GoldenL’autunno è un buon momento per prendersi cura del nostro frutteto. Una volta terminata la raccolta è infatti buona regola fare un controllo accurato dello stato di salute del nostro frutteto. Potremo iniziare ripulendo la base dei nostri alberi e la parte del tronco più vicino alla terra, ovvero il così detto colletto, mentre più avanti, penseremo a ripulire e a trattare tutti i rami dell’intera chioma.

Per prima cosa taglieremo l’erba,  ripulendo l’area intorno al tronco facendo un cerchio di almo 50 cm di diametro. Solo così potremo bene ispezionare la base dell’albero per controllare se si sono create lesioni o eventuali attacchi parassitari.

Nel caso vedessimo delle ferite o delle scortecciature, dovremo curarle. Come? Rifileremo i bordi della lesione con un coltello molto tagliente e disinfetteremo le cicatrici con una soluzione concentrata di propoli (soluzione idro-alcolica al 10%) e di ossicloruro di rame (soluzione al 50%). Se vogliamo stare ancora più tranquilli applicheremo sull’intera ferita un mastice cicatrizzante, quello che viene usato anche per gli innesti o per le potature più complicate.

Durante la nostra ispezione, poniamo particolare attenzione all’individuazione di piccoli fori sul legno del tronco. Proprio questi fori potrebbero essere la porta d’ingresso del rodilegno rosso (Cossus cossus) e di quello giallo (Zeuzera pyrina) riconoscibili per la forma circolare e per la presenza di piccoli depositi di escrementi all’entrata delle gallerie. I rodilegno depongono in agosto le loro larve sui tronchi,  portando in breve tempo a un deperimento generale di tutta la pianta. Quindi prima ci accorgeremo della loro presenza e meglio sarà. Per prevenire gli attacchi di questi insetti dovremo cercare di mantenere l’albero da frutto in piena salute, poiché la buona circolazione della linfa li rende più resistenti. Se però ormai il ‘signor rodilegno’ si fosse già insediato nel nostro alberello, purtroppo non dovremo avere pietà e agendo come dei veri killer, dovremo infilare un fil di ferro nel foro d’ingresso fino a dove è possibile scendere, dopodiché disinfetteremo la ferita con anidride solforosa e chiuderemo il foro con del mastice cicatrizzante.

Capisco che è una pratica cruenta, ma sembra che sia l’unica percorribile se vogliamo evitare l’utilizzo di veleni. Ma non vi nego che la prima volta che l’ho vista praticare da un mio cugino, esperto ortolano, sono rimasta basita. Ma nell’orto, come nella vita, qualche volta bisogna sapere affrontare le difficoltà in modo energico!

foto di Rory  da flickr

 

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