PomodoNon c’è ortaggio che sia amato, ammirato, mangiato più del pomodoro. Almeno in Italia! Quando arriva la buona stagione il richiamo del pomodoro diventa irresistibile e che si abbia un orto di qualche ettaro o un vaso di 25 cm di diametro, viene voglia di piantarne almeno uno per poterlo coltivare con cura e alla fine affettarlo su di un piatto e gustarlo con un filo d’olio buono e qualche chicco di sale.

Non è quindi un caso che la Mostra Nazionale del Pomodoro, arrivata quest’anno alla sua quinta edizione, stia riscuotendo un gran successo.

Un solo giorno all’anno, quest’anno una domenica di fine agosto, tra le mura di un castello, vengono raggruppati ed esposti migliaia di pomodori. Per l’occasione l’arcigno ma delizioso Castello di Malgate, a Villafranca di Lunigiana, si trasforma nello scrigno del re degli ortaggi e tra le sue mura imbandisce enormi tavolate per accogliere le 1.700 varietà che quest’anno i soci A.Di.P.A. (associazione che ha come scopo la diffusione e la conservazione di piante rare e la conoscenza di esse) avevano coltivato in vista di questo appuntamento. Pietrone

Uno vero spettacolo anche per chi preferisce zucche o melanzane! I rossi, i gialli e gli arancio si sprecano, ma anche i violetti, i blu, i marroni, per non parlare delle forme: dai piccoli pallini, che sembrano piselli, al ‘Gigante Farina’ che nelle mani di Remo, un orticoltore trentino, un anno sembra avere raggiunto il peso record di 4 chili.

Ma i pomodori non differiscono solo nel frutto, ma anche nella dimensione e nel portamento della pianta e nella forma delle foglie. Anche se per molti esperti orticoltori, tutto questo può sembrare scontato, non lo è per chi è alle prime armi e allora rimarrebbe stupito nel vedere piante di pomodoro dalle foglie variegate e altre dalle foglie pelose, altre le cui foglie hanno contorni quasi lisci ed altre margini sfrangiati come merletti. Ma aldilà dell’aspetto estetico, nel corso della giornata si possono effettuare delle vere e proprie degustazioni, attraverso le quali scoprire qual è il pomodoro più adatto alla merenda oppure alla cena, quello più adatto ad accogliere un ripieno o quello più indicato ad essere mangiato crudo, quello più acidulo o quello più dolce. E sicuramente anche gli incontentabili troveranno, tra le 1700 varietà, quello più indicato al loro palato!

Foglie pomodoro 1

E non crediate che tutti questi pomodori siano presi e buttati là: sono esposti con cura minuziosa, ciascuno con il loro nome sul cartellino ed ogni coltivatore è presente, pronto a scambiare con voi pareri e consigli. Un confronto a cielo aperto con chi sui pomodori ‘la sa lunga’. Nelle sale del castello si tengono poi incontri con i ‘super-esperti’, personaggi noti nel ‘mondo dell’orto’ che raccontano i loro segreti o come cercare di coltivare al meglio, evitando di usare diserbanti, pesticidi e tutto quello che può trasformare un pomodoro, da elemento salutare ricco di licopene, sali minerali e vitamine, in un ortaggio dannoso per noi e per l’ambiente.

Farina

Dietro a questo evento c’è la fatica e l’impegno dei soci di A.Di.P.A. Lunigiana e di Maurizio Lunardon che tiene le fila di tutta l’organizzazione espositiva e che fa un lavoro di ricerca impressionante. “Guardiamo all’estetica, ma anche all’uso. Il pomodoro è molto eclettico in cucina, conoscendo le diverse varietà se ne scopre virtù, potenzialità e l’impiego più adatto – racconta Lunardon – Ci interessano le vecchie varietà, ce ne sono alcune che risalgono addirittura alla fine del 1800, ma purché siano interessanti da coltivare, sia come gusto che come resa.  Per questo non escludiamo le varietà più moderne purché anch’esse abbiano caratteristiche valide al consumo e alla coltivazione. Per esempio i pomodori blu, che vanno molto di moda adesso, a mio avviso non sono molto buoni. Mentre se parliamo di ‘Cuore di bue’ non si può essere troppo generici, perché già qui da noi se ne contano 150 varietà”.

La Mostra Nazionale del Pomodoro non è dunque che la punta dell’iceberg, sotto c’è la volontà di scoprire varietà antiche e rare; la necessità di distribuire i semi tra tutti i soci disposti alla coltivazione, alla raccolta, alla conservazione e alla custodia dei semi; la curiosità di sperimentare per capire le migliori tecniche di coltivazione e infine una indispensabile minuziosa catalogazione. “E’ chiaro – spiega ancora Lunardon – che senza la rete dei soci non sarebbe possibile coltivare tutte le varietà di pomodori necessarie alla mostra. Con questo lavoro si scopre che se il caldo è eccessivo il pomodoro ‘Glacier’, che viene dalla Siberia del Nord e dal Canada (a proposito voi sapevate che si coltivano pomodori in Siberia?) non può essere coltivato, ma che al contrario potremo contare su di ‘lui’ nell’estati più fresche e piovose. E’ confortante sapere che potremo avere sempre un pomodoro da mangiare”. Ma Lunardon non si limita ad osservare: “Un anno per capire quali erano i pomodori più resistenti all’umido e al maltempo ho iniziato ad annaffiare tutti i pomodori a pioggia. E’ stata una strage, li ho fatti ammalare quasi tutti di peronospora, ma alla fine sono riuscito ad individuare quali erano i più resistenti”.

PomodoriSe questo mondo vi affascina, se avete per il pomodoro un’attrazione fatale, non avete che da attendere il prossimo appuntamento. Da parte mia non mancherò di segnalarvelo. Se nel frattempo  maturaste qualche curiosità scriveteci e vedremo di mettervi in contatto con qualche esperto di pomodori: come avrete capito da queste parti non mancano!

Pomodori esposizione

pomodoro varietà

2 commenti
  1. Paolo
    Paolo dice:

    Buongiorno,
    sono un coltivatore amatoriale di pomodori e purtroppo abitando in una regione piovosa come il Friuli,
    sono costretto ad irrorarli spesso con i sali di rame, perdendo così il vantaggio di una coltivazione biologico-casalinga.
    Mi può dire quali varietà resistono meglio alla peronospora ?
    Grazie.
    (Paolo – Friulano)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Paolo,
      riguardo alle varietà biologiche, non esistono varietà di pomodori particolarmente resistenti alla peronospora rispetto alle altre, da ridurre i trattamenti con i sali di rame, che comunque essendo trattamenti non sistemici sono certamente consentiti in agricoltura biologica.
      Considera che anche rispettare le pratiche di potatura verde della pianta come anche una giusta densità delle piante – distanza l’una dall’altra – scongiura l’attacco della peronospora.
      Quanti trattamenti fai indicativamente?
      Salute e buon orto.

      Rispondi

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