I romani definivano se stessi ‘fortissimi viri et milites strenuissimi ex agricolis’, ovvero un popolo valoroso che proviene dal mondo agricolo. Erano legati alla terra perché ne conoscevano l’importanza per il sostentamento della popolazione, e scrivevano tanto di filosofia quanto di agricoltura. Tra gli autori di trattati di agricoltura, in prosa o in versi, troviamo Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Colummella.( * ) E molte delle cose scritte allora sono ancora oggi validissime!

Forti di questo ‘passato agricolo’ ci sono tutt’ora nella capitale persone e associazioni che intendono riscoprire e recuperare quanto perduto in questo senso, creando orti sociali e giardini condivisi. Uno fra tutti il progetto didattico Hortus Urbis, nato dalla collaborazione tra Zappata Romana, associazione formata da architetti che da tempo si occupa di censire tutti gli spazi verdi all’interno della capitale, e l’ente pubblico che gestisce il Parco dell’Appia Antica.

‘Hortus Urbis’ è un progetto sperimentale che nasce nel marzo del 2012 per recuperare un’area abbandonata all’interno del Parco dell’Appia Antica e convertirla a orto destinato all’apprendimento di ragazzi e bambini. Il progetto non solo è partito, ma va alla grande! Lo spazio è stato ripulito e coltivato da un gruppo di volontari eterogenei: professionisti e disoccupati, giovani e pensionati. hortus-urbis-roma-orto-didattico-eventi-laboratori-bambini-baratto-semi-6

L’orto non ha quindi uno scopo produttivo, ma puramente didattico, affinché i bambini possano imparare a conoscere e usare le verdure e a dialogare in modo diretto con la terra. Le scuole possono recarvisi nel corso della settimana, mentre nel week-end gli appuntamenti e i laboratori aperti a tutti si susseguono uno dietro l’altro: dal mondo delle api alla pittura naturalistica, dalla coltivazione delle verdure allo loro preparazione culinaria.

Ma non è tutto: a Hortus Urbis oltre ad imparare l’orto se ne impara anche la storia. Infatti all’interno di questo ‘Hortus’ si coltivano ben 70 varietà di piante antiche, proprio le stesse che coltivavano i grandi scrittori e imperatori del passato. E allora ecco che nelle aiuole si potrà trovare l’Achillea Millefolium, detta anche erba militare perché portava fortuna averne una scorta durante le battaglie, oppure la borragine (Borrago officinalis) con cui si decoravano le case durante i matrimoni e si aggiungeva al vino per allontanare la tristezza, ma anche il Coriandolo, i cui semi messi sotto il cuscino curavano il mal di testa, la malva di cui era ghiotto Cicerone e la margherite pratoline, che spremute servivano per curare le ferite dei legionari.

Hortus Urbis hInsomma un luogo veramente speciale che tutti i bambini romani hanno la fortuna di potere frequentare. E per chi vive lontano da Roma? Può essere un bell’esempio da ricopiare: c’è sempre un pezzo di terra abbandonato che non chiede di meglio che essere ‘calpestato’ dai piedi gioiosi e irrequieti dei bambini e ‘lavorato’ dalle loro mani inesperte e curiose.

* informazioni tratte dal libroL’orto e l’animadi Paola Violani

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Cibi Hortus

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