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Ed eccomi qui dopo la pausa estiva a meditare sugli errori commessi nell’orto. Perché mi sono presa una vacanza, ovviamente non dall’orto, ma dal computer!
Dall’orto invece è impossibile prendersi una pausa:  gli ortaggi reclamano continuamente la nostra attenzione…

Quando siamo piccoli tutte le piante sembrano enormi. Ma il giuggiolo (Ziziphus jujuba) che fronteggiava la casa della ‘nonna del Poggetto’ (così la chiamavamo noi cuginetti) era davvero di dimensioni notevoli. Ero piccola ma già ghiotta di giuggiole, ma non potendo raccoglierle, dovevo sperare che i più grandi si ricordassero di me.

Era un giuggiolo vigoroso e in salute, di cui mai nessuno si curava, fino a quando, a fine estate, le giuggiole mature attiravano le attenzioni di adulti e bambini. Per esperienza personale, posso dunque dire, che è una pianta che richiede poco o niente, si adatta bene anche ai terreni poveri e alle esposizioni ventose: il ‘Poggetto’ era esposto ai quattro venti.

E’ senza dubbio un frutto di altri tempi, oggi davvero poco utilizzato, ma che vale la pena di riscoprire per la facilità di coltivazione, per la bellezza della sua chioma e la bontà dei frutti.

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Le fragole hanno un fascino incredibile per ogni orticoltore. Mio marito, pur essendo alle prime armi, è la prima coltivazione con cui ha voluto confrontarsi. Ha costruito un’aiuola rialzata e se l’è curata e irrigata per tutta la stagione. I risultati sono stati medi, perché ha impianto in primavera stoloni che non avevano ben radicato.

Mentre mia sorella, che le coltiva da sempre in dei vasi posizionati sul bordo dell’orto, ha avuto fragole buone e dolcissime per tutta l’estate, avendo comprato piantine ben radicate e di buona varietà. E poi le fragole in vaso crescono benissimo: non soffrono la competizione delle malerbe, hanno un drenaggio perfetto e la terra che utilizziamo per riempire i vasi è solitamente ben sciolta, areata e ricca di sostanza organica.

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Salve,
sono pensionato, ho acquistato 2 maschi e 6 femmine di kiwi.
Vorrei un’informazione da voi che non ho trovato nel sito: a che distanza
vanno piantate l’una dall’altra?
Grazie.
(Stefano)

Risposta

Ciao Stefano,
la distanza d’impianto delle piante di kiwi è variabile in base anche al tipo e dimensioni della struttura che le piante devono coprire; se le piante saranno allevate su un filare le terrei distanti di almeno 1 metro l’una dall’altra, se invece devi coprire la superficie di un pergolato allora dovrai disporre le piante anche a maggiore distanza, da occupare tutta la pergola; comunque una distanza minima potrebbe essere quella di un metro.
Salute e buon orto.

Salve,
vivo a Roma, mio nonno aveva acquistato un terreno con un casale, ora fatiscente perchè per tanto tempo abbandonato,per motivo di conflitti ereditari tra parenti, ora ho deciso di prenderlo per affetto e riconoscenza nei confronti di mio nonno che ha fatto molti sacrifici per acquistarlo, a suotempo per sfamnare la sua famiglia allora numerosa, al giorno di oggi però mi piacerebbe farlo rivivere, magari trovare una maniera di sfruttarlo, per ricavarne un reddito?
Il terreno è ubicato vicino un torrente, il Salino, nelle Marche, precisamente nella contrada di Guerci – Penna San Giovanni MC. Il terreno è assolato e si trova ad una altitudine di 800 m.s.l.m. circa, la superficie è circa 3 ettari, leggermente in pendenza. Il mio pregtetto sarebbe: nel casale ospitare una famiglia che ha bisogno (etracomunitaria che magari supervisiona poi il terreno ed aiuta a rimetterlo in sesto) e poi nel terreno piantare alberi da legno pregiato, come noci ad esempio che non hanno bisogno di cure e manutenzione particolare e poi vendere legname (10 anni?) pioppi? un consiglio esistono finanziamenti e a chi posso rivolgermi?
Ringraziandovi anticipatamente, vi saluto cordialmente.
(Adriana – Roma)

Risposta

Ciao Adriana,
grazie per raccontarci dettagliatamente tutta la bella storia del tuo casale e terrano nelle Marche.
L’idea di dare in uso il casale in cambio di ospitalità potrebbe essere una buona formula di scambio con i futuri affittuari, ci viene spontaneo di suggerirti di regolamentare il tutto nel più formale dei modi, che tutto cioè si svolga all’insegna della chiarezza e della legalità, un vantaggio per entrambi.
Dal punto di vista agronomico ti dico che gli impianti di arboricoltura da legno pregiato – noci, frassini, ciliegi, ecc ecc – non hanno turni di taglio così brevi come intendi tu, cioè 10 anni, ma almeno 80, e comunque dipendenti dalla fertilità del terreno. A livello di finanziamenti invece sono sicuro che la comunità europea finanziava gli impianti di terreni in abbandono attraverso un preciso regolamento comunitario n°2080/1992. Per avere informazioni aggiornate sui finanziamenti europei ti suggerisco di contattare la Regione Marche – consulta pure il link al sito.
Salute e buon orto.

Salve,
sono Mario, vivo a Torre del Greco (Napoli).
Sono un pensionato e mi piace trascorrere il tempo libero stando a contatto con la natura. Posseggo un’anziana Siberian Husky di nome Stella, ancora arzilla e vivave nonostante i suoi circa 15 anni d’età .
Ho a disposizione 2900 mq, di terreno a Serino alle pendici del Monte Terminio in provincia di Avellino; terreno pianeggiante nonostante l’altitudine abbastanza sostenuta e libera da alberi (Trattasi di un ex castagneto).
Grazie.
Ecco una Foto del terreno: mario - minte terminio
(Mario – Serinio – monte Terminio – Campania)

Risposta

Ciao Mario,
davvero grazie per raccontarci la storia della tua vita, compreso l’amore che hai per il tuo cane!
Riguardo al tuo terreno ti dico che impiantare un oliveto nella zona del castaneto, alle pendici dell’ Appennino Campano, mi sembra un po’azzardato, specialmente per i rigidi inverni. Come alternativa potresti pensare a coltivare altri tipi di fruttiferi come: meli, ciliegi, noci e anche qualche castagno da frutto…che darà buoni risultati!
Salute e buon orto!

Ciao, premetto che sono un neofita su tutto cioè che riguarda le coltivazioni di qualsiasi genere, anche se ho fatto degli esperimenti in vaso (patate, peperoni, pomodori, rucola) che sono andati a buon fine.
Vivo a Milano ma ho la testa in Sicilia, dove un giorno spero di poterci tornare definitivamente… Mi piacerebbe piantere dei mirtilli in Sicilia, ad un’altitudine di circa 900-1000 mt s.l.m. e volevo sapere se questo è possibile e quale specie in particolare sarebbe più idonea e se si, quale sarebbe il momento più opportuno per piantare.
Grazie.
(Sauro – Milano)

Risposta

Salve Mauro,
la tua bella tensione che senti a 1000 km di di distanza fra la Lombardia e la Sicilia ci fa pensare a quanto importanti siano le proprie origini e il rapporto con la terra che dimostri di avere anche da neofita.
Certo che è possibile coltivare mirtilli in Sicilia alle altitudini di 900 – 1000 metri. Per quanto riguarda le specie ti suggerisco di fare un misto di due diverse varietà: mirtillo comune e mirtillo gigante americano, anche per gustarti frutti differenti e per vcapire quali delle due piante meglio si adatta al tuo orto. Riguardo al periodo migliore per trapiantarli è l’inizio autunno o la fine dell’inverno, per dare modo alle piante di adattarsi all’ambiente. A presto Sauro e continua così!
Salute e buoni mirtilli.

Buongiorno,
devo realizzare un impianto di kiwi di circa 70×50 – mt 3500 mq – sto prendendo più informazioni, volevo sapere per fare un impianto a capanna o tetto:
1 – quanti pali in cemento servono sia in testata e sulle file
2 – i pali in testata di quali dimensioni devono essere, altezza e interramento nel suolo
3 – i pali nei filari come devono essere, dimensioni e interramento
4 – i cordini, sia per le testate sia per i filari, come devono essere stese?

Se qualcuno esperto e preparato mi potesse fornire informazioni a riguardo ne sarei molto grato.

Ringrazio tutto il forum per la collaborazione!
(Gianluca)

Risposta

Ciao Gianluca,
realizzare un impianto di kiwi prevede l’allestimento di filari – come per i vigneti per intendersi – che sono costituiti da pali infissi nel terreno e fili di ferro zincato – antiossidamento – che decorrono per tutta la lunghezza del filare; l’unica variazione rispetto al vigneto è che la pianta del kiwi si sviluppa anche sopra alle teste dei pali, parallelamente al terreno andando così a formare un tetto vegetante dove si svilupperanno i fiori e frutti della pianta. Ecco le risposte alle tue domande:
1 – per quanto riguarda il materiale dei pali che costituiranno il filare ti suggerisco di utilizzare pali in legno di castagno – anzichè cemento – in quanto più ecologici e meno costosi.
2 – sulle testate servono pali diametricamente più grandi e poi controventati da un altro tutore – cioè tenuti dritti da un altro palo infisso nel terreno nalla direzione opposta a quella del palo a inizio filare – per sostenere il filare tutto. Il diametro dei pali in testata – le colonne – potrebbe essere di cm 10/12 e i pali nei filari – i pali – 6/8 cm, volendo fare un altezza finale di 200 cm, del tetto della capanna dovresti utilizzare pali di altezza complessiva di cm 250, che interrerai nel suolo di cm 50.
3 – riguardo ai cordoni potrai utilizzare dei fili di ferro zincato che terrai ben tesi lungo tutto il filare tramite degli appositi tendi cavo. A quel punto potrai procedere con il trapianto delle piante di kiwi. Sulla coltivazione del kiwi ti giro un articolo specifico – vedi il link. Se tu fossi interesato ad altre informazioni riguardo all’impianto professionale del kiwi ti suggerisco la visita di questo sito specifico sulla coltivazione del kiwi italiano.
Salute e buon kiwi.

Salve,
ho 60 anni e vivo in campagna, a Vicopisano (PI), di professione sono ragioniera.
Ho trapiantato 4 piante di kiwi di cui 1 maschio e 3 femmine, da circa 1 mese le femmine sono germogliate, ma il maschio comincia a mettere le foglie gialle,nonostante sia annaffiato regolarmente, cosa puo’ essere successo?
Ho provato a mettere del concime a base di ferro nel terreno circostante, può essere esatto?
Inoltre vorrei sapere se le femmine risentiranno di questo problema e come posso intervenire.
saluti
(Lidia – Pisa)

Risposta

Ciao Lidia,
bel rilassamento coltivare piante…fuori dal tuo ufficio di ragioniera, complimenti!
Il kiwi è una pianta abbastanza rustica, cioè facilmente coltivabile e senza tanti problemi di attecchimento. Se le quattro femmine non riportano problemi di sorta sembrerebbe che la questione riguardi solo la pianta maschio; da come lo descrivi sembrerebbe che essa abbia le radici costipate in un terreno duro, ovvero poco fertile e che per questo sviluppa foglie piccole e clorotiche – gialle – oppure è la stessa pianta che geneticamente ha dei problemi e allora la dovrai sostituire con un’altra. Quando hai fatto il trapianto hai aperto delle buche accoglienti con terra soffice ammorbidita da terriccio e concimata con stallatico maturo? Il concime a base di ferro aiuta di certo la tua pianta a vegetare meglio ma di base iniziale la pianta dovrà trovare terreno fertile e accogliente intorno alle radici, forse anche le irrigazioni che fornisci ad esso possono causare ristagni idrici e far ingiallire le foglie. Se l’impianto non è stato fatto a regola d’arte è probabile che anche le piante femmina possono in futuro risentire di tale problema…non ti scoraggiare, sei sempre in tempo per rifare l’impianto in maniera adeguata! Per la coltivazione del kiwi ti suggerisco la lettura dell’articolo che trovi nel link.
Salute e buoni kiwi.

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