti, sebbene non si debba eccedere e cresce bene anche in locali più umidi come un bagno.

Parodia

Cactacea del Sud America, il Notocactus o Parodia presenta un portamento tondeggiante che tende ad allungarsi con la crescita. Molto spinoso, grazie alle sue dimensioni contenute è l’ideale come pianta in vaso sul balcone. Le diverse specie di Parodia emettono graziosi fiori a imbuto di colore giallo, ma in certi casi rosa, rosso o viola, in cima allo stelo, nel periodo tra giugno-luglio. Per molte specie la fioritura non compare prima dei 5 o 6 anni di età.

Cactus a stella

I cactus a stella (Astrophytum) sono così chiamati perché ricordano una stella o anche una stella marina. Sono tondeggianti e hanno dei solchi dal centro alla periferia che li ripartiscono in 4 o 8 sezioni. Sul fusto verde compaiono tanti puntini bianchi, che probabilmente servono alla pianta per mimetizzarsi negli ambienti rocciosi in cui cresce allo stato spontaneo, come strategia di sopravvivenza dagli animali. Alcune specie sviluppano spine più grandi, altre molto meno. La fioritura avviene in più ondate, in primavera ed estate, e i fiori sono poco persistenti.

Fiore del cactus di Natale - InOrto
Cactus spinosi - InOrto

Come coltivare i cactus

Sebbene i cactus siano piante abbastanza diverse tra loro, nella coltivazione possiamo considerare alcuni aspetti comuni su cui basarci. Vediamo quindi alcuni dettagli su come curare i cactus al meglio.

Trapianto

In certi casi si inizia con piantine acquistate, ma è molto facile anche moltiplicare le piante per via agamica, piantando semplicemente delle parti di pianta che daranno vita ad un nuovo esemplare. Il mondo vegetale è sorprendente in questo senso, ci consente di riprodurre gratis tantissime piante!

Ad esempio, nel caso del fico d’India, si procede interrando a metà un cladodo o pala staccato da una pianta adulta in primavera. L’interramento deve avvenire su terreno ben soffice e ammendato, e nel caso di coltura in vaso è bene mettere sul fondo dell’argilla espansa utile per il drenaggio. Anche gli altri cactus si possono moltiplicare per parti di pianta, praticamente per talea. Nell’arco di poco tempo le nuove piantine attecchiranno e assumeranno vita propria e indipendente.

Esposizione

I cactus amano le posizioni soleggiate, ma durante l’estate quando il sole si accompagna anche a temperature molto elevate, è meglio prevedere un po’ di ombreggiatura come tende o cannicciati. In particolare il rischio di eccesso luminoso sussiste nel caso di coltivazione in vaso a ridosso di pareti bianche o pavimentazioni chiare, che causano un effetto di riverbero di luce.

Terreno e terriccio ben drenanti

Sia che vengano coltivati in piena terra, sia che si piantino in vaso, è importante che il substrato di crescita sia ben drenante, evitando assolutamente i ristagni idrici.

Pertanto, il terreno deve essere lavorato bene, e se è pesante è preferibile preparare un’aiuola rialzata che favorisca lo sgrondo dell’acqua di pioggia. Si può anche aggiungere della sabbia.

Per i vasi è opportuno indirizzarsi verso terricci adatti alle piante grasse, che sono più leggeri e, come accennato sopra, mettere argilla espansa sul fondo.

Rinvasi

Ogni tanto, circa ogni 2 o 3 anni, i cactus vanno rinvasati, e qui arriva il difficile perché bisogna maneggiarli nonostante le loro spine. Meglio munirsi di guanti molto spessi e coriacei, estrarre la pianta, togliere qualche nuovo getto se si intende riprodurre l’esemplare, e inserire ciò che resta in un contenitore più grande, con nuovo terriccio e ammendante. Prima del rinvaso, però, esaminiamo le radici della pianta ed eliminiamo le parti eventualmente annerite o danneggiate. Un buon periodo utile per il rinvaso è l’autunno, quando la pianta ha trascorso l’estate e si prepara al riposo vegetativo.

Concimazione

Le concimazioni delle cactacee si realizzano durante la primavera-estate, con prodotti a basso titolo di azoto e contenenti più potassio e fosforo. Il potassio aiuta la pianta nella resistenza alle avversità, mentre il fosforo stimola la crescita radicale. Un po’ di azoto è necessario per lo sviluppo vegetativo ma troppo rischia di indebolire la pianta. Chi è alle prime esperienze di coltivazione può direttamente acquistare dei prodotti specifici per piante grasse, prevedendo di aggiungere compost autoprodotto ad ogni rinvaso.

Non dimenticare l’irrigazione

Sono piante resistenti alla siccità, ma ogni tanto vanno annaffiate anche loro! Le irrigazioni devono avvenire dalla primavera e intensificarsi nella stagione calda, soprattutto se siccitosa, ma devono essere moderate. Quando il terreno o il terriccio sono asciutti, si provvede quindi a dare un po’ di acqua, ma in genere può bastare anche ogni due settimane o anche ogni settimana quando fa proprio caldo. Questi sono però suggerimenti generici, poi è fondamentale basarsi su come sta ogni pianta e valutare se mostri segni di stress idrico o meno.

Come regola generale, durante l’autunno e l’inverno le annaffiature devono essere del tutto sospese.

Malattie e parassiti dei cactus

Al pari delle altre piante, anche per i cactus sussiste il rischio di qualche malattia. Tra le malattie fungine più comuni vi è la Fusariosi, data da funghi del genere Fusarium, che determina marciumi radicali o del colletto, favoriti dalla troppa umidità. Per prevenire questa ed altre patologie fungine è utile ricordare che le cactacee vanno irrigate poco, e gli ambienti asciutti riducono la probabilità che le piante si ammalino. Molto benefiche delle irrorazioni preventive con decotti di equiseto, farina di basalto o propoli.

Cocciniglia Icerya purchasi - InOrto
Cactus in vaso - InOrto

Cocciniglie

Le cocciniglie, di cui esistono tante specie, che attaccano una grande molteplicità di piante, non risparmiano i cactus.

Ai primi segnali della presenza di questi insetti è utile irrorare dell’olio di lino sulle piante. Le cocciniglie più facili da riconoscere sono quelle farinose o cotonose, perché emettono le tipiche masse biancastre sugli organi attaccati, e spesso si insinuano tra le costolature dei cactus. Vi sono anche altre specie di cocciniglia di colore diverso, ma il danno è amnaologo. L’attacco si riconosce per le punteggiature giallastre sulla pianta, date dalla suzione di linfa da parte dell’insetto.

Acari

Acari come il ragnetto rosso possono colpire anche le cactacee, sulle quali compaiono punteggiature e ingiallimenti, con presenza di sottili ragnatele. Per cacciare gli acari con rimedi naturali possiamo provare con dei decotti di aglio, che hanno un effetto deterrente o anche degli estratti di ortica, che possiamo preparare gratuitamente e autonomamente.

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