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Orti LabirintoA Montebelluna, in provincia di Treviso, c’è un grande orto sociale (ben 8800 metri quadrati) dove si coltiva oltre agli ortaggi la gioia e il piacere di stare insieme. E’ vero che questo accade un po’ in tutti gli orti sociali, ma questo orto si contraddistingue per più motivi, per esempio ha la forma di un enorme labirinto e quando lo si vede in foto (purtroppo non ho avuto il piacere di vederlo di persona) e soprattutto dall’alto, assume le proporzioni di un progetto veramente spettacolare.

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Orto scuolaCi sono scuole dove oltre all’italiano e alla matematica, si insegna a mangiare sano e a rispettare l’ambiente. Dove si preferiscono pane e olio, pane e marmellata e frutta raccolta dai campi vicini alle merendine preconfezionate.

Scuole dove si insegna a non produrre rifiuti  e a non inquinare perché al posto delle posate, dei bicchieri e dei piatti di plastica si usano le stoviglie in acciaio, vetro e porcellana, da lavare e riutilizzare. Dove si insegna anche a fare saponette con con l’olio esausto.

Ci sono scuole dove non solo le verdure sono ben accettate nel piatto, ma si fanno orti per mostrare ai ragazzi da dove provengono e come crescono quelle verdure.

E non ci crederete, ma queste scuole si trovano al Sud. Scuole la cui preside, invece di parlare soltanto, agisce.

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foto di Giovanni Breschi

foto di Giovanni Breschi

Villa Bardini è uno dei luoghi da visitare quando si va a Firenze, sia per i suoi Musei che per il suo giardino, incantevole e panoramicissimo. E’ uno dei ‘rifugi’ in cui vado spesso a rilassarmi quando i ritmi diventano troppo incalzanti.
Con l’arrivo dell’estate mi inerpicai nuovamente su Costa San Giorgio, la bella strada in salita dove si trova l’entrata di Villa Bardini, e come sempre mi addentrai nel verde del suo giardino che con mia grande sorpresa si era arricchito di un bellissimo orto.

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I romani definivano se stessi ‘fortissimi viri et milites strenuissimi ex agricolis’, ovvero un popolo valoroso che proviene dal mondo agricolo. Erano legati alla terra perché ne conoscevano l’importanza per il sostentamento della popolazione, e scrivevano tanto di filosofia quanto di agricoltura. Tra gli autori di trattati di agricoltura, in prosa o in versi, troviamo Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Colummella.( * ) E molte delle cose scritte allora sono ancora oggi validissime!

Forti di questo ‘passato agricolo’ ci sono tutt’ora nella capitale persone e associazioni che intendono riscoprire e recuperare quanto perduto in questo senso, creando orti sociali e giardini condivisi. Uno fra tutti il progetto didattico Hortus Urbis, nato dalla collaborazione tra Zappata Romana, associazione formata da architetti che da tempo si occupa di censire tutti gli spazi verdi all’interno della capitale, e l’ente pubblico che gestisce il Parco dell’Appia Antica.

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vincent-van-gogh-il-seminatore«Zappatori, seminatori, aratori, uomini e donne, che ora devo disegnare continuamente. Devo osservare e disegnare tutto ciò che fa parte della vita di un contadino, come molti altri hanno fatto e stanno facendo. Non sono più così inetto come un tempo davanti alla natura». Così scriveva Vincent Van Gogh al fratello Theo nel 1881. Evidentemente all’epoca ci fu un periodo di grande attenzione verso tutto ciò che riguardava la terra e la natura: erano in atto, allora come oggi, grandi cambiamenti e guardare alla bellezza, alla semplicità, all’umiltà della terra era a seconda dei contesti ‘rassicurante’ o ‘trasgressivo’.

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MazzorboDue sono le isole da sempre dedicate alla coltivazione degli ortaggi all’interno della laguna veneziana: S. Erasmo e Mazzorbo. Anche se la prima per ampiezza e vocazione (l’isola di S.Erasmo è più alta sul livello dell’acqua) è quella che offre maggiore offerta e varietà, Mazzorbo gode di una sua precisa caratterizzazione e di un fascino tutto particolare a cui è difficile sottrarsi.

Per quanto mi riguarda sono approdata con il vaporetto alle sue sponde colorate, in una sera d’estate e mi sono immediatamente persa nei suoi orti circondati da mura di mattoni rosati, solcati da canali orlati di fiori spontanei e affiancati dalle vigne di uva Dorona, così chiamata per il suoi grappoli colore dell’oro.

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Orti Pintiorti dipintiE così ora anche Firenze, come molte altre città italiane, ha il suo Community Garden: Orti Dipinti è il primo orto sociale in pieno centro storico. Il suo nome è dovuto proprio al fatto che si trova in Borgo Pinti, di fronte al ‘mitico’ Four Seasons Hotel. Sembra che questo Borgo abbia da sempre una speciale vocazione verso gli orti, e quelli che vi si coltivavano in passato erano così belli che i pittori venivano a dipingerli. Per cui il nome Orti Dipinti ha oggi, come allora, più di un significato.

Un alto muro giallo divide questo luogo dalla strada e per giungervi occorre oltrepassare un cancello e attraversare unpiccolo, ma delizioso e inaspettato giardino. Ma ancora più inattesi sono questi orti curati e accoglienti, creati dentro grandi cassoni in legno.

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