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Orto scuolaCi sono scuole dove oltre all’italiano e alla matematica, si insegna a mangiare sano e a rispettare l’ambiente. Dove si preferiscono pane e olio, pane e marmellata e frutta raccolta dai campi vicini alle merendine preconfezionate.

Scuole dove si insegna a non produrre rifiuti  e a non inquinare perché al posto delle posate, dei bicchieri e dei piatti di plastica si usano le stoviglie in acciaio, vetro e porcellana, da lavare e riutilizzare. Dove si insegna anche a fare saponette con con l’olio esausto.

Ci sono scuole dove non solo le verdure sono ben accettate nel piatto, ma si fanno orti per mostrare ai ragazzi da dove provengono e come crescono quelle verdure.

E non ci crederete, ma queste scuole si trovano al Sud. Scuole la cui preside, invece di parlare soltanto, agisce.

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Vecchie taniche, bottiglie di plastica, ma anche semplici sacchetti trasformati, con un po’ di fantasia, in oggetti insoliti. Il gioco del riciclo ultimamente è molto di moda e spesso ai bambini viene proposto di riconvertire in giochi rifiuti inquinanti difficilmente degradabili, ma riciclabili.

In questa occasione gli stessi rifiuti sono stati utilizzati per accogliere giovani piantine e farne un piccolo orto, forse di breve durata, ma di poca spesa e grande effetto. Ed ecco che dai sacchetti di plastica spuntano fiori, bottiglie colorate diventano piccoli vasetti da appendere, e vecchi flaconi e contenitori accolgono insalatine.

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Il compost sta all’orto come il sale sta alla cucina: non si può fare senza. E’ il concime ideale per ortaggi, piante da frutta e aromatiche. Pulito e facile da usare, lo si può acquistare a sacchi, ma lo si può anche produrre in proprio. Qualora decideste di acquistarlo, sappiate che la maggior parte degli impianti di smaltimento di rifiuti urbani produce compost di qualità a prezzi contenuti. Per imparare a riconoscere il compost migliore consultate il sito www.compost.it (magico internet!)

Farlo da soli è tuttavia facile e permette il riciclaggio dei residui vegetali dell’orto (fiori appassiti, erba, foglie, ramaglie, paglia, ecc.)  e degli scarti organici della cucina (bucce e scarti di verdure, fondi di caffè e tè, gusci di uova, pane raffermo da ridurre in piccoli pezzi, carta comune non colorata , cenere, ecc.), riducendo così anche i rifiuti prodotti. Nel farlo dobbiamo pensare al nostro compost come ad un minestrone, dove ciascun ingrediente è importante, ma dove ogni eccesso è negativo, per questo dovremmo mantenere in equilibrio le quantità dei vari componenti.

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Per chi lo vuole fare strano, oppure è un fanatico del riciclo, può adottare, al posto dei tradizionali vasi in plastica o terracotta, latte, barattoli e bidoni.

Il container gardening (e subito fa più tendenza) si presta a tutte le coltivazioni, ma fate attenzione: la dimensione deve essere adatta all’ortaggio prescelto, il metallo tende a scaldarsi al sole e quindi meglio posizionarlo a mezz’ombra, vanno praticati dei fori sul fondo altrimenti addio drenaggio.

Preferite il legno al metallo? Bene, recatevi al mercato ortofrutticolo e approvvigionatevi di tante belle cassette da dipingere o lasciare al grezzo, a seconda dei gusti, foderatele con dei robusti teli di plastica (forati  per garantire il deflusso dell’acqua) e riempitele con della buona terra.
Non ci sarà ortaggio che non sarà felice di abitarvi.

(foto di suzettesuzette da Flickr)

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