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Disprezzate dagli ortocoltori e dai luoghi comuni che vogliono il giardino o l’orto inospitali verso le varietà improduttive o ineleganti, le “erbacce” o “erbe maligne” vivono ai margini della società vegetale. La loro ostinata invasività, la loro strenua volontà di sopravvivenza in situazioni difficili da sempre vengono combattute dall’uomo. Eppure sono molto spesso preziose per le loro proprietà curative, importanti per il sistema immunitario del pianeta e addirittura belle nelle forme e nei colori. Certo non mancano le voci in difesa di queste ribelli vegetali. Una su tutte quella del botanico inglese Richard Mabey che ne ha tessuto le lodi in un libro recentissimo e di grande successo come “Elogio delle erbacce” edito da Ponte alle Grazie. Continua a leggere

Non più erbacce, ma piante colonizzatrici di spazi verdi abbandonati. Tutte quelle piante che fino a poco tempo fa venivano additate col nome dispregiativo di erbacce adesso in città vengono rivalutate e la loro presenza diventa auspicabile e gradita. Visto l’esiguità del verde cittadino è comprensibile: qualsiasi pianta può dare un contributo per mitigare la cementificazione e non scordiamoci che la biodiversità passa anche attraverso di loro. Ma non solo, spesso se ben usate possono diventare molto decorative e dare vita a spazi verdi a bassa manutenzione e a costo zero.

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