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Cavolo cappuccioIl cavolo cappuccio (Brassica oleracea capitata) è una grande risorsa della cucina invernale, ma anche primaverile ed estiva, a seconda del periodo di semina e della varietà prescelta. Ma è soprattutto in inverno, quando tutte le altre verdure scarseggiano, che il cavolo cappuccio ci viene in soccorso e, sia crudo in insalata che cotto stufato, ci aiuta a risolvere un pasto. E se coltiveremo una varietà rossa avremo, oltre a tante proprietà antiossidanti, anche un bel tocco di colore prima nell’orto e poi a tavola.

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Il mandorlo (Prunus dulcis) è il primo albero a fiorire nel frutteto per annunciare la nuova vita dopo l’inverno. La sua fioritura, così precoce e delicata, trae in inganno e nasconde la vera forza di questa pianta longeva e di poche pretese.

Stevia fioriQuesta volta parliamo di qualcosa di dolce. Un dolce buono e naturale. Un dolce che non fa male. Parliamo della Stevia Rebaudiana, un’erbacea perenne originaria del Sud America, conosciuta per le sue proprietà dolcificanti, infatti le sue foglioline sono ricche di steviolo, un dolcificante che non influisce sui livelli di insulina e quindi adatto anche ai diabetici e, udite, udite, è privo di calorie e quindi la fa in barba a qualsiasi dieta! Ma questo non significa che il suo potere dolcificante sia scarso, anzi: è molto ma molto, superiore a quello del normale zucchero!

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Se amiamo le tisane profumate e rilassanti coltiviamo la Lippia citriodora. Ora facciamo un bel respiro e proviamo a dire tutto d’un fiato, i numerosi nomi con cui è conosciuta: Aloysia citriodora, Lippia triphylla, Verbena triphylla, erba Luigia, erba Luisa, limoncina o cedrina.

ImmagineForse non sarà la prima cosa che ci verrà in mente di coltivare, ma dobbiamo ammettere che l’arachide (Arachis  hypogea) è divertente e originale da tenere nel proprio orto o sul proprio terrazzo.

E immaginate la faccia dei bambini, quando estraendo la pianta dal suolo, vedranno tutte le ‘noccioline’ attaccate alle radici! I bambini sono sempre molto affascinati da tutto quello che si sviluppa ben nascosto sottoterra, ma l’arachide è stupefacente anche per i grandi!

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Sono laureato in discipline scientifiche, ma sono meno di un neofita in materia di agraria. Quando posso trapiantare (non seminare) le piantine di fava? Informo che Ardea (Rm), dove abito, è vicina al mare e , quindi, risente di un clima relativamente mite.

Ringrazio e cordialmente saluto. 

( Gianfranco-Ardea )

Risposta

Ciao Gianfranco, suppongo che tu abbia seminato in piccoli vasi le tue fave, perché parli di trapianto. Normalmente le fave dalle tue parti (come in tutte le zone a clima mite) si seminano in novembre in pieno campo. Avendo seminato le fave in vaso, puoi trapiantarle quando vuoi, basta che siano pronte e abbiano raggiunto la giusta dimensione, quindi anche adesso, cioè a dicembre.

Se vedi che le temperature tendono ad abbassarsi troppo, proteggile coprendole con del tessuto non tessuto, che toglierai nuovamente quando vedrai che le giornate miglioreranno.

Un saluto e auguri di Buone Feste!

Salve a tutti. Abito sulla costa orientale degli Stati Uniti, a circa 60 km a nord di New York. 4 anni fa, abbiamo traslocato in una nuova casa vicino al mare con un piccolo “giardino d’inverno” e, dato che era sempre stato il nostro sogno, ho regalato a mio marito un alberello di limone o, più precisamente, un limone Meyer, ibrido fra limone e mandarino. Sappiamo che purtroppo il nostro clima non e’ adatto al limone, ma il primo anno abbiamo avuto una abbondanza di frutti! Ora, purtroppo, il nostro alberello non sta affatto bene. Lo scorso inverno e’ stato attaccato dalla cocciniglia.

Lo abbiamo pulito con acqua e alcol e in primavera abbiamo avuto moltissimi fiori. Ha passato, come sempre l’estate in giardino, ma la cocciniglia torna periodicamente. I frutti non sono mai più cresciuti e adesso che l’ho appena riportato all’interno, sta perdendo tutte le foglie. Ho pensato addirittura di rispedirlo al vivaio in California dal quale proviene,  perché sono sicura che il nostro clima molto umido in estate e freddissimo in inverno non lo stia  aiutando. Vorrei sapere se avete qualche suggerimento da darmi per aiutare questo povero limoncino. Ho pensato di metterlo

in un vaso piu grande, ma non so se questo è il periodo  migliore per travasarlo e

se il cambiamento possa peggiorare la sua salute. Ho provato a concimarlo, ma non

ci sono miglioramenti. Spero abbiate qualche consiglio per me.

Grazie mille.

(Simona – New York)

Certo che è bello sapere che qualcuno ci segue anche dall’altra parte dell’oceano. Purtroppo però non ho buone notizie da darti. Quando le piante si stressano diventano più fragili e attaccabili, quindi sottoposte a contrarre malattie, dovute a funghi o a parassiti. Lo stress può derivare dalle cattive condizioni climatiche, dalla scarsa concimazione, dalle irrigazioni sbagliate e da mille altre cause.

Tu hai già in parte individuato il problema, quindi non ti restano che due soluzioni. La prima è decidere di coltivare un limone, ma a causa del clima poco favorevole, lo dovrai accudire come un bambino: dovrai evitare gli sbalzi climatici, dovrai aiutarlo con dei concimi specifici per agrumi, dovrai annaffiarlo correttamente, senza ristagni e solo al bisogno (a questo proposito leggi tutti i commenti perché troverai tutti i consigli del caso), dovrai rinvasarlo, ma solo quando l’alberello sembrerà troppo grande per il contenitore e le radici avranno riempito il vaso, e soprattutto dovrai curarlo quando si ammala, eliminando la cocciniglia, ecc.

Tuttavia se il primo anno è stato bene, forse potresti avere sbagliato qualche cosa anche di molto semplice, come le annaffiature per esempio, che per quanto banali, sono sempre determinanti per la vita di un limone. L’acqua non deve mai ristagnare nel sottovaso (meglio se non ha il sottovaso) e va somministrata solo quando la terra è bene asciutta.

La seconda soluzione è decidere di non coltivare limoni, se vedi che in zona non esistono, e optare per qualcosa di più adatto a quelle latitudini. Il giardino d’inverno dovrebbe consentirti la coltivazione del limone, per cui prima di mollare provale tutte, anche quella di chiedere al rivenditore un consiglio supplementare su quello che ti è successo, spiegando bene le nuove condizioni in cui si trova adesso la pianta. Chissà magari ha già avute esperienze simili alle tue!

Vivo a Roma e ho una casa con un giardino che la circonda. Io e mio marito lo curiamo con passione. Ho anche una casa in Trentino a 1400 mt di altitudine.

Adoro l’uso del rabarbaro in cucina e in autunno ho acquistato una piccola pinantina pensando di doverla poi trasferire nel giardino in Trentino, convinta che avesse bisogno di quel clima. Aspettando di portarla su l’ho lasciato nel suo vaso appoggiandolo a terra. Credo che abbia radicato alla grande! Ora ha molte foglie di dimensioni gigantesche.

Il mio “rabarbaro” non ha i gambi rossi come quelli che vedo riprodotti nelle foto su questo sito e altrove. Solo nella parte più bassa si intravede un tratto rosso ma il resto del gambo è verde.

Mi è venuto il dubbio che non si tratti di rabarbaro…..

Inoltre, visto che sta crescendo così vigorosamente, vorrei sapere se posso evitare di trasferirlo in montagna. (Nella foto il guanto vi aiuta a capire la dimensione della pianta). Grazie!

(Prisca-Roma)

Cara Prisca, purtroppo non è arrivata la foto, ma potresti provare a rimandarmela! Intanto però posso dirti che il rabarbaro ha veramente delle dimensioni enormi (talvolta anche due metri di larghezza) per questo ha bisogno di molto spazio.

A seconda della varietà le coste sono verdi o rosse. Le varietà con la costa rossa in genere sono quelle più tenere.

Nelle zone a clima temperato (ma dove trova buon terreno e acqua sufficiente) si comporta come una perenne e una volta piantato, ricresce ogni anno come un’erbaccia.

Come avrai visto il rabarbaro è una pianta che tende a diffondersi con facilità, per questo spesso conviene scavare e dividere i ceppi e regalarli agli amici, oppure portarne qualcuno in Trentino che, a meno di non metterlo in una posizione molto riparata o soleggiata, andrà riseminato ogni anno. Sappi che in genere il rabarbaro preferisce i climi più continentali a quelli troppo siccitosi del sud.

Ma in vaso bene annaffiato, non stento a credere che si sia trovato benissimo! Un saluto e scusa per il ritardo nella risposta, ma ogni tanto una vacanzina!

Le piante, come noi, non amano i bruschi sbalzi climatici, magari non prendono il raffreddore, ma possono accusare danni irreparabili, quindi dovremo essere cauti quando le trasporteremo dal semenzaio alla temperatura e alla luce dell’esterno.

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