Orto Poggio Diav leggeroIl caldo quest’anno non è certo mancato e probabilmente ricorderemo l’estate 2015 come una delle più  torride, con un luglio infuocato e soffocante, quando le piante sembravano agonizzare e l’acqua a disposizione non era mai abbastanza. Purtroppo la carenza dell’acqua è sempre più frequente e in futuro dovremo imparare ad affrontare questo problema in modo serio e concreto, soprattutto nelle regioni dove le risorse idriche sono più esigue.

Per questo motivo ci è sembrato interessante ritornare a Poggio Diavolino dove Fabiano Busdraghi coltiva un orto quasi senz’acqua, mettendo in atto diverse tecniche di aridocoltura. Fabiano Busdraghi leggeroUna di queste è l’uso del cippato di ramaglia fresca: Fabiano oltre all’orto coltiva 700 olivi e una volta terminate le potature si trova a disposizione un’enorme quantità di ramaglie, che lui trita finemente e poi le utilizza per pacciamare o fare del compost piuttosto che bruciarle come è prassi comune. Anche tutta la ramaglia di alberi e arbusti selvatici ottenuta dalla pulizia periodica di argini e fossi viene valorizzata in questo modo. Sta proprio nel cippato (ovvero il trito) di ramaglia fresca il principale ‘segreto’ del suo orto quasi senz’acqua.

Cippato 2 “Ho appreso questa tecnica in Francia – ci racconta Fabiano – dove lo chiamano metodo BRF, acronimo di Bois Rameaux Fragmentés, un metodo di coltivazione ecologica che permette di risparmiare acqua ed energia. Le ramaglie sminuzzate arricchiscono il suolo di sostanza organica, migliorando la struttura e trattenendo l’acqua, per questo in seguito l’orto non richiede irrigazioni continue”. Inoltre il terreno, una volta avviato il metodo, non necessita di lavorazioni costanti per mantenerlo soffice e concimi chimici per fertilizzarlo. Il terreno migliora in breve tempo, in alcuni casi può bastare anche una stagione, mentre dove la fertilità del terreno è maggiormente compromessa, dovremo aspettare un paio di anni. Con il tempo il cippato porterà alla creazione di un buono strato di humus, ricchissimo di vita, micro e macroorganismi, grazie all’azione dei funghi e ai processi di bio-trasformazione.

Fabiano procede esattamente così: “Il cippato il primo anno assorbe azoto dal terreno compromettendo la crescita degli ortaggi. Per ovviare a questo problema eseguo la prima stesura di cippato in autunno aggiungendo del letame maturo. Subito dopo semino un sovescio invernale a base di leguminose (le cui radici fissano l’azoto atmosferico) che a fine stagione interro. A quel punto avrò un bella base di partenza. Sarà su questo terreno che seminerò i miei ortaggi, provvedendo in seguito ad effettuare un’ulteriore pacciamatura con paglia, altro cippato o entrambi. Ripetendo questa tecnica per alcuni anni anche il terreno più difficile si trasformerà in un terriccio ricco e bellissimo, il sogno di ogni coltivatore!”.Cippato

Per diminuire maggiormente la necessità di annaffiature Fabiano presta poi molta attenzione alla consociazione delle verdure, per esempio abbina spesso mais, zucca e fagioli: in questo caso la zucca, correndo tra le piante di mais e fagioli, ombreggia con le sue grandi foglie il terreno, che restando umido più a lungo aiuta le altre due colture esigenti dal punto di vista idrico. Una specie di “pacciamatura verde” insomma!

Infine Fabiano mette in atto tutta una serie di accortezze che permettono di ridurre le innaffiature del suo orto. Semina quasi esclusivamente verdure antiche e dimenticate, che spesso hanno esigenze idriche ridotte rispetto alle varietà moderne, usa un impianto a goccia a goccia programmato nelle ore notturne per massimizzare l’assorbimento radicale, organizza l’orto perpendicolarmente alle linee di pendenza del terreno, semina file di piante che fungono da frangivento per limitare l’evaporazione fogliare… e via dicendo.

Davvero non si finisce mai di imparare! E a proposito di apprendimento se volete saperne di più sulla pratica del BRF, procuratevi il libro ‘L’orto senz’acqua. Coltivare bio con il cippato per risparmiare acqua, petrolio e lavoro’ di Jacky Dupety, un’ottima introduzione su questa bellissima tecnica.

 

32 commenti
  1. Marco
    Marco dice:

    Salve,
    bellissima questa tecnica, il problema è trovare il cippato..probabilmente và bene anche la normale segatura, che ne dite?
    Grazie.
    (Marco)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Marco,
      si, concordo con te che la tecnica di coltivazione pacciamando il terreno con il cippato di ramaglie fresche – cioè ancora verdi – sia una buona pratica colturale; per farla però non puoi sostituire totalmente la segatura con il cippato fresco, in quanto la segatura – spesso originata da legname secco e talvolta troppo resinoso – non ridona al terreno tutte le qualità che si legge nell’articolo. Il cippato però lo puoi produrre tu stesso, se hai vegetazione dalla quale ottenere potature che successivamente potrai tu stesso sminuzzare con apposite macchine cippatrici – vedi il link. Altrimenti per reperire il cippato devi entrare in contatto con aziende agricole che lo producono o anche ditte di giardinaggio.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Marco,
      direi di no, in quanto sia pellet e segatura di legno hanno troppa parte legnosa, rispetto a quella verde della pianta intera e quindi l’effetto aspettato nel terreno non è il migliore.
      Salute, buon orto e W il cippato fresco!

      Rispondi
      • Fabiano Busdraghi
        Fabiano Busdraghi dice:

        Salve,
        confermo! La segatura e il pellet non possono assolutamente sostituire il cippato di ramaglia fresca. Il problema è che il legno di rami adulti è troppo ricco di carbonio, la sua digestione da parte del suolo sottrae troppo azoto alle piante (fenomeno noto come fame d’azoto) e alla lunga il suo uso inacidisce il terreno. Insomma, ci vuole proprio il cippato di ramaglia fresca. Se si ha un uliveto o un frutteto gli scarti di potatura possono essere valorizzati in questo modo. Anche un bosco, se gestito in modo responsabile, è un’ottima fonte rinnovabile di cippato.
        (Fabiano)

        Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Ferrucci,
      certo che se il cippato è bello sminuzzato e fine, lo puoi utilizzare, come pacciamatura.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  2. fabio
    fabio dice:

    Ciao,
    che attrezzatura usi per produrre il cippato di olivo?
    Le potature sono molto voluminose come le gestisci durante la cippatura?
    Grazie.
    (Fabio)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Fabio,
      per fare il cippato d’olivo si utlizza una macchina – con motore elettrico o a scoppio – che si chiama bio-trituratore/cippatrice.
      Solitamente per fare il cippato di ramaglia fresca (cioè verde e con poco legno), quello cioè maggiormente indicato per la pacciamatura dell’orto, si usa separare prima le parti legnose dal ramo – riducendo anche il volume delle potature e rendendole così più ordinate – per poi tritare solo i rami più piccoli.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  3. Giuseppe Lubrano lavadera
    Giuseppe Lubrano lavadera dice:

    Salve,
    vorrei risolvere il problema degli sfalci e potature della mia azienda di giardinaggio.
    Avevo pensato di cipparlo ed usarlo in coltivazioni con cippato di ramaglie fresche, pratica Interessantissima.
    Sapete dirmi quanto terra occorrebbe per smaltire una tonnellata di cippato?
    (Giuseppe)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Giuseppe,
      la tua soluzione è ottima, riutilizzare gli scarti di sfalci e potature come pacciamatura, oppure, potresti pensare di utilizzarli per produrre del terriccio sano, mettendoli insieme allestendo un sito di compostaggio.
      La superficie di terra per sistemare una tonnellata di cippato è variabile…credo che con 1000 mq puoi realizzare un buon lavoro.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  4. Giuseppe Lubrano lavadera
    Giuseppe Lubrano lavadera dice:

    Salve,
    sono ancora Giuseppe faccio qualche precisazione: vivo in una piccola isola in provincia di Napoli, Procida. Dopo la lettura del libro, l’orto senz’acqua, mi sono sorti molti dubbi…. Il problema rispetto ad altri sarebbe di una quantità enorme di cippato e poca terra a disposizione.
    Per il momento 2000mq da cui partire magari poi prenderne in gestione altri abbandonati…
    Ma alcune cose non mi sono molto chiare, l’incorporazione dei 5cm di cippato vanno interrati totalmente o tre centimetri interrati e 2 restano in superficie?
    E poi dopo l’incorporazione il terreno può essere anche pacciamato o questo bloccherebbe lo sviluppo dei funghi?
    Può essere fatto dopo, a trapianti avvenuti?? Se si fa solo pacciamatura col tempo si ottiene lo stesso l’effetto brf?
    Oltretutto il mio brf sarebbe ricco di foglie ed a base di rami di sempreverdi ornamentali, agrumi… va bene lo stesso?
    Non so se sono nel posto giusto dove porre tutte queste domande… Altrimenti sapreste indicarmi forum o link ed inoltre c’è qualcuno che nel sud italia pratica questa tecnica? Un grazie anticipato.
    (Giuseppe – Procida – Campania)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Giuseppe,
      la tecnica della coltivazione introducendo cippato di ramaglie e potature funziona bene in quanto il terreno (di origine minerale) si arricchisce tanto di sostanza organica (origine vegetale) la quale incrementa, al terreno stesso, la capacità di assorbimento e trattenimento di acqua…E’ come se il terriccio che si forma nel tempo funzionasse un pò da spugna assorbente acqua; inoltre aumenta anche la Fertilità dello stesso, sia Fisica che bio – Chimica. In questo modo le piante crescono più vigorose e con una maggiore resistenza ai periodi di assenza di pioggie e con meno irrigazioni artificiali, proprio perchè il terreno si mantiene più fresco e fertile anche; pensa ad terreno naturale di un bosco come si auto mantiene con l’apporto continuo a terra di ramaglie e foglie dagli alberi soprastanti.
      Volendo fare uno schema pratico di lavorazione potresti:
      1 – realizzare il tuo cippato di ramaglie fresche che metterai a maturare per un anno almeno in cumuli dove la sua struttura fisico / chimica migliora notevolmente.
      2 – Inserisci pure nel terreno il cippato alla profondità – indicativa – di 5 cm, ma anche più profondo va bene,
      3 – fai allora i trapianti di ortaggi che credi, nel terreno già pronto
      4 – esegui poi la pacciamatura (cippato fresco o paglia) a coprire di 3/5 cm circa e vedrai che sarà beneifica per tutte le colture,
      Il brf va bene se ottenuto da vegetazione fresca con tante foglie e piccoli rami, da evitare vegetazione acidofila come conifere per esempio: pino, abete, ecc.
      Speriamo di esserti stato d’aiuto!
      Salute e buon orto.

      Rispondi
    • Nara Marrucci
      Nara Marrucci dice:

      Buongiorno Giuseppe, Stefano ti ha già risposto con molta precisione, ma ho chiesto anche a Fabiano, l’amico che avevo intervistato per fare l’articolo, e per quello che concerne la sua esperienza non ci sono grossi limiti nell’apporto di cippato per pacciamare, puoi aggiungerne quanto vuoi, anche solo in superficie, quello che metterai in estate durante l’inverno si decomporrà apportando nuova sostanza organica. Quanto alla qualità della legna se puoi variare è meglio, ma metti comunque quella che hai a disposizione… Buon Orto e a presto 🙂

      Rispondi
  5. Simone
    Simone dice:

    Buongiorno,
    nell’articolo si dice di stendere il cippato, poi letame e poi sovescio; ma il cippato appena fatto o “stagionato”? Inoltre il letame va messo sopra coprendo il cippato o mischiato? Grazie.
    (Simone)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Simone,
      se alla terra agginungiamo sostanza organica fresca, come cippato e letame, aumenta il suo nutrimento e anche la sua capacità di trattenere acqua, ovvio che questo non ti svincola del tutto dalle irrigazioni ma ti aiuta a mantenere meglio l’acqua che dai al terreno.
      Il cippato meglio se fresco, tanto poi matura con il tempo. La pratica migliore è quella di mischiare bene letame, maturo al terreno, piantare o seminare e poi stendere sopra il cippato fresco, come se fosse una coperta protettiva.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  6. Simone
    Simone dice:

    Buongiorno e grazie della risposta,
    però non ho ben capito una cosa, dopo aver mischiato letame maturo dovrei seminare il sovescio, quindi il cippato andrebbe messo una volta che il sovescio è cresciuto?
    Grazie,
    (Simone)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Simone,
      le fasi sarebbero:
      1 lavorazione del terreno con mescolamento dello stallatico
      2 semina del sovescio
      3 spargimento del cippato
      Scrivici quando vuoi.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  7. Simone
    Simone dice:

    Buongiorno,
    e ancora grazie per la risposta, un ultimo chiarimento, ma poi il sovescio riesce a germogliare con il cippato sopra?
    Grazie,
    (Simone)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Simone,
      grazie a te che dai un onesto riscontro del nostro lavoro!
      La coltura del sovescio certamente riuscirà a germogliare se lo strato del cippato che la sovrasta non è eccessivo, soffocando i semi. Considera uno spessore di circa 3/5 cm, che non sia troppo opprimente, mi raccomando.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  8. Pino
    Pino dice:

    Ciao.
    Ho la disponibilità di una siepe di lauroceraso che devo potare un paio di volte all’anno, pensavo di ricavarne del cippato fresco da utilizzare nel mio orticello ma non sono sicuro che il Lauroceraso sia una buona scelta.
    Leggendo su altri siti viene sconsigliato il Lauro (ma non ho capito perchè) e ho notato che molti accomunano il Lauroceraso al Lauro.

    In realtà pur avendo foglie e nome simili fanno parte di due famiglie diverse, il lauro dovrebbe appartenere alle Lauraceae mentre il Lauroceraso dovrebbe appartenere alle rosacee…c’è qualcuno che può indicarmi con una certa attendibilità se il Lauroceraso è consigliato o meno per la pacciamatura?

    Grazie.
    (Pino)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Pino,
      Bell’idea quella di aver capito l’utilizzo strategico dello scarto di potature, bravo!
      Vado in ordine a risponderti:
      1 Per identificare le piante, senza errori e facendosi capire in tutto il mondo, è consigliabile utilizzare i nomi in latino, quelli della classificazione ufficiale, almeno togliamo ogni dubbio.

      Lauroceraso (Prunus laurocerasus), cioè la tua siepe se ho capito bene, è della famiglia delle rosacee, una pianta ad uso ornamentale per la formazioni di siepi ecc. Foglia grande e lucida con odore al taglio caratteristico, acido pungente, per la presenza su, foglie, legno e frutti, di acido cianidrico. Per questo il Lauroceraso è considerata pianta tossica per uomini e animali…nel caso dovessimo cibarcene. E immagino anche possa acidificare la terra dell’orto se messa in grande quantità fresca come pacciamatura.

      Lauro o Alloro (Laurus nobilis), famiglia delle Lauracee, pianta officinale, aromatica tipica al taglio e sfregamento delle foglie che possono essere utilizzate (sempre con le dovute informazioni attendibili!!!) in cucina, erboristerie ecc.

      Riguardo alla pacciamatura con il lauroceraso fresco e puro si, anche io ti do ragione che non m’ispira molto neanche a me per l’orto ma, se tu riesci a tritare bene le foglie e piccoli rami (con biotrituratore apposito) che vengono dalle potature verdi e le metti a compostare anche con altri scarti vegetali, per almeno 4/5 mesi, dopo direi che il prodotto ottenuto potrebbe essere utilizzato come pacciamatura e compostaggio/ammendante sul terreno. Questa la mia idea per far decantare la tossicità attraverso i processi di decomposizione per così renderlo più accogliente per la terra del tuo orto.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  9. Pino
    Pino dice:

    Grazie molte… farò così.

    Ho uno di quegli attrezzi che servono a soffiare aria per pulire il giardino,… utilizzati al contrario triturano molto finemente foglie e piccoli rametti… quasi una segatura.

    Prossima volta anzichè buttare tutto in discarica metto tutto a compostare,…del resto una volta avviato il ciclo si avrà sempre la disponibilità del prodotto vecchio quando si produce quello nuovo,… le potature infatti le faccio due volte l’anno.

    Grazie ancora.
    (Pino)

    Rispondi
  10. Luca
    Luca dice:

    Ciao, ho del cippato appena prodotto e lo vorrei utilizzare nell’orto come pacciamatura per non far crescere le infestanti tra vari ortaggi..ho alcuni dubbi:

    1 – lo si può usare subito man mano che trapianterò/seminerò gli ortaggi o il cippato va fatto maturare?

    2- va bene per ogni ortaggio?

    3 – In qual fase di sviluppo è meglio metterlo (ad esempio coi pomodori una volta trapiantati lo si mette subito? in questo periodo con aglio e cipolla che spuntano andrebbe bene metterlo tra le file o si rischia di far marcire i bulbi?)

    4 -la quantità per pacciamare è 3/5 cm in superficie di cippato?

    5 -una volta finito il ciclo vegetativo dell’ortaggio il cippatto va “motozappato” miscelandolo col terriccio o si può recuperare per altre colture?

    6 – se non dovessi usare tutto il cippato a disposizione quest’anno resisterebbe fino all’autunno o all’anno prossimo o meglio sostarlo eventualmente in compostiera?

    Grazie mille in anticipo! Saluti.

    (Luca)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Luca,
      vediamo di chiarire i dubbi:
      1 – Il cippato come pacciamatura meglio stenderlo a trapianto avvenuto (prima si trapianta la piantina e poi si stende il cippato) eviterei di spargerlo sopra le semine…si rischia che le piantine non germoglino a dovere.
      2 – Il cippato fresco va bene per ogni ortaggio? Dipende dal tipo di materiale di partenza: eviterei cippato di resinose…acide.
      3 – Stenderei uno strato di 3/5 cm circa.
      4 – Una volta concluso la coltura ti suggerisco di fresare il materiale steso se è parzialmente compostato, altrimenti meglio rastrellare quello ancora fresco per riutilizzarlo successivamente.
      5 – Ottima la soluzione di far compostare il cippato avanzato!
      Salute e buon orto.

      Rispondi
      • Luca
        Luca dice:

        Salve,
        molto interessante questa pratica e penso proprio che comincerò a metterla in atto, prima però per favore potreste rispondere alle mie domande?

        1- premetto che sto pensando di interrare in primavera del cippato (che non avendo la possibilità di auto-produrmi dovrò comprare) insieme a dello stallatico pellettato, e dopo 1-2 mesi piantare ortaggi. Potrebbe essere fattibile questa procedura?

        2- che differenza c’è tra il cippato per l’orto e quello per caldaie? Quest’ultimo si potrebbe interrare o è trattato con qualche sostanza chimica?

        3- essendo conifere che problemi ci sarebbero nell’utilizzare del cippato di abete rosso e abete bianco? Sarebbe meglio quello di latifoglie?

        4- il cippato che viene venduto dalle ditte di solito è essiccato o fresco? Se fosse essiccato andrebbe bene lo stesso?

        5- in assenza di cippato di latifoglie piuttosto di non utilizzare nessun cippato, sarebbe meglio usare quello di conifere?

        6- quale potrebbe essere la quantità di cippato da interrare?

        Spero possiate rispondermi.
        Vi ringrazio in anticipo.
        (Luca)

        Rispondi
        • Stefano Pissi
          Stefano Pissi dice:

          Ciao Luca,
          ci fa piacere che l’articolo ti sia stato d’ispirazione…aggiungere sostanza organica al terreno è sempre d’aiuto alle piante che vi cresceranno.
          Rispondendo alle tue domande ti suggeriamo quanto segue:
          Il cippato che preferibilmente si utilizza nell’orto è quello derivante dalle potature di latifoglie che facilmente si trasforma in terriccio, arricchendo il tuo terreno; questo è quello che deriva dallo sminuzzamento di rami di piccolo medio e diametro con alta quantità di parte verde – foglie e corteccia – e minore parte legnosa. Per intendersi è il cippato destinato ai siti di compostaggio per la traformazione in terriccio e non alle caldaie per il riscaldamento a bio massa.
          Meglio quindi cippato fresco da reperire dalle ditte di giardinaggio e non da chi vende biomasse per il riscaldamento, quel tipo è troppo legnoso e spesso resinoso per il tuo terreno.
          Ottima l’idea di aggiungere lo stallatico pellettato, la stagione migliore è l’autunno inverno. La quantità da inserire non è così precisa, l’importante è che il cippato s’impasti al meglio con il terreno e il risultato sia un substrato di coltivazione morbido e umido.
          Salute e buon orto.

          Rispondi
  11. Luca
    Luca dice:

    Chiarissimo! molte grazie

    ne approfitto per chiedere di un altra modalità; quest’anno sempre per la prima volta ho tenuto da parte in alcuni bidoni le foglie del kaki per pacciamare.. vale lo stesso discorso del cippato? Oppure hanno altri pregi/difetti?

    La maggior parte delle foglie son seccate, ma quelle più sotto sono rimaste umide o bagnate e in alcuni punti hanno fatto della muffetta bianca.. si possono usare tutte o meglio evitare quelle più bianche e bagnate? Eventualmente si possono far asciugare un pò o la muffetta le ha compromesse?

    Grazie. Saluti.
    (Luca)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Luca,
      bene che siamo stai chiari.
      Le foglie di kaki sono ottime per la pacciamatura come per l’alimentazione del compost, vanno bene sia umide che secche e non ti preoccupare della muffa bianca, si tratta probabilmente un fungo che inizia il processo di degradazione che avviene comunque quando le foglie entrano in contatto con l’umido della terra che andrai a coprire.
      Salute e buon orto.

      Rispondi
  12. Emanuela Melis
    Emanuela Melis dice:

    Ciao!
    Sono circondata da edere nelle mura perimetrali del mio giardino, vorrei sapere se posso usarle come cippato fresco per l’orto. Ricavo tantissime ramaglie dalle potature. Se non andassero bene per l’orto potrei usarle come cippato per lamponi, more, fragole? Grazie mille!
    (Manuela)

    Rispondi
    • Stefano Pissi
      Stefano Pissi dice:

      Ciao Manuela,
      ottima la tua intuizione, brava!
      La vegetazione fresca dell’edera è delicata e facilmente si presta ad essere bio-triturata, utilizzala con tranquillità sia come pacciamatura che come compost.
      Salute e buo orto.

      Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

© 2021 Bonduelle InOrto