Le foglie che cadono dagli alberi sono una grande risorsa per l’orto e il giardino. Oltre ad illuminare il paesaggio con i loro magnifici colori, possono essere utilizzate per pacciamare e concimare l’orto. Quindi non buttiamole, ne tanto meno bruciamole, ma sfruttiamole per coprire il piede delle piante più delicate come copertura per l’inverno. Mischiate ad un po’ di terra proteggeranno le radici dal gelo e col tempo, decomponendosi, si trasformeranno in humus.

Se ne abbiamo molte (ma potremmo anche andare a raccoglierle nei parchi o nei giardini) potremmo usarle per preparare del compost particolarmente versatile. Il fogliame compostato, dopo circa un anno, si trasformerà in un buon terriccio, non molto ricco di sostanze nutritive, ma fine e friabile e adatto a sostituire la torba, ottimo per i vasi sul balcone, per i  trapianti o per essere incorporato al terreno delle aiuole per migliorarne la struttura. Non emana cattivi odori e può essere preparato ovunque. Nel caso poi le foglie fossero troppo asciutte si può inumidire il cumulo a mano a mano che aumenta di volume. Se vogliamo completare ‘l’opera’ aggiungeremo della terra argillosa o della bentonite (minerale argilloso) per mantenere il giusto grado di umidità all’interno della massa, perché le foglie non hanno potere assorbente.

Il tempi di maturazione variano a seconda della specie arborea, gli alberi da frutto, l’olmo il pioppo e la betulla maturano in fretta, l’olivo, la quercia impiegheranno più tempo. In ogni caso dopo un anno potremo utilizzare il nostro fogliame compostato. Se la decomposizione non fosse completa, possiamo setacciare il terriccio con un retino.

Il nostro mucchio di foglie può tornarci utile anche a primavera per eseguire una seconda pacciamatura degli ortaggi e delle piante da fiore, questa volta non per proteggerle dal gelo, ma per tenere libero il terreno dalle infestanti e mantenere costante l’umidità.

Le foglie non vanno soffiate, aspirate e gettate, ma vanno restituite alla terra. Scegliete voi il modo migliore per farlo, anche lasciandole dove sono.

foto di gigmum2008 e di Neuro74 da flickr

4 commenti
  1. giorgio capuzzo
    giorgio capuzzo dice:

    Ciao Nara, ho letto con interesse l’articolo sulle foglie. Ora, come Stefano già sa, possiedo una compostiera dove inserisco oltre ai resti dell’orto, anche umido di casa. Per rendere meno umido il tutto inserisco paglia e terriccio universale e anche un attivatore (Compo). Proprio oggi passeggiando sulle colline di Verona mi sono imbattuto in uno prato enorme di foglie parte già sfarinate e parte ancora intatte. Secondo me sarebbe interessante inserirne un tot. Giusto per mettere altra carne sul fuoco, in un’azienda orticola mi sono imbattuto in cumulo enorme alto più di 2mt di legna triturata che loro pressavano per realizzare dei tronchetti da ardere. Anche quella macinatura mi sembra ottima per rendere meno umida  la compostiera. Ora Nara, se mi rispondi, a proposito come faccio a trovarti? Mi mandi una mail o devo tornare qui? Oltre a Stefano ora stresso anche te!  Ciao  giorgio

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    • nara marrucci
      nara marrucci dice:

      Ciao Giorgio, eccomi qua! Hai visto com’è facile trovarmi? Basta chiamarmi! Allora, prima cosa complimenti per come gestisci il tuo mucchio di compost, seconda cosa mi sembra un’ottima idea quella di aggiungere anche delle foglie, ma a questo proposito ti consiglio di leggere anche questo articolo, che ho scritto recentemente e che approfondisce l’argomento ‘utilizzo delle foglie nell’orto‘.
      Quanto al cippato (ovvero alla legna triturata) può essere interessante aggiungerlo al compost per asciugarlo, e va considerato come fosse della segatura, quindi accertati che sia veramente ben tritato, altrimenti impiegherà troppo tempo a sfarinarsi, e poi ricorda che la segatura aggiunge sostanza organica al terreno, che col tempo si decompone e si trasforma in humus, ma facendo questo sottrae azoto al terreno, per cui se si usasse troppo legno, per compensare questa perdita andrebbe aggiunto al terreno concime azotato, ovvero letame.
      Ti ricordo, casomai usassi letame, di usare sempre letame molto maturo, che è stato accantonato e lasciato a riposare per almeno due anni.
      Infine ti segnalo che il cippato può invece essere un ottimo materiale pacciamante, un po’ come si fa con la paglia, distribuita ai piedi delle piante per scoraggiare le infestanti e per aiutare a mantenere il suolo umido.
      Ho parlato troppo? Colpa tua che mi hai cercato! Ciao

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      • Gabriele
        Gabriele dice:

        Salve a tutti, sono uno studente di agraria e avrei alcune precisazioni da fare (poi correggetemi se sbaglio).

        Riguardo agli attivatori per compostare più in fretta mi sembra che siano uno di quei prodotti “ben commercializzati”, non dico inutili, ma sicuramente sostituibili (e credo pure che li facciano pagare salati). Mettendo semplicemente del letame, anche poco, si aggiunge una carica batterica al compost più che sufficiente. Questo ti permetterà di compostare più in fretta, arricchendo inoltre di azoto, usando quello che si ha a disposizione.

        Bene sicuramente che si aggiunga paglia e cippato. La lignina e la suberina contenuti in questi materiali formano un humus difficilmente attaccabile dai microrganismi del terreno che andrà ad arricchirlo e a migliorarne la struttura per periodi più lunghi. Alla fine anch’esso verrà degradato (mineralizzato) e diventerà nutrimento per le colture.

        Riguardo al letame, si può compostare esso stesso.  I grossi cumuli che sono soliti fare gli agricoltori non li trovo adatti per uso orticolo, specialmente se di piccole dimensioni. Ci vuole un anno per ottenere letame maturo e si deve periodicamente rigirare il cumulo.
        Un modo che ho trovato più ingegnoso è di fare piccoli cumuli, alti 30cm, larghi un metro e lunghi quanto si vuole, che si possono mettere in zone d’ombra poco utilizzate. Essendo più piccoli sono più arieggiati e la decomposizione risulta più facile. Dopo circa 3-5 mesi, a seconda della temperatura, troverai un compost perfetto, inodore, dalla struttura perfetta e molto soffice, denominato dagli agricoltori “burro nero”. Ti basterà annaffiarlo se risulta troppo secco e (volendo) rigirarlo con il rastrello ogni tanto. Sono gli stessi cumuli che vengono usati per fare vermicompost, i vermi non fanno altro che accelerare il processo e conferirgli alcune, non ancora ben definite, proprietà. Di vermi si può fare un inoculo (poi si riproducono esponenzialmente) oppure se si abita in zone boschive verranno da soli.

        Un’idea che mi sembra furba è quella di fare più di una compostiera (2-3) ma di dimensioni più piccole, in modo da avere sembre compost in poco tempo. Se si continua ad aggiungere roba è ovvio che non finiremo mai di aspettare.

        Ultima cosa: non ho capito il fatto che la segatura sottrae azoto al terreno. A quanto ne so i batteri che attaccano il legno hanno si bisogno di azoto (infatti la loro attività è favorita dai nutrienti e da pH leggermente basico), ma non lo fanno magicamente sparire. Lo organicano in proteine che servono alla loro crescita e riproduzione, poi quando la disponibilità di nutrienti diminuisce, muoiono e restituiscono al terreno quello che hanno preso, come ogni organismo vivente.

        Scusate il lungo commento, spero di aver fatto chiarezza sfruttando le mie “conoscenze”, acquisite con la consapevolezza che l’agricoltore ha poche armi a sua disposizione, la più importante è quella della cura della terra da cui dipende gran parte della fertilità.

        Ringrazio ovviamente inorto per le buone idee che mi fornisce quando ho tempo di leggerne gli articoli.

        Salute a tutti gli agricoltori!

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        • Stefano Pissi
          Stefano Pissi dice:

          Ciao Gabriele,
          grazie davvero per quanto scrivi, ci sembra tutto molto veritiero…e poi è la tua stessa esperienza riportata che ce lo dimostra!
          Quello che racconti riguardo alle dimensioni del cumulo è importante, anche l’altezza di 30 cm mi sembra un pò piccola, ma se funziona ci fidiamo di te.
          Salute e buon orto.

          Rispondi

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