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Il ciliegio acido (Prunus cerasus) è perfetto nell’orto familiare. E’ di dimensioni più contenute rispetto a quello dolce (Prunus avium), ma è altrettanto bello, sia in primavera quando si ricopre di candidi fiori, sia in estate quando questi si trasformano in frutti rosso rubino che occhieggiano tra il folto fogliame verde intenso. Un albero a momenti davvero spettacolare.

Da parte mia sono molti i motivi per cui provo un’innata simpatia per questo alberello. Il primo è che tra i suoi rami ho passato parte della mia infanzia e non metaforicamente.

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Salve
Mentre navigavo sono capitato sul vostro sito e che mi sembra molto interessante,sono un appassionato di giardinaggio e agricoltura per cui in un angolo di terra ho svariate piante fra cui un ciliegio che ho lascito in vaso grande,dopo una bella fioritura e diverse ciliegie ancora acerbe l’albero lentamente sta’ appassendo lasciandomi cosi’ piuttosto perplesso,siccome non so’ in questo caso cosa fare chiedo a voi dicendo che la pianta sta’ ingiallendo e i frutti seccando,vi invio una foto cosi’ da voi poter essere giudicato.

Saluti e grazie.
(Riccardo – Ferrara)

Risposta

Ciao Riccardo,
grazie per i complimenti che ci rivolgi!
Dalla foto inviata sembra che la pianta – con le ciliegie annerite – abbia subito un colpo di gelo tardivo, associato a qualche nebbia che possa anche aver risvegliato qualche patologia fungina.
Altra quastione da verificare è il vaso…drenaggio delle acque irrigue, eventuali ristagni che possono favorire lo svilupparsi di patologie radicali…che fanno intristire la pianta in generale.
Fai certamente un trattamento con poltiglia bordolese alla chioma e anche un trattamento antifungino alle radici, tramite irrigazione con soluzione di prodotto specifico – antifungino radicale – che trovi in consorzio.
Se vedi che il fenomeno avanza ti suggerisco di svasare la pianta per controllare lo stato delle radici.
Salute e buon orto.

Salve sono Marco,
ho un problema con un cigliegio.
Alloral, il caldo eccessivo ha fatto cadere le foglie prima del dovuto emettendo anche gommosi, ho trattato con poltiglia bordolese.
I rami, alcuni si sono seccati sulle cime, mentre il resto dei rami sta bene.
Adesso sta rivenendo dappertutto persino sul tronco.
Ho fatto la cosa giusta trattando con poltiglia bordolese?
Grazie.
(Marco)

Risposta

Ciao Marco,
la produzione di gomma sul tronco e rami del ciliegio è dovuta proprio a una questione di stress della pianta, che ha subito in seguito al caldo e siccità record di quest’estate 2017.
Per questo si creano delle ferite nei rami e nel tronco dovute molto probabilmente all’ingresso di funghi patogeni che, nel periodo di fine estate ricominciano a rimuoversi facendo così ricolare la pianta di nuova gomma.
Certamente la poltiglia bordolese è un toccasana per la salute della pianta, specialmente se la dai nel periodo di caduta delle foglie e quando la stessa ricomincia a vegetare – evitando la fioritura piena ovviamente.
Adesso potresti eliminare tutte le parti secche e magari disinfettare le ferite da dove vedi uscire la gomma, sempre con poltiglia bordolese.
Salute e buon orto.

ciliegio - edoCiao,
il mio ciliegio, da un po’ di tempo è sofferente.
Le foglie iniziano a presentare macchie scure, alcune hanno dei buchetti.
Successivamente ingialliscono e cadono.
Cosa’è, e come posso fare?

Ecco qui una foto:

Grazie.
(Edo)

Risposta

Ciao Edo,
le foglie che ci fai vedere in foto possono “parlare” di almeno tre cose: i buchi che vedi sono dovuti alla predazione da parte di qualche larva o anche adulto di coleottero…ma non è grave diciamo, lo schiarimento del verde che tende al giallo invece è sintomo di una clorosi e cioè carenza di elementi chimici quali azoto o ferro – per caso la pianta cresce in un vaso? – E comunque ora non è il periodo di concimazioni. Il nero è probabile che sia dovuto a scottature causa il forte sole di questa estate e il ciliegio ne soffre tanto di questi estati torride. Ti suggeriscoo di dare acqua alla pianta se gli manca e se vegeta in vaso specialmente spostala all’ombra.
Salute e buon orto.

Salve,
sono un pensionato e vivo a Bologna.
Ho una casina in alta collina con qualche albero da frutta in giardino,
da circa 3 anni il ciliegio, non perde le foglie secche in inverno.
Quale può essere la causa e cosa posso fare?
Grazie.
(Antonio – Bologna)

Risposta

Ciao Antonio,
la questione che ci poni è curiosa e stimola molto la nostra curiosità.
Ragionando a “voce alta” ti dico che il ciliegio, essendo pianta caducifoglia, è obbligato a far cadere tutto il folgliame, durante tutto il periodo invernale, di sicuro prima che la pianta le ricostituisca le nuove, in primavera; è un passaggio obbligato, nel senso che la pianta non può tenere su di se foglie degli anni precedenti e foglie nuove.
Se la pianta invece è da tre anni che non perde le foglie e non le rimette di conseguenza, significa che la stessa è seccata, nel caso ti suggerisco di sostituirla con una nuova e adesso è proprio la stagione adatta a fare il cambio.
Salute e buon orto.

Salve,
nel 2011 ho piantato nel mio terreno – all’interno di una città metropolitana – un piccolo albero di ciliegio, ultimamente però ho riscontrato della gommosi sul tronco e la caduta delle foglie, oltre ai buchi su quelle sane e verdi.
Visto che ci troviamo nella seconda metà d’agosto, mi chiedevo, innanzitutto, se fosse possibile lo stesso rimuovere la “gomma” ed effettuare il trattamento a base di ossicloruro di rame (o il solfato di rame) oppure attendere la stagione autunnale quando l’albero è completamente spoglio.
In attesa di un vostro consiglio, vi ringrazio.
Cordiali Saluti
(Rosario)

Ciao Rosario,
la “Gommosi” è una patologia fungina originata dal microrganismo chiamato – Coryneum beijerinckii – e che preferibilmente attacca soggetti già di per se in stato di sofferenza, malnutriti, stress, idrici, cure colturali in genere che aiutano la crescita della pianta specielmente nei suoi primi anni di crescita.
Riguardo alla cura/prevenzione del patogeno fungino è sempre bene attivarsi con i trattamentoi a base di rame – poltiglia bordolese – da effettuarsi sia alla caduta delle foglie – autunno – sia alla ripresa vegetativa della pianta, fine invernoe e primavera, momenti nei quali risulta anche più attivo il fungo.
Salute e buon orto.

Salve,
da 3 estati sono diventata una curatrice del giardino di casa dove abito (dopo il trasloco), dove ho trovato 2 alberi da frutto un albicocco ed un ciliegio. Non credo di avere il pollice verde ma ce la metto tutta, mi piace vedere il giardino curato, pieno di fiori e gli alberi da frutti sani e splendenti. Ma ho tutto da imparare!
Il giardino è grande e molto impegnativo ma cerco di provvedere a tutte le cure possibili.
Quest’anno per la prima volta il ciliegio era completamente fiorito e carico di gemme, però da un momento all’altro metà delle ciliegie si sono seccate e le sue foglie intorno pure, oggi ho visto alcune delle ciliegie sane che sono cadute per terra (potrebbe essere stato il vento).
Inoltre sui rami l’albero presenta una specie di muffa gialla (anche l’albicocco)
Il terreno dove sono piantati (probabilmente da più di 10 anni) è duro e compatto.
L’albicocco, il primo anno che mi sono trasferita qui era super carico di frutti, poi non fa che 50/60 frutti e presenta la stessa muffa sui rami oltre ad un po di gomma sul tronco.
Vi allego qualche foto in modo ve ne rendiate conto di cosa parlo, non sono una esperta e quindi non trovo nemmeno i termini giusti per spiegarmi.
Ecco la Foto:
maffi - ciliegio
Come devo comportarmi? Cosa devo fare? Vorrei vedere queste piante sane e splendenti, carichi di vita.
Grazie in anticipo della vostra gentile risposta.
(Maffi)

Risposta

Salve Maffi,
spesso le doti innate come il “pollice verde” sono solo delle leggende, vedrai che potrai imparare a fare tutto con la passione e volontà che ti ritrovi!
Dalla foto che ci invii ti posso dire che il ciliegio sembra, da quella foglia, che abbia subito uno stress termico – la foglia che vedo sembra quasi cotta da alte temperature, e di conseguenza anche i fiori hanno subito tale danno, ti chiedo: è stato fatto un fuoco nelle vicinanze della pianta? La pianta ha subito il danno solo da una parte o diffusamente su tutta la chioma?
Quelle che chiami “muffe gialle” altro non sono che dei Licheni – ovvero esseri viventi formati da un fungo ed un alga, non sono dannosi per la pianta, quindi nessun problema.
Per quanto riguarda le fruttificazioni “ballerine” dell’albicocco, anche questa è una cosa normale per tale pianta.
Ti suggeriamo quindi di svolgere le normali cure colturali: Potatura e concimazioni invernali, trattamenti biologici fitosanitari a base di rame e zolfo, nella stagione fine invernale e inizio primaverile, evitando la fase di fioritura.
Tienici aggiornati.
Salute e buon Orto!

Ciao
sono di Torremaggiore (Fg), come professione sono terapista e posseggo un pezzo di terreno dove passo un po’ di tempo libero, in quanto e’ un uliveto, e a me piace coltivare in modo naturale e mi piace l’aria aperta e la natura.
Anch’io nel mio uliveto ho un ciliegio, qualita’ ferrovia, di circa otto anni, ma quest’anno si e’ defogliato gia’ ad agosto e presenta sul tronco due sporgenze gommose e trasparenti come una resina, che qualcuno ha diagnosticato come un tumore dell’albero, non posso nemmeno potarlo perche’ un bozzo e’ alla diramazione del tronco principale.
Spero di trovare una soluzione per non estirparlo.
Grazie

(Matteo)

Risposta

Ciao Matteo
è bellissima la tua passione per la natura, che trasuda dallo scritto che ci invii! Grazie!
Veniamo al tuo ciliegio però, che mi sembra di intuire che ha una patologia fungina – non un tumore – che si chiama “Gommosi”.
Qui sotto ti scrivo per punti di cosa si tratta e come devi comportarti di conseguenza, ecco a te:
Corineo o Gommosi
Nome scientifico: Coryneum beijerinckii (sin. Stigmina carpophila)

Che cos’è: malattia fungina, il cui secondo nome si riferisce agli essudati appiccicosi che colano dal tronco e dai rami, tipica delle Drupacee. Viene anche chiamata “vaiolatura” perché le chiazze sulle foglie somigliano a quelle del vaiolo, oppure “impallinatura” perché le lamine prima di cadere appaiono forate
come se fossero state impallinate da una fucilata.

Quali piante attacca: albicocco, ciliegio, susino e pesco, nell’ordine.

Dove si manifesta: inizialmente sulle foglie, poi sui frutti, quindi sui rametti, sui germogli e, se non curato, anche sui rami portanti e sul tronco.

Come si manifesta e che danno provoca: sulle foglie compaiono piccole tacche di colore rosso-violaceo con bordi giallastri che poi scuriscono, seccano e si distaccano dalla foglia lasciando fori simili a un’impallinatura (le foglie colpite appaiono bucherellate), alla fine l’intera lamina annerisce e cade. I 
frutti, se colpiti precocemente, presentano piccoli forellini; se colpiti in fase avanzata portano
 tacche di 1-2 mm, rossastre, circondate da un alone più scuro, da cui fuoriesce un essudato gommoso, che poi si indurisce. Sui rami la malattia genera fessurazioni o lesioni cancerose di varia dimensione da cui esce un essudato gommoso, una sorta di gelatina color zucchero bruciato. In autunno può anche attaccare le gemme, distruggendole.

Quando colpisce: in primavera, alla completa formazione delle foglie e fino alle soglie dell’estate, a seguito di una potatura troppo drastica o di avversità climatiche come l’umidità eccessiva o la siccità.

Come si previene: evitate le potature eccessive e raccogliete sempre ed eliminare il fogliame caduto in autunno. Su piante colpite l’anno precedente svolgete due trattamenti preventivi con sali di rame alla caduta delle foglie e all’ingrossamento delle gemme.

Come si cura: attraverso trattamenti con anticrittogamici, da effettuare alla caduta delle foglie in autunno e all’ingrossamento delle gemme per attacchi leggeri, aggiungendo un intervento in pieno inverno per i casi più gravi. I principi attivi da utilizzare sono: lo ziram se la precedente primavera l’infezione era contenuta, la dodina se l’attacco era conclamato ed evidente, i sali di rame (ossicloruro, solfato, poltiglia bordolese ecc.) ammessi in agricoltura biologica. Non mescolate mai fra loro i principi attivi. Se non trattate, le piante colpite si seccano progressivamente.

Buon lavoro..in bocca al lupo

Salve,
ho un ciliegio da circa 8 anni in giradino e quest’anno verso giugno le foglie hanno iniziato ad ingiallire e a cadere … da metà settembre l’albero e’ completamente spoglio.
Inoltre i rami principali hanno iniziato a ricoprirsi di trucioli di pece bianca, vi allego le foto per chiarezza!
vi ringrazio anticipatamente se vorrete cortesemente aiutarmi.

saluti
(Giuseppe Bucci)

Risposta

Ciao Giuseppe
dalle foto che ci invii, si riconosce la presenza dei sintomi della gommosi!
Qui di seguito ti lascio scritto tutto quello che serve di sapere a riguardo:

Corineo o gommosi
Nome scientifico: Coryneum beijerinckii (sin. Stigmina carpophila)

Che cos’è: malattia fungina, il cui secondo nome si riferisce agli essudati appiccicosi che colano dal tronco e dai rami, tipica delle Drupacee. Viene anche chiamata “vaiolatura” perché le chiazze sulle foglie somigliano a quelle del vaiolo, oppure “impallinatura” perché le lamine prima di cadere appaiono forate
come se fossero state impallinate da una fucilata.

Quali piante attacca: albicocco, ciliegio, susino e pesco, nell’ordine.

Dove si manifesta: inizialmente sulle foglie, poi sui frutti, quindi sui rametti, sui germogli e, se non curato, anche sui rami portanti e sul tronco.

Come si manifesta e che danno provoca: sulle foglie compaiono piccole tacche di colore rosso-violaceo con bordi giallastri che poi scuriscono, seccano e si distaccano dalla foglia lasciando fori simili a un’impallinatura (le foglie colpite appaiono bucherellate), alla fine l’intera lamina annerisce e cade. I 
frutti, se colpiti precocemente, presentano piccoli forellini; se colpiti in fase avanzata portano
 tacche di 1-2 mm, rossastre, circondate da un alone più scuro, da cui fuoriesce un essudato gommoso, che poi si indurisce. Sui rami la malattia genera fessurazioni o lesioni cancerose di varia dimensione da cui esce un essudato gommoso, una sorta di gelatina color zucchero bruciato. In autunno può anche attaccare le gemme, distruggendole.

Quando colpisce: in primavera, alla completa formazione delle foglie e fino alle soglie dell’estate, a seguito di una potatura troppo drastica o di avversità climatiche come l’umidità eccessiva o la siccità.

Come si previene: evitate le potature eccessive e raccogliete sempre ed eliminare il fogliame caduto in autunno. Su piante colpite l’anno precedente svolgete due trattamenti preventivi con sali di rame alla caduta delle foglie e all’ingrossamento delle gemme.

Come si cura: attraverso trattamenti con anticrittogamici, da effettuare alla caduta delle foglie in autunno e all’ingrossamento delle gemme per attacchi leggeri, aggiungendo un intervento in pieno inverno per i casi più gravi. I principi attivi da utilizzare sono: lo ziram se la precedente primavera l’infezione era contenuta, la dodina se l’attacco era conclamato ed evidente, i sali di rame (ossicloruro, solfato, poltiglia bordolese ecc.) ammessi in agricoltura biologica. Non mescolate mai fra loro i principi attivi. Se non trattate, le piante colpite si seccano progressivamente.

Buon Lavoro

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